Brachypodium retusum
Paléo delle garighe | |
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Brachypodium retusum | |
Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Monocotiledoni |
(clade) | Commelinidi |
Ordine | Poales |
Famiglia | Poaceae |
Sottofamiglia | Pooideae |
Tribù | Brachypodieae |
Genere | Brachypodium |
Specie | B. retusum |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Liliopsida |
Sottoclasse | Commelinidae |
Ordine | Cyperales |
Famiglia | Poaceae |
Genere | Brachypodium |
Specie | B. retusum |
Nomenclatura binomiale | |
Brachypodium retusum (Pers.) P.Beauv., 1812 | |
Sinonimi | |
Il paléo delle garighe (Brachypodium retusum Pers. & P.Beauv., 1812) è una specie di pianta spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (sottofamiglia Pooideae).[2]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome generico (Brachypodium) deriva da due parole greche ("brachys" = breve e "podion" = piccolo piede) e fa riferimento ai pedicelli molto corti delle spighette.[3] L'epiteto specifico (retusum) si riferisce all'apice dei lemmi arrotondati, smussati o dentellati a volte con un piccolo mucro.[4]
Il binomio scientifico di questa pianta è stato proposto inizialmente botanico e micologo sudafricano Christian Hendrik Persoon (Stellenbosch, 1º febbraio 1761 – Parigi, 16 novembre 1836), perfezionato successivamente dal naturalista e botanico francese Ambroise Marie François Joseph Palisot de Beauvois (Arras, 27 luglio 1752 – Parigi, 21 gennaio 1820) nella pubblicazione "Essai d'une Nouvelle Agrostographie; ou Nouveaux Genres des Graminées; Avec Figures Représentant les Caractéres de tous le Genres. Imprimerie de Fain. Paris"[5] del 1812.[6]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Queste piante arrivano ad una altezza di 2 - 6 dm. La forma biologica è emicriptofita cespitosa (H caesp), sono piante erbacee, bienni o perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e presentano ciuffi fitti di foglie che si dipartono dal suolo. Queste piante in genere formano dei popolamenti a tappeto con estensione fino a qualche metro.[7][8][9][10][11][12][13]
Radici
[modifica | modifica wikitesto]Le radici sono secondarie da rizoma (fascicolate). Il rizoma è stolonifero e lungamente strisciante; a volte può essere squamoso.
Fusto
[modifica | modifica wikitesto]La parte aerea del fusto è un culmo eretto e ascendente o genicolato, glabro, liscio e nudo nella parte apicale. Lunghezza del fusto: 30 – 60 cm.
Foglie
[modifica | modifica wikitesto]Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.
- Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e in genere è priva di auricole; le guaine sono glabre.
- Ligula: la ligula, membranosa, a volte cigliata, è tronca.
- Lamina: la lamina, rigida, glauca e glabra, è del tipo convoluto-giunchiforme; le foglie dei getti sterili sono patenti-subdistiche. In sezione in corrispondenza ai fasci principali tra l'epidermide superiore e quella inferiore sono presenti dei pilastri continui di sclerenchima; sulla pagina superiore sono presenti delle coste arrotondate (quelle maggiori in sezione sono semicircolari). Il colore inizialmente è verde pallido, poi con lo sviluppo della pianta le foglie diventano rosso-bruno. Dimensioni delle foglie: lunghezza 2 – 10 cm; larghezza 1 – 3 mm.
Infiorescenza
[modifica | modifica wikitesto]Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, composte da racemi, in genere non sono ramificate e sono formate da 1 - 4 spighette ed hanno la forma di una pannocchia un po' incurvata all'apice. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Dimensione dell'infiorescenza: 4 – 10 cm.
Spighetta
[modifica | modifica wikitesto]Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette sessili o peduncolate, compresse lateralmente e con forme lanceolate o oblunghe, spesso incurvate a falce, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 9 - 11 (massimo 15) fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla tra i fiori fertili o sopra le glume persistenti. Lunghezza delle spighette: 22 – 32 mm.
- Glume: le glume, con forme lanceolate o oblungo-lanceolate, sono più corte dei fiori ed hanno apici acuti o acuminati; hanno 5 - 7 venature longitudinali. Lunghezza della gluma superiore: 4 – 5 mm. Lunghezza della gluma inferiore: 6 – 7 mm.
- Palea: la palea è un profillo con due venature; può essere cigliata (presenta dei peli rigidi sul margine della metà superiore).
- Lemma: il lemma a volte è pubescente e con forme arrotondate nella parte prossimale; le sue vene non convergono verso l'apice, che è ottuso o acuto e ruvido. Alla fine del lemma è presente una resta.
Fiore
[modifica | modifica wikitesto]I fiori fertili sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.
- *, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
- Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate.
- L'androceo è composto da 3 stami ognuno con un breve filamento libero, una antera sagittata e due teche. Le antere sono basifisse con deiscenza laterale. Il polline è monoporato. Le antere sono gialle grandi 1 x 5 mm.
- Il gineceo è composto da 3-(2) carpelli connati formanti un ovario supero. L'ovario, pubescente all'apice, ha un solo loculo con un solo ovulo subapicale (o quasi basale). L'ovulo è anfitropo e semianatropo e tenuinucellato o crassinucellato. Lo stilo, breve, è unico con due stigmi papillosi e distinti.
- Fioritura: da maggio a luglio (agosto).
Frutti
[modifica | modifica wikitesto]I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo.
La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria).
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Steno-Mediterraneo Occidentale.
- Distribuzione: in Italia è una specie comune e si trova soprattutto nell'areale tirrenico. Nelle Alpi è presente all'estremo occidentale (Liguria). Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia (dipartimenti di Alpes-de-Haute-Provence e Drôme). Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nei Pirenei e nelle Alpi Dinariche.[15] Nel resto dell'Europa e dell'areale del Mediterraneo questa specie si trova nell'Europa mediterranea, in Anatolia, in Siria e in Africa (settentrionale-mediterranea)[16] Le piante di questa specie sono distribuite anche in Asia temperata (Asia occidentale e Arabia).[13]
- Habitat: gli habitat tipici per questa pianta sono le garighe, le macchie degradate, i muri e i ripari sotto le rocce. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.[15]
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 600 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e in parte quello montano (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
[modifica | modifica wikitesto]Areale alpino
[modifica | modifica wikitesto]Dal punto di vista fitosociologico alpino Brachypodium retusum appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
- Formazione: delle comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche
- Classe: Lygeo-Stipetea
Areale italiano
[modifica | modifica wikitesto]Per l'areale completo italiano Brachypodium retusum appartiene alla seguente comunità vegetale:[17]
- Macrotipologia: vegetazione erbacea sinantropica, ruderale e megaforbieti
- Classe: Artemisietea vulgaris Lohmeyer, Preising & Tüxen ex Von Rochow, 1951
- Ordine: Brachypodio ramosi-Dactyletalia hispanicae Biondi, Filigheddu & Farris, 2001
- Alleanza: Thero-Brachypodion ramosi Br.-Bl., 1925
- Ordine: Brachypodio ramosi-Dactyletalia hispanicae Biondi, Filigheddu & Farris, 2001
- Classe: Artemisietea vulgaris Lohmeyer, Preising & Tüxen ex Von Rochow, 1951
Descrizione. L'alleanza Thero-Brachypodion ramosi è relativa alle comunità perenni, xerofitiche che si sviluppano in climi aridi e sottili spessore del suolo; in particolare si sviluppano nelle radure delle comunità arbustive, delle garighe o di praterie più mature. La distribuzione delle specie di questa alleanza è soprattutto nei territori del Mediterraneo occidentale (Penisola Iberica, Francia meridionale, Italia meridionale, Sicilia, Sardegna, Malta, Grecia, Creta e Tunisia). Questa cenosi si appoggia su differenti tipi di substrato, principalmente in habitat rocciosi, con substrati incoerenti. I piani bioclimatici interessati sono: da quello termomediterraneo a quello supramediterraneo.[18]
Specie presenti nell'associazione: Dactylis hispanica, Asphodelus ramosus, Anthyllis vulneraria, Carlina corymbosa, Sedum sediforme, Reichardia picroides, Phlomis lychnitis e Avenula bromoides.
Altre alleanze per questa specie sono:[17]
- Hyparrhenion hirtae
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia delle Poacee comprende circa 800 generi e oltre 9.000 specie[11][19]. È una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni. La famiglia è suddivisa in 12 sottofamiglie, il genere Brachypodium fa parte della sottofamiglia Pooideae e raccoglie una ventina di specie distribuite nelle zone temperate in tutto il mondo.[7][8]
Il basionimo per questa specie è: Bromus retusus Pers., 1805.[15]
Filogenesi
[modifica | modifica wikitesto]La tribù Brachypodieae fa parte della supertribù Stipodae L. Liu, 1980. La supertribù Stipodae (formata dalle tribù Ampelodesmeae, Stipeae, Brachypodieae e Diarrheneae) è il quarto nodo della sottofamiglia Pooideae ad essersi evoluto (gli altri tre precedenti sono la tribù Brachyelytreae, e le supertribù Nardodae e Melicodae). All'interno della supertribù, la tribù Brachypodieae è stata la più recente ad evolversi.[20]
Il genere presenta la seguente sinapomorfia: le celle sussidiarie degli stomi sono parallele.[7]
Alcuni studi di tipo filogenetico (analisi molecolari sul DNA - due geni di plastidi e cinque geni nucleari) indicano che la specie di questa voce potrebbe essere vicina evolutivamente alla specie Brachypodium pinnatum[21] oltre che morfologicamente.[9]
Il numero cromosomico di B. retusum è: 2n = 28,31,32,36,40.[22]
Sinonimi
[modifica | modifica wikitesto]Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[2]
- Brachypodium allionii C.Presl
- Brachypodium bofillii Sennen
- Brachypodium boissieri Nyman
- Brachypodium boissieri f. aristatum H.Lindb.
- Brachypodium caespitosum (Desf.) C.Presl
- Brachypodium capillifolium Sennen
- Brachypodium hostii Link
- Brachypodium mucronatum Willk.
- Brachypodium obtusifolium Link
- Brachypodium phoenicoides var. bracteolatum Guss.
- Brachypodium phoenicoides var. mucronatum (Willk.) Henriq.
- Brachypodium pinnatum var. mucronatum (Willk.) Pérez Lara
- Brachypodium pinnatum var. ramosum (Roem. & Schult.) Fiori
- Brachypodium plukenetii (All.) C.Presl
- Brachypodium ramosum Roem. & Schult.
- Brachypodium ramosum subsp. boissieri (Nyman) Nyman
- Brachypodium ramosum var. boissieri (Nyman) Nyman
- Brachypodium ramosum subsp. boissieri (Boiss.) St.-Yves
- Brachypodium ramosum f. capillaceum Maire
- Brachypodium ramosum f. plukenetii (All.) Hayek
- Brachypodium ramosum var. plukenetii (All.) Asch. & Graebn.
- Brachypodium ramosum var. roemeri St.-Yves
- Brachypodium ramosum var. scabriculme Maire
- Brachypodium ramosum var. scoparium Sennen
- Brachypodium wilsonis Sennen ex St.-Yves
- Bromus pluckenetii All.
- Bromus retusus Pers.
- Festuca caespitosa Desf.
- Festuca obtusifolia Lag. ex Link
- Festuca ramosa (Roem. & Schult.) Roth
- Triticum caespitosum (Desf.) DC.
- Triticum obtusifolium (Link) Boiss.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Brachypodium retusum, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 27 ottobre 2024.
- ^ a b (EN) Brachypodium retusum, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 27 ottobre 2024.
- ^ Etymo Grasses 2007, pag. 52.
- ^ Etymo Grasses 2007, pag.247.
- ^ BHL - Biodiversity Heritage Library, su biodiversitylibrary.org. URL consultato il 13 agosto 2019.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 13 agosto 2019.
- ^ a b c Kellogg 2015, pag. 222.
- ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
- ^ a b Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 532.
- ^ Motta 1960, Vol. 1 - pag. 334.
- ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
- ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
- ^ a b KEW science-Plants of the World online, su powo.science.kew.org. URL consultato il 13 agosto 2019.
- ^ Conti et al. 2005, pag. 62.
- ^ a b c d e Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 926.
- ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 14 agosto 2019.
- ^ a b Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org. URL consultato il 14 agosto 2019.
- ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 34.4.1 ALL. THERO-BRACHYPODION RAMOSI BR.-BL. 1925. URL consultato il 14 agosto 2019.
- ^ (EN) Accepted Genera of Poaceae, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 27 ottobre 2024.
- ^ Bete 2014, pag. 19.
- ^ Catalan et al. 2012.
- ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 14 agosto 2019.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
- AA.VV., Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
- Elizabeth A. Kellogg, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume XIII. Flowering Plants. Monocots. Poaceae., St. Louis, Missouri, USA, 2015.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore., 1960.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- G. Pasqua, G. Abbate e C. Forni, Botanica Generale - Diversità vegetale, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2015, ISBN 978-88-299-2718-0.
- Grass Phylogeny Working Group, Phylogeny and Classification of Poaceae (PDF), in Annals of the Missouri Botanical Garden, vol. 88, n. 3, 2001, pp. 373-457. URL consultato il 14 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
- Jeffery M. Saarela et al., A 250 plastome phylogeny of the grass family (Poaceae): topological support under different data partitions (PDF), in PeerJ, vol. 4299, 2018, pp. 1-71. URL consultato il 14 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2019).
- Robert J. Soreng et al., A worldwide phylogenetic classification of the Poaceae (Gramineae) II: An update and a comparison of two 2015 classifications, in JSE - Journal of Systematics and Evolution, vol. 55, n. 4, 2017, pp. 259-290.
- H. Trevor Clifford & Peter D. Bostock, Etymological Dictionary of Grasses, New York, Springer, 2007.
- Alexander Betekhtin, Glyn Jenkins, Robert Hasterok, Reconstructing the Evolution of Brachypodium Genomes Using Comparative Chromosome Painting (PDF), in Plos One, vol. 9, n. 12, 2014, pp. 1-26.
- Pilar Catalan e Autori vari, Evolution and taxonomic split of the model grass Brachypodium distachyon (PDF), in Annals of Botany, vol. 109, 2012, pp. 385-405.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Brachypodium retusum
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Brachypodium retusum EURO MED - PlantBase Checklist Database.
- Brachypodium retusum The Plant List - Checklist Database.
- Brachypodium retusum Royal Botanic Gardens KEW - Database.
- Brachypodium retusum IPNI Database.