Vai al contenuto

Esodo ebraico dai paesi arabi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Con esodo ebraico dai Paesi arabi ci si riferisce all'espulsione e alla partenza di massa di ebrei, in primo luogo di sefarditi e mizrahì, da Paesi arabi ed islamici avvenuta a partire dal tardo XIX secolo, e accelerata dopo la guerra arabo-israeliana del 1948.

Secondo le statistiche ufficiali arabe, 856.000 ebrei hanno lasciato le loro case nei Paesi arabi, dal 1948 fino agli inizi del 1970. Circa 600.000 si sono reinsediati in Israele.

L'Organizzazione mondiale degli ebrei dai Paesi arabi (WOJAC) stima che le proprietà ebraiche nei Paesi arabi sarebbero valutate oggi a più di 300 miliardi di dollari e le proprietà immobiliari lasciate nelle terre arabe equivarrebbero a 100.000 chilometri quadrati (quattro volte la dimensione dello Stato di Israele).[1][2]

Cause dell'esodo

[modifica | modifica wikitesto]
Ebrei yemeniti di Aden trasportati durante l'operazione Tappeto Magico

Lo spostamento degli ebrei dentro questo blocco si è verificato durante il XX secolo, per esempio il 10% degli ebrei dello Yemen migrò in Israele fra il 1881 ed il 1914, comunque l'esodo nel XX secolo e la scomparsa di queste comunità segnò un importante cambiamento tra gli ebrei e la storia del Medio Oriente.

Le precise circostanze dell'esodo ebraico cambiano a seconda delle varie regioni arabe, dei vari Stati e del periodo storico. Gli ebrei erano in mezzo a due forze: una era la crescente insicurezza che nasce dal fatto di essere una minoranza in uno Stato arabo; l'altra era l'appello del sionismo e di una vita migliore in Israele. L'insicurezza aumentò per la lotta d'indipendenza araba ed il conflitto in Palestina ed in alcuni casi questo provocò l'espulsione e l'appropriazione dei beni.

Durante la seconda guerra mondiale, Algeria, Tunisia e Libia furono sotto controllo nazi-fascista o della Francia di Vichy, gli ebrei che vivevano in questi stati furono perseguitati. In altre zone la propaganda nazista fomentò la ribellione contro gli inglesi e i francesi.[3] La propaganda nazional - socialista contribuì a trasferire l'antisemitismo nel mondo arabo contro le comunità ebraiche.[4]

Nel giugno 1941 ci fu una manifestazione pro-nazismo in Iraq. Seguendo il collasso del nuovo regime un pogrom anti-ebraico provocò la morte di 180 persone. Rivolte contro gli ebrei si ebbero anche in Libia nel 1945, in Yemen nel 1947 e nel 1948, in Egitto, Marocco ed Iraq. Molti Paesi arabi indipendenti favorirono l'emigrazione verso Israele.[5][6][7] Pogrom arabi scoppiarono in tutto il mondo arabo e si intensificarono in Yemen e Siria in particolare. In Libia gli ebrei furono privati della cittadinanza e in Iraq le proprietà furono requisite. Questi ebrei furono costretti ad emigrare in Israele. In tempi recenti un gruppo di avvocati ebrei, lo JJAC, ha accusato i membri della Lega araba di aver praticato una politica tesa a espellere gli ebrei o forzarne l'emigrazione.[8]

Tra il 1948 e il 1949 il governo d'Israele ha segretamente trasportato in aereo 50.000 ebrei dallo Yemen e tra il 1950 - 1952 130.000 ebrei dall'Iraq. Tra il 1949 - 1951 30.000 ebrei si spostarono dalla Libia verso Israele. In questi casi il 90% della popolazione ebraica optò per andarsene portandosi dietro il possibile.

Rivendicazioni sono state fatte dagli ebrei che emigrarono per influenza del sionismo o perché perseguitati dai Paesi arabi.[9]

Esistono diverse versioni sui modi che Israele utilizzò per stimolare l'emigrazione degli ebrei. Gilbert (1999) e Hirst (1977) scrivono che Israele mise delle bombe nelle sinagoghe e nei negozi ebrei. Lo storico Moshe Gat contrasta questa versione, nel caso più famoso dell'Iraq, l'idea che le bombe siano state piazzate da sionisti è contro l'evidenza, e il grande esodo degli ebrei dall'Iraq fu causato dall'approvazione di una legge, non dalle bombe.

Con la guerra dei sei giorni i pochi ebrei rimasti negli Stati arabi se ne andarono. Gli ebrei nei Paesi arabi passarono da 800.000 nel 1948 a 16.000 nel 1991.[10] La grande maggioranza degli ebrei che vivevano negli Stati arabi è emigrata in Israele, nel 2003 loro e la loro discendenza (contando anche coloro di origine mista) contava 3.136.436 persone, il 61 % della popolazione ebraica di Israele.

Integrazione dei rifugiati

[modifica | modifica wikitesto]

Dei 900.000 rifugiati ebrei, circa 680.000 furono accolti da Israele; il resto emigrò verso l'Europa (in particolare verso la Francia) e verso le Americhe.

In Israele furono temporaneamente collocati in tendopoli, le ma'abarot in ebraico. Queste tendopoli continuarono ad esistere fino al 1963. I loro abitanti furono gradualmente e con successo integrati nella società israeliana, senza ottenere aiuto dalle organizzazioni delle Nazioni Unite per i rifugiati.

L'integrazione comportò comunque dei problemi. Molti rifugiati impiegarono del tempo per adattarsi alla nuova società e vi furono anche delle discriminazioni nei confronti dei rifugiati. Nel 1971 questi sentimenti portarono alla protesta guidata dal movimento delle Pantere Nere israeliane.

Appoggio agli ebrei rifugiati

[modifica | modifica wikitesto]

Esistono diversi gruppi di avvocati che agiscono a favore degli ebrei esuli dagli Stati arabi. Ecco alcuni esempi:

  • Justice for Jews from Arab Countries, cerca di garantire i diritti e i ricorsi per gli ebrei delle terre arabe che dovettero allontanarsi in seguito alla guerra arabo - israeliana del 1948.[11]
  • Jews Indigenous to the Middle East and North Africa (JIMENA), informa riguardo alla storia e alla situazione dei 900.000 ebrei originari del Medio Oriente e del Nordafrica che furono costretti a lasciare le proprie case, ad abbandonare le proprietà e che furono privati della cittadinanza.[12]
  • Historical Society of the Jews from Egypt e International Association of Jews from Egypt[13][14]
  • Babylonian Jewry Heritage Center[15]

Nel marzo 2008 Regina Bublil-Waldman, un'ebrea libica esule fondatatrice di JIMENA si presentò prima del Consiglio delle Nazioni Unite sui Diritti Umani indossando il vestito da sposa della nonna originaria della Libia.In quell'occasione ha presentato un rapporto riguardante la persecuzione che gli ebrei incontrarono nei Paesi arabi.[16]

Popolazioni ebraiche nei Paesi Arabi: 1948 e 2001/2008
Paese o territorio Popolazione ebraica
nel 1948
% della popolazione
totale nel 1948
Stima di ebrei
nel 2001[17]
Stima di ebrei
nel 2008
Aden 8.000[18] ~0
Algeria 140.000[18][19] 1,6% ~0
Bahrain 550-600[20] 0,5% 36 intorno alle 30 persone.
Egitto 75,000[18]-80.000[19] 0,4% ~100 meno di un centinaio.
Iraq 135.000[18]-140.000[19] 2,6% ~200 20 a Baghdad e meno di 100 rimangono.
Libano 5.000[18]-20.000[21] 0,4-2% < 100 intorno ai 40 a Beirut.
Libia 35.000[19]-38.000[18] 3,6% 0
Marocco 250.000[19]-265.000[18] 2,8% 5.230 meno di 7000.
Qatar ? ? ? un piccolo numero è riportato.
Siria 15.000[19]-30.000[18] 0,4-0,9% ~100 meno di 30.
Tunisia 50.000[19]-105.000[18] 1,4-3,0% ~1,000 nel 2004 stimati intorno ai 1.500.
Yemen 45.000[19]-55.000[18] 1,0% ~200 intorno a un centinaio.
Totale 758.000 - 881.000 <6.500 <8.600
Popolazione ebraica nei paesi musulmani non arabi: 1948 e 2001
Paese o territorio Popolazione ebraica stimata
nel 1948
Popolazione ebraica stimata
nel 2001
Country or territory
Afghanistan 5.000 1[22]
Iran 70.000-120.000,[23] 100.000, 140.000 – 150.000 11.000-40.000 meno di 40.000 rimangono.
Pakistan 2.000 N/A
Turchia 80.000[24] 18.000-30.000[25]
  1. ^ Group seeks justice for 'forgotten' Jews - International Herald Tribune
  2. ^ Lefkovits, Etgar. "Expelled Jews hold deeds on Arab lands. Archiviato l'8 luglio 2012 in Archive.is. Jerusalem Post. 16 November 2007. 18 December 2007.
  3. ^ The Jewish Enemy: Nazi Propaganda during World War II and the Holocaust, di Jeffrey Herf, Harvard Belknap, 2006, 390 pp. https://www.jcpa.org/JCPA/Templates/ShowPage.asp?DBID=1&TMID=111&LNGID=1&FID=388&PID=0&IID=1702 Archiviato il 21 giugno 2010 in Internet Archive.
  4. ^ Jewish Political Studies Review 17:1-2 (primavera 2005), National Socialism and Anti-Semitism in the Arab World, Matthias Küntzel
  5. ^ Ya'akov Meron. "Why Jews Fled the Arab Countries" Archiviato il 4 dicembre 2008 in Internet Archive., Middle East Quarterly, September 1995.
  6. ^ Jews in Grave Danger in All Moslem Lands, The New York Times, 16 maggio 1948, citato in Was there any coordination between Arab governments in the expulsions of the Middle Eastern and North African Jews? Archiviato il 25 settembre 2010 in Internet Archive. (JIMENA)
  7. ^ www.justiceforjews.com/pr_oct_23_07.pdf (PDF), su justiceforjews.com.
  8. ^ https://www.justiceforjews.com/legal.html https://www.jewishpolicycenter.org/112/the-forgotten-jewish-refugees-from-arab-states Copia archiviata (PNG), su jewishpolicycenter.org. URL consultato il 24 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2011).
  9. ^ The Forgotten Narrative: Jewish Refugees from Arab Countries Archiviato il 19 luglio 2009 in Internet Archive. di Avi Beker, jcpa.org Access Date: 29-10-2008
  10. ^ Stillman, 2003, p. xxi.
  11. ^ Justice for Jews from Arab countries (JJAC)
  12. ^ Jews Indigenous to the Middle East and North Africa (JIMENA)
  13. ^ Historical Society of the Jews from Egypt
  14. ^ International Association of Jews from Egypt, su iajegypt.org. URL consultato il 2 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2018).
  15. ^ Babylonian Jewry Heritage Center
  16. ^ justiceforjews.com
  17. ^ Jacqueline Shields, Jewish Refugees from Arab Countries, su jewishvirtuallibrary.org, Jewish Virtual Library. URL consultato il 22 maggio 2006.
  18. ^ a b c d e f g h i j Avneri, 1984, p. 276.
  19. ^ a b c d e f g h Stearns, 2001, p. 966.
  20. ^ The Virtual Jewish History Tour - Bahrain
  21. ^ Jews of Lebanon
  22. ^ BBC NEWS | World | South Asia | 'Only one Jew' now in Afghanistan, su newsvote.bbc.co.uk. URL consultato il 9 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2012).
  23. ^ j. - Iranian Jews in U.S. recall their own difficult exodus as they cling to heritage, building new communities
  24. ^ https://ajcarchives.org/AJC_DATA/Files/1950_7_WJP.pdf
  25. ^ The Jewish Community of Turkey Archiviato il 20 febbraio 2009 in Internet Archive.