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Pirkei Avot

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(HE)

«אם אין אני לי, מי לי? וכשאני לעצמי, מה אני? ואם לא עכשיו, אימתיי?»

(IT)

«Se io non sono per me, chi è per me? E se io sono/fossi solo per me stesso... ...cosa sono? E se non ora, quando?»


Frontespizio del Talmud di Gerusalemme.

Pirkei Avot o Pirqei Avot (in ebraico פרקי אבות?), in italiano: Capitoli dei Padri, è una raccolta di insegnamenti etici e massime risalenti ai rabbini dell'era mishnaica. Per i suoi contenuti viene chiamata anche Etica dei Padri o Massime dei Padri. Gli insegnamenti di Pirkei Avot appaiono sul trattato mishnaico Avot, secondo trattato nell'ordine di Nezikin del Talmud. Pirkei Avot è un'opera unica in quanto è il solo trattato del Talmud che parla esclusivamente di principi etici e morali; non ci sono contenuti halakhici nel Pirkei Avot.

Traduzione del titolo

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In senso talmudico la parola avot, significante "padri", si riferisce ai fondamenti o categorie principali. Quindi le categorie principali di lavoro creativo proibite di Shabbat sono chiamate avot melacha e le categorie principali di impurità rituale sono indicate con avot tum'ah. Perakim, o in stato costrutto pirkei, significa "capitoli". Ne consegue che Pirkei Avot significa "Capitoli dei Principi Fondamentali".[1][2]

Il riconoscimento delle massime etiche quali "Principi Fondamentali" può scaturire dal grande riguardo col quale sia la Torah che il Talmud riservano a tale raccolta di saggezza. "Ama il prossimo tuo come te stesso", afferma la Bibbia 19:18[3], un'ingiunzione che Akiva ben Joseph nella Genesi Rabbah 24:7 famosamente chiama un "grande principio" della Torah (o forse "il più grande principio"). Nel Talmud Shabbat 31a, Hillel il Vecchio dice "Ciò che non è buono per te non lo fare al tuo prossimo. Il resto è commento. Vai e studia (la Torah)".[4]" Anche l'attribuzione dei libri di saggezza biblica a Re Salomone (per es. Ecclesiaste, libro dei Proverbi, Libro della Sapienza) conferma l'importanza basilare che gli ebrei di questo periodo, prima e di sempre, assegnano alla trasmissione di un sistema etico di vita.

Dato l'uso comune di avot col significato di "padri", Pirkei Avot viene spesso reso con "Capitoli dei Padri" o anche più liberamente "Etica dei Padri". Sebbene tale traduzione produca un'immagine appropriata e non del tutto erronea degli "insegnamenti patriarcali", questa forse non è però l'internzione primaria del titolo originale. Il termine "avot" non viene normalmente usato come designazione onorifica di un "rabbino" o di un "saggio"; nell'uso rabbinico si riferisce invece ai Patriarchi della Bibbia. Comunque la possibilità che le parole del titolo fossero intese per diverse interpretazioni non deve essere esclusa.

Struttura dell'opera

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Il trattato si compone di sei capitoli: inizia con l'ordine di tramandare la Tradizione Orale; Mosè riceve la Torah sul Monte Sinai e in seguito la tramanda alle varie generazioni (incluso Giosuè, gli Anziani e i Profeti, Neviìm), non ai Sacerdoti (Kohanim), e arriva finalmente alla Grande Assemblea, cioè ai Rabbini (Avot 1:1). Contiene detti attribuiti ai saggi dal periodo di Simone il Giusto (era dei Zugot - 200 a.e.v.) fino a poco dopo Judah haNasi (era dei Tannaim - 200 e.v.), redattore della Mishnah. Tali aforismi riguardano la giusta condotta etica e sociale nonché l'importanza di studiare la Torah.

I primi due capitoli procedono in ordine cronologico, col secondo che si concentra sugli studenti di Yochanan Ben Zakkai. I capitoli tre e quattro contengono vari detti senza particolare ordine ma attribuiti a specifici rabbini. Il capitolo cinque cambia struttura e contenuto in quanto consiste principalmente di massime anonime secondo una lista numerica e spesso senza nessun nesso apparente con l'etica. Gli ultimi quattro paragrafi di questo capitolo ritornano però al precedente formato di aforismi morali attribuiti a rabbini specifici.

Nell'uso liturgico e nella maggioranza delle edizioni stampate dell'Avoth viene aggiunto un sesto capitolo intitolato Kinyan Torah ("Acquisizione della Torah"); l'aggiunta in realtà è l'ottavo (nell'edizione di Vilna) capitolo del trattato Kallah, uno dei trattati minori del Talmud di epoca tannaitica. È aggiunto perché il suo contenuto e stile sono abbastanza simili al trattato originale dell'Avoth (sebbene si concentri più sullo studio della Torah che sull'etica) e per fare in modo che ogni capitolo possa esser recitato per ciascuno Shabbat dell'Omer - e questo capitolo aggiunto si adatta molto bene allo Shabbat Shavuot, quando si celebra la data in cui Dio diede la Torah al popolo di Israele.

"La struttura del trattato si diversifica notevolmente dagli altri trattati per la sua struttura tematica e i detti dell'Avot usano una lingua altamente stilizzata invece della prosa chiara e diretta della Mishnah. Inoltre, il carattere anomalo dell'Avot è accresciuto dalle influenze bibliche sulle sue espressioni linguistiche, forme grammaticali e vocabolario."[5]

Studio dell'opera

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Circa dal tempo di Saadya Gaon (X secolo e.v.) è d'uso studiare un capitolo alla settimana durante gli Shabbat tra Pesach e Shavuot; oggigiorno, come approfondimento aggiuntivo alla Mitzvah del suo studio tra Pesach e Shavuot, il trattato viene generalmente studiato ogni Shabbat estivo, da Pesach fino a Rosh haShanah ripetendo l'intero ciclo più volte raddoppiando i capitoli alla fine, se non ci sono multipli perfetti delle sei settimane.[6] Il trattato viene quindi incluso in molti libri di preghiere (Siddurim), dopo le preghiere del Shabbat pomeriggio.

Durante tale studio usualmente si premette ogni capitolo con questa massima mishnaica: "Tutto Israele ha una quota nel mondo a venire" (Sinedrio 10:1), e conclude ciascun capitolo con: "Il Santo, benedetto Egli sia, volle conferire merito a Israele, quindi diede al suo popolo la Torah e mitzvot in abbondanza." (Makkoth 3:16).

Il trattato include numerose massime rabbiniche citate di frequente, per esempio quella di Rabbi Hillel, scritta in un "semplice" verso ebraico:

«Se io non sono per me, chi è per me? E se io sono solo per me stesso, cosa sono? E se non ora, quando?[7]

Un'altra famosa massima è quella di Rabbi Tarfon, che elogia la forza di volontà e serietà di intenti:

«Il giorno è corto; il lavoro da compiersi è molto; gli operai sono pigri; la ricompensa è grande; il Padrone incalza[8]»

Molto citata anche:

«Non sta a te compiere l'opera, ma non sei libero di sottrartene; se hai studiato molta Torah, altrettanta ricompensa ti verrà data; poiché il tuo padrone è ligio nel ripagarti completamente del tuo operato. Sappi tuttavia che il premio dei giusti è nel mondo futuro.[9]»

Questi detti rimangono nell'uso liturgico quale parte del Pirkei Avot.

I trattati mishnaici, tramandati oralmente in ebraico mishnaico, sono di solito accompagnati da commentari in aramaico — la Ghemarah (letteralmente in aramaico significa "l'insegnare"). L'Avot non ha una Ghemarah perché i concetti ivi contenuti non possono mai essere completamente esauriti, siccome compongono la "quinta parte dello Shulchan Aruch" (essendo intrinsecamente "derekh eretz": pratiche sagge).

Sebbene l'Avot non abbia quindi una Ghemarah che lo accompagni, uno dei trattati minori del Talmud, intitolato Avot deRabbi Nathan ("I Padri secondo Rabbi Nathan"), è un ampliamento del trattato mishnaico e contiene numerosi insegnamenti etici e racconti.

Il numero di commentari medievali e moderni del Trattato di Avot è vasto e probabilmente non conosciuto accuratamente. Tra i più noti ci sono i seguenti:

Agli inizi del XX secolo, certe parti dell'Avot sono state tradotte in yiddish da Solomon Blumgarten.

Principi etici

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La quantità di commentari scritti sul Pirkei Avot dimostra chiaramente come non sia possibile riassumere in breve la sua struttura o i contenuti. Quanto segue offre solo un raggruppamento dei principi generali compresi nell'opera.

Mostra gentilezza verso gli altri

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  • "Il mondo si basa su tre cose: sulla Torah, sulla preghiera (avodah, che può anche significare "offerte sacrificali" e Studio della Torah) e sugli atti di bontà" (1:2)
  • "La tua casa deve star aperta e rendi i poveri come membri della tua famiglia." (1:5)
  • "Accogli ognuno con grazia." (1:15)
  • "Egli [Yohanan Ben Zakkai] disse: «Andate a vedere qual è la via giusta che uno deve seguire per se stesso.» Rabbi Eliezer disse «Avere un buon occhio». Rabbi Yehoshua disse «Un buon amico». Rabbi Yose disse «Un buon vicino». Rabbi Shimon disse: «Uno che vede le conseguenze.» Rabbi Elazar disse «Un buon cuore». Egli [Yohanan] rispose loro: «Preferisco le parole di Rabbi Elazar ben Arach alle vostre altre, perché le sue parole includono anche le vostre.»" (2:13)

Rispetto dell'Altro

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  • "Ciò che ti è odioso, non fare al tuo compagno" (Shab. 31a)
  • "Qual è la strada giusta che uno dovrebbe scegliere? Tutto ciò che è onorevole per se stesso, e onorevole agli occhi degli altri." (2:1)
  • "Abbi caro l'onore del prossimo quanto il tuo" (2:15)
  • "L'invidia, l'inclinazione al male e l'odio degli uomini, cacciano la persona dal mondo." (2:16)
  • "Abbi caro/rispetta il denaro del prossimo quanto il tuo." (2:17)

Rispetto di se stessi

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  • "Se io non sono per me, chi lo sarà?" (1:14)
  • "Qual è la strada giusta che un uomo dovrebbe scegliere? Tutto ciò che è onorevole a se stesso e onorevole agli occhi degli altri." (2:1)
  • "In un luogo dove non ci sono uomini degni, sforzati di essere degno." (2:6)
  • "Colui che acquisisce un buon nome, si è acquisito qualcosa di veramente grande." (2:8)
  • "Non ti considerare una persona malvagia." (2:18)

Rispetto di Dio

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  • "Fai la Sua volontà, come se fosse la tua stessa, in modo che Lui faccia la Sua volontà, come se fosse la tua. Annulla la tua volontà davanti alla Sua, in modo che Egli annulli la volontà degli altri davanti a te." (2:4)

Evitare le trasgressioni

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  • "Fai un recinto per la Torah." (1:1)
  • "Tieniti lontano da un cattivo vicino, non far amicizia con una persona malvagia e non disperare della giustizia divina." (1:7)
  • "Valuta il danno di non rispettare un comandamento contro la sua ricompensa, e la ricompensa materiale nel commettere una trasgressione valutala contro il rispettivo danno spirituale. Considera tre cose e non commetterai peccato: sappi ciò che ti è sopra, un occhio che vede, un orecchio che ascolta... e tutte le tue opere scritte in un libro." (2:1)
  • "Chi troppo timido non può imparare"
  • "Lo sfacciato/sfrontato merita il Ghehinnom"[10]
  • "Ama il lavoro e disprezza le posizioni ufficiali e "non familiarizzare troppo col/non desiderare l'amicizia del" potere governativo." (1:10)
  • "Colui che si fa un gran nome, lo distrugge." (1:13)
  • "Siate cauti col potere dominante. Perché si fa' amico solo per i suoi fini. Diventa amico quando gli fa comodo ma non vi sostiene nel momento del bisogno." (2:3)
  • "Non ti separare dalla comunità e non essere sicuro di te stesso fino al giorno della tua morte." (2:5)
  • "Più carne hai, più vermi nascono. Più ricchezza, più preoccupazioni. Più donne, più stregoneria. Più ancelle, più rozzezza. Più servi, più furti." (2:8)
  • "Se hai imparato molta Torah non ti inorgoglire perché sei stato creato a questo scopo." (2:9)
  • "Lascia che le tue azioni siano fatte per amor del Cielo." (2:17)
  • "...fuggi gli onori..." (Pirqei Avot)

Esser circospetti nella preghiera

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  • "Stai attento quando reciti Shemà e Tefillà. Non pregare ripetendo a memoria (i ciechi non vedenti possono ripetere a memoria la preghiera) ma implora perdono e grazia dinanzi a Dio." (2:18)

Combinare la Torah col lavoro

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  • "Unisci l'apprendimento della Torah ad un'occupazione perché la fatica di entrambi ti eviterà di peccare. Il solo studio della Torah senza lavoro alla fine verrà nullificato e ti condurrà al peccato." (2:2) (Vedi Ebraismo Ortodosso Moderno)

Non sfoggiare la tua erudizione

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  • "Colui che usa la corona trapasserà." (1:13)

Attento a come parli

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  • "Tutta la mia vita sono stato cresciuto tra i Saggi e non ho mai trovato niente di meglio per una persona che fare silenzio ... uno che parla troppo causa peccato." (1:17)
  • "Non discorrere troppo (eccessivamente) con le donne. Ciò a riguardo della propria moglie, quindi a maggior ragione per la moglie di un altro!" (1:5)
  • "Saggi, state attenti a quello che dite cosicché non meritiate di essere esiliati e mandati in posti mefitici con i vostri studenti che vi seguano in un luogo di acque cattive e muoiano e il Nome del Cielo cada in disgrazia." (1:11)
  • "Parla poco e fai molto." (1:15)
  • "Non dire qualcosa che non si possa capire, pensando che venga capito dopo." (2:5)

Non cercar ricompense

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  • "Non siate come schiavi che servono il padrone per ottenere un premio. Piuttosto siate come schiavi che servono il padrone senza aspettarsene ricompensa. E lasciate che la paura del cielo sia su di voi." (1:3)
  • Osservate il comandamento minore come quello maggiore perché non ne conoscete le rispettive ricompense. (2:1)

Non affrettarsi nel giudicare

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  • "Giudica ognuno favorevolmente." (1:6)
  • "Non giudicare gli altri finché/se non ti sei trovato al loro posto." (2:5)
  • "Se non ora, quando?" (1:14)
  • "La cosa principale non è [soltanto] studiare, ma [anche] fare." (1:17)
  • "Non dire «Studierò quando avrò tempo», perché forse non lo avrai mai." (2:5)
  • "Il giorno è corto; il lavoro da compiersi è molto; gli operai sono pigri; la ricompensa è grande; il Padrone incalza." (2:20)
  • "Non sta a te compiere l'opera ma non sei libero di sottrartene." (2:21)

Esser temperati

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  • "Uno zotico/stolto non teme il peccato, un ignorante non può esser pio. Una persona timida non può imparare e una persona impaziente non può insegnare." (2:6)
  • "Non essere iracondo." (2:15)

La giusta retribuzione

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  • "Hillel vide un teschio che galleggiava sull'acqua e disse: «Poiché tu annegasti altri, ti hanno annegato. E alla fine anche loro saranno annegati poiché ti hanno annegato»" (2:7)

"Shalom": la pace

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Lo stesso argomento in dettaglio: Shekhinah e Torah.
"Ricerca" di pace
  • "Annoverati tra gli studenti di Aronne: ama la pace e persegui la pace. Ama le persone e avvicinale alla Torah." (1:12)
  • "Più carità fai, più pace trovi." (2:8)

Ricezione e popolarità, traduzione cinese

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Una traduzione in cinese di Pirkei Avot, fatta da studiosi cinesi, è stata pubblicata nel 1996. La prima edizione, in 1500 copie, si è subito esaurita.[11] Un'altra traduzione in cinese è stata eseguita nell'anno ebraico 5761 col titolo "猶太聖傳·民刑卷·先賢篇". La si può facilmente trovare su internet.[12]

  1. ^ Rabbi Julian Sinclair su The Jewish Chronicle
  2. ^ Howard Witkin su Aish HaTorah's Aish.com (EN)
  3. ^ Levitico 19:18, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  4. ^ Talmud babilonese, Trattato dello Shabbath, 31a
  5. ^ Amram Tropper, Wisdom, Politics, and Historiography: Tractate Avot in the Context of the Graeco-Roman Near East (Oxford: Oxford University Press, 2004), p. 51.
  6. ^ "What are Ethics of the Fathers?", su chabad.org
  7. ^ Hillel, Pirkei Avot 1,14
  8. ^ Tarfon, Avoth II. 15. Vedi anche e-brei.net[collegamento interrotto] (IT)
  9. ^ Tarfon, Avoth II. 21. Vedi anche e-brei.net[collegamento interrotto] (IT)
  10. ^ v Siddur Mamash
  11. ^ Wald, Shalom. "Meeting the Chinese Giant", World Jewish Digest, agosto 2008.
  12. ^ 猶太聖傳·民刑卷·先賢篇 Pirkei Avot – Etica dei Padri, traduzione in cinese

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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