Academia.eduAcademia.edu

SIRIS 12.2012

Studi e ricerche della scuola di specializzazione in archeologia di Matera

EDItORIALE Dopo vent’anni di attività la Scuola di Specializzazione in Archeologia di Matera ha dato avvio nel 2011 ad un nuovo corso, portando a regime la complessiva ristrutturazione che ha riguardato struttura didattica e docenza, seguendo i dettami del decreto ministeriale per il riassetto delle Scuole nel settore della tutela, gestione e valorizzazione del patrimonio culturale. Oltre alla nuova denominazione di Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, l’istituzione materana si riavvia con una serie di cambiamenti sostanziali. Istituita nell’Anno Accademico 1990/91 – prima struttura dell’Università degli Studi della Basilicata nata nel polo materano –, con lo scopo di fornire agli allievi competenze professionali nella tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico, la Scuola è stata strutturata con un’articolazione che è rimasta la struttura portante fino ad oggi: due indirizzi, classico e medievale, un concorso di ammissione selettivo, un profilo elevato del corpo docente, cooptato non solo nell’Ateneo lucano. La politica lungimirante dell’allora Rettore Cosimo Damiano Fonseca, quella di privilegiare le aree di eccellenza, è stata determinante per la fortuna della Scuola, cogliendo nell’archeologia una delle vocazioni più significative del territorio lucano. Nell’Anno Accademico 2001/2002 con il Rettore Francesco Lelj Garolla è stata portata a compimento una prima ridefinizione di attività didattica e insegnamenti che ha contribuito a dare un volto nuovo all’Istituzione, grazie al pieno coinvolgimento delle varie facoltà dell’Ateneo. Il consiglio della Scuola rinnovato si è arricchito di nuovi docenti strutturati e a contratto di elevato profilo scientifico; le attività sono state articolate in modo da assicurare una formazione completa degli allievi, tanto nelle scienze storiche quanto nelle nuove tecnologie. Obbiettivo fondamentale, fornire agli allievi i saperi multidisciplinari necessari per entrare nel difficile mondo del lavoro in maniera consapevole e aprirli ad una quanto mai necessaria internazionalizzazione: e questo non solo invitando colleghi stranieri a tenere seminari e conferenze, avviando ricerche sul campo con cooperazioni internazionali, ma anche sti- molando lo scambio e la mobilità degli allievi in varie università europee, con le quali sono stati attivati scambi Erasmus e progetti in collaborazione, agevolando altresì l’inserimento in Istituzioni straniere dopo l’alunnato materano. Grazie a tutto questo la Scuola lucana ha conosciuto un notevole successo e un richiamo internazionale: è stata frequentata da centinaia di allievi provenienti da tutta Italia, da quasi tutti gli Atenei nazionali nonché da allievi stranieri. E proprio per il successo registrato, che si rifletteva nelle numerose domande pervenute annualmente per gli esami di ammissione, che si decise nell’Anno Accademico 200607 di elevare il numero annuale degli allievi da 15 a 25. La riapertura della Scuola materana nel 2011 si deve ad una significativa sinergia che ha visto operare in sintonia Senato Accademico, presieduto dal Rettore Mauro Fiorentino, e Facoltà di Lettere e Filosofia, diretta allora da Pasquale Frascolla. Consapevole dell’importanza della Istituzione materana e del richiamo nazionale e internazionale della stessa, il Preside si è fatto promotore di una programmazione del secondo ciclo della formazione universitaria che ha portato all’attivazione di una Laurea Magistrale interclasse in Archeologia e Scienze dell’Antichità, prerequisito fondamentale per la sopravvivenza della Scuola. E la cosa non è stata certo facile ed indolore, se si pensa che la Facoltà di Lettere ha dovuto chiudere corsi di laurea storici, come Lingue o Scienze della Comunicazione. Una volta concretizzatasi la volontà istituzionale di riattivare la Scuola è partito il faticoso lavoro di definizione della struttura didattica e degli organi della nuova Istituzione: il Senato ha dato mandato a chi scrive e al vecchio consiglio di traghettare la Scuola verso la riforma. Il percorso è stato portato avanti procedendo in piena sintonia e cooperazione con le altre strutture didattiche dell’Ateneo, in particolare con il Dipartimento delle culture europee e del Mediterraneo (Architettura, Ambiente, Patrimoni culturali), istituito a Matera, con il quale la Scuola condivide non solo la sede, ma soprattutto docenti, progetti e ricerche. 6 Editoriale Per quanto riguarda la struttura didattica sono stati riconfermati i due indirizzi classico e medievale, mentre gli anni di frequenza passano da tre a due. L’offerta didattica si amplia ora con l’apertura verso le discipline scientifiche, già caratteristica della vecchia Scuola, ma istituzionalizzata con l’assegnazione di un numero significativo di crediti a discipline peculiari delle scienze chimiche, fisiche, e dell’economia. Mantengono un significato rilevante le attività pratiche sul campo, cui si affiancano – in un più stretto rapporto con le Soprintendenze – attività di stage presso gli Istituti periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Tra le novità della Scuola si segnala l’insediamento di un nuovo consiglio composto da un corpo docente che annovera colleghi già da tempo qui impegnati accanto a nuovi docenti a contratto o cooptati grazie a convenzioni con altre Istituzioni, con le quali da tempo intercorrono strette e proficue relazioni, come l’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali – IBAM – del CNR e l’Università degli Studi di Foggia. Grazie ad una certa libertà che il decreto ministeriale per il riassetto delle Scuole lascia alle iniziative locali, è stato possibile attivare una diversificazione competitiva del percorso di formazione che recupera dalla vecchia Scuola tutte le attività che avevano avuto un riscontro positivo da parte degli allievi, in particolare le attività formative fondamentali per preparare gli allievi all’archeologia preventiva, ossia ad attrezzarli per entrare nel mondo del lavoro con gli strumenti adeguati. Un altro tratto che continua a contraddistinguere la Suola è l’attenzione al territorio in cui l’Ateneo opera. Il rapporto con il territorio non può che essere concepito, infatti, in maniera sempre più stretta e radicata, considerando l’importanza notevole che il patrimonio archeologico riveste nella regione lucana e soprattutto le possibilità di impiego che offre. Il rapporto con il territorio non può che significare un rapporto stretto con le istituzioni che lo governano e vi operano, ed in primis con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, e nella fattispecie la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata. Il rapporto con la locale Soprintendenza è stato perseguito come elemento fondamentale negli anni passati e continua ad esserlo tuttora, grazie alla disponibilità del Soprintendente, Antonio De Siena. La mole di attività di ricerca e di rapporti scientifici intrecciati dalla Scuola con altre istituzioni europee continua ad essere un sintomo tangibile di vitalità e fattivo impegno. Grazie a tali cooperazioni è stato possibile proseguire il denso programma di studi e ricerche, sia in Basilicata che nel resto di Italia e in Europa. Consapevoli della necessità di avere uno strumento adeguato a dare visibilità scientifica alla Scuola, insieme a tutto il corpo docente si è puntato anche nella rinnovata Istituzione, come già in passato, a dare continuità al serrato programma di pubblicazioni, dando seguito alla rivista «Siris» fondata nel 2000: con il numero doppio 11, 2010-2011 si è chiuso un ciclo per la Rivista, con il numero 12, 2012 se ne riavvia un altro, sempre per i tipi di Edipuglia, e sempre in continuità con le linee programmatiche già definite in passato, ossia un consiglio scientifico internazionale (da cui sono stati cooptati i referees) e una rigorosa selezione dei contributi da pubblicare, dando spazio non solo a studiosi di fama, ma anche a giovani ricercatori che si avviano alla ricerca. Il nuovo numero della rinnovata serie si avvale di un nuovo comitato di redazione interno e di un rinnovato consiglio scientifico internazionale. Il sistema di peer review viene ora istituzionalizzato facendo ricorso ad un doppio referaggio anonimo. A tutti i protagonisti di questa nuova serie un augurio di lavoro proficuo e alla Rivista di fortuna scientifica. Matera, 13 giugno 2013 Massimo Osanna Indice Editoriale di Massimo Osanna STUDI Carlo Rescigno Note sul sacello acheo metapontino dal pianoro dell’Incoronata 5 9 Roberto Goffredo, Vincenzo Ficco, Maria Francesca Casoli Un vicus lungo la via Herdonitana? L’abitato tardoantico di Fontana di Rano nella valle del Carapelle (Ascoli Satriano, Foggia) 23 Luigi Gallo Da Campo Vaccino a Foro Romano. Interventi di scavo francesi a Roma in epoca napoleonica 53 NUOVE RICERCHE SULLA BASILICATA TRA TARDOANTICO E MEDIOEVO. IL CULTO DI SAN LAVERIO TRA GRUMENTUM E SATRIANUM: FONTI, ARCHEOLOGIA, TOPOGRAFIA Atti della Tavola rotonda (Tito, 4 maggio 2012) Premessa di Gioia Bertelli 77 Cosimo Damiano Fonseca L’agiografia di San Laverio di Giacomo Racioppi: ricerche e problemi 79 Pietro Dalena Viabilità e popolamento nella sub-regione della Val d’Agri fino al XIV secolo 87 Ada Campione Cristianizzazione e nuclei agiografici della Basilicata in epoca tardoantica 93 Gioia Bertelli Le indagini archeologiche nel sito di San Laverio a Grumentum con Appendice di Fabio Armenise. 115 Francesca Sogliani San Laverio e Satrianum (PZ): racconto agiografico e testimonianze archeologiche 129 SCAVI E RICERCHE Gabriel Zuchtriegel Nella chora: un nuovo progetto di archeologia del paesaggio nel territorio di Eraclea 141 Massimo Osanna, Dimitris Roubis, Marco Bileddo Nuove ricerche sull’insediamento italico di Timmari 157