Vai al contenuto

Susa (Italia)

Coordinate: 45°08′N 7°03′E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Susa
comune
Susa – Stemma
Susa – Bandiera
Susa – Veduta
Susa – Veduta
Panorama del centro storico dal campanile di San Giusto
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Piemonte
Città metropolitana Torino
Amministrazione
SindacoPier Giuseppe Genovese (lista civica) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate45°08′N 7°03′E
Altitudine503 (min 430 - max 705) m s.l.m.
Superficie10,99 km²
Abitanti5 910[1] (31-8-2023)
Densità537,76 ab./km²
FrazioniCastelpietra, Coldimosso, San Giuliano, Traduerivi
Comuni confinantiBussoleno, Giaglione, Gravere, Mattie, Meana di Susa, Mompantero, Venaus
Altre informazioni
Cod. postale10059
Prefisso0122
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT001270
Cod. catastaleL013
TargaTO
Cl. sismicazona 3s (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 3 108 GG[3]
Nome abitantisegusini
PatronoNostra Signora della Neve
Giorno festivo5 agosto
SoprannomeGioiello delle Alpi Cozie
MottoIn flammis probatus amor
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Susa
Susa
Susa – Mappa
Susa – Mappa
Localizzazione del comune di Susa nella città metropolitana di Torino.
Sito istituzionale

Susa (Susa in piemontese; Souiza, Suèiza, Suza o Susa in francoprovenzale, Suse in francese, Segusium in latino) è un comune italiano di 5 910 abitanti della città metropolitana di Torino in Piemonte.

Da millenni crocevia dei diversi itinerari transalpini fra Italia e Francia, è contraddistinta da considerevoli monumenti romani e medioevali. Si trova al centro dell'omonima valle. Nell'antichità fu capitale del Regno dei Cozii, punto di partenza della Via Domizia e della Via Cozia e posto tappa dell'Itinerarium burdigalense e della Via Francigena.

Geografia fisica

[modifica | modifica wikitesto]
Susa e il monte Rocciamelone

Distante circa 53 chilometri ad ovest dal capoluogo Torino, Susa è situata nel tratto terminale della pianeggiante Bassa Valle di Susa, alla confluenza del torrente Cenischia con la Dora Riparia, dove la val di Susa si biforca: verso nord la profonda insenatura della val Cenischia, verso ovest il salto di quota dell'Alta Val di Susa. Luogo strategico dal punto di vista viario in questo settore alpino, essendo all'incrocio tra gli itinerari, sfruttati anche dalla Via Francigena, per i passi del Moncenisio (tramite la Val Cenischia) e del Colle Clapier (tramite la Val Clarea) entrambi in direzione della Francia del Nord, del Monginevro tramite l'Alta Valle Susa, in direzione di Francia del Sud e Spagna, e il Colle delle Finestre verso la confinante Val Chisone.
Dominano il centro storico a ovest la collina del Castello della Contessa Adelaide, a nord lo sperone roccioso su cui sorgeva il Forte della Brunetta; a nord svetta panoramicamente sulla città il Monte Rocciamelone, 3538 metri, che appartiene al territorio del vicino comune di Mompantero. Terminano alle spalle della città le "Gorge", profondo canyon in cui scorre la Dora Riparia nel tratto tra Exilles e Susa.

Origini del nome

[modifica | modifica wikitesto]

Chiamata Segusium in epoca romana, diventò poi Segusia, Secusia e infine Susa. Il toponimo è formato dal radicale gallico sego che significa forte.[4]

L'Arco di Augusto costruito dai Cozi

Difficile stabilire l'epoca in cui la città fu abitata per la prima volta e le popolazioni che l'abitarono. Certamente tra esse ci furono i Liguri e in seguito arrivarono i Celti (500 circa a. C.) che si fusero con le prime popolazioni. Poi giunsero i Romani guidati da Giulio Cesare che combatterono con le popolazioni locali e stabilirono con Donno, il loro re, un patto di alleanza, in modo da garantire un transito sicuro verso la Gallia a truppe e merci dai valichi del vicinissimo Colle Clapier[5] e del più lontano Colle del Monginevro. I buoni rapporti continuarono per un lungo periodo, sanciti dalla costruzione dell'arco di Augusto. La città allora si chiamava Segusium e fu la capitale del Regno dei Cozii, nella provincia detta delle Alpi Cozie.

Nel III secolo la città si dotò di una cinta muraria. Ciò nonostante fu assediata e incendiata dalle truppe di Costantino nel 312. Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente (476) iniziò per Susa un periodo di decadenza. Dopo la morte di Odoacre, Susa divenne parte del Regno ostrogoto di Teoderico. Con la fine guerra gotica, Susa divenne parte della Prefettura del pretorio d'Italia sino alla conquista da parte delle truppe di Alboino, che l'annessero al Regno longobardo.

Piazza Savoia, la piazza principale, fu costruita sopra l'antica città, tanto che vi si ritrovano reperti archeologici dell'epoca romana e la Porta Savoia del IV secolo. Approfittando del periodo d'anarchia seguito alla morte di Clefi, il merovingio Gontrano, re dei Franchi d'Orléans, sconfisse i longobardi, annettendosi Aosta e Susa nel 575. Essendo importanti punti di accesso per l'Italia, Aosta e Susa costituirono sempre una spina nel fianco per i Longobardi.[6] A seguito della conquista del regno longobardo da parte di Carlo Magno nel 774, Aosta e Susa seguirono le sorti del regno d'Italia.

Del Medioevo rimangono diversi complessi monumentali, come il castello della Contessa Adelaide, la pieve battesimale di Santa Maria Maggiore con gli edifici annessi, l'abbazia di San Giusto, il convento di S. Francesco e i suoi chiostri, le case medioevali porticate, la casa De Bartolomei, due torri nel centro della cittadina. Fu Napoleone a conferirle il titolo di città. Nel 1854 Susa venne raggiunta dalla ferrovia, con la linea Torino-Susa, inaugurata il 22 maggio e di cui rimane quasi intatta la stazione di testa. Fra il 1868 e il 1871 Susa fu interscambio con la Ferrovia del Moncenisio a Sistema Fell, che valicava il Colle a 2000 metri circa e faceva parte della cosiddetta Valigia delle Indie; il tutto mentre erano in costruzione la nuova linea Bussoleno-Modane e il Traforo del Frejus, che favorirono la costruzione del Deposito Ferroviario a Bussoleno anziché a Susa.

La città, dalla presenza valdese, ha una Chiesa Cristiana Evangelica Valdese.[7]

Nel centro storico della città risiede una comunità immigrata da Paola, in Calabria, con cui è gemellata.

Lo stemma è così descritto nello statuto comunale:

«due torri, rossa l'una in campo d'argento, d'argento l'altra in campo rosso, le due torri fiancheggiano una porta sormontata da un piano con due finestre; le torri, che sono merlate, hanno tre finestre cadauna, lo scudo è sormontato da corona marchionale a cui è unita in basso la croce di Savoia, due rami di quercia adornano ai fianchi lo stemma, sotto al quale sopra un nastro sta scritta la legenda "in flammis probatus amor".»

Lo stemma è molto antico e presumibilmente risale al periodo di Adelaide e Oddone di Savoia. Nei secoli fu oggetto di piccole modifiche ma rimase costante il simbolo delle due torri che ricordano Porta Savoia, accompagnate dall'emblema sabaudo e sormontate dalla corona marchionale. Il motto latino fa probabilmente riferimento all'incendio causato dal Barbarossa o ad altre devastazioni patite dalla città di Susa.[9]

Il gonfalone è un drappo di rosso scuro con al centro lo stemma comunale.

Monumenti e luoghi d'interesse

[modifica | modifica wikitesto]
La città di Susa vista dall’alto. Sono riconoscibili l'arena romana (in basso a sinistra) con accanto il complesso del convento di San Francesco, il castello della Contessa Adelaide con le mura romane, la pieve battesimale di Santa Maria Maggiore (al centro dell’immagine) e la cattedrale di San Giusto (fra le due chiese si scorge anche Porta Savoia). Sulla collina di destra si nota il Forte Santa Maria, detta “Colombaia”, che era parte del complesso del forte della Brunetta
Altra veduta aerea di Susa. Sono ben visibili la cattedrale di San Giusto e il suo campanile affiancata dal vecchio seminario a sinistra e da Porta Savoia sulla destra, i quali si affacciano su piazza Savoia, (dove sono anche collocati gli scavi archeologici), e la pieve battesimale di Santa Maria Maggiore che si affaccia sul cortile dell’oratorio della parrocchia. Accanto al ponte sulla Dora Riparia si nota la chiesa della Madonna del Ponte, sede del Museo diocesano d'arte sacra. Si scorge in lontananza (sulla sinistra) anche il campanile color giallo della chiesa di Sant'Evasio e dietro di questa l’edificio che ospitava la sede segusina del Cotonificio Vallesusa. In basso a destra si può notare il tetto del castello della Contessa Adelaide
La cattedrale a fianco della romana Porta Savoia, simbolo della città

Susa presenta un numero notevole di edifici e luoghi di interesse storico, soprattutto se visti in rapporto alle dimensioni relativamente contenute dell'abitato e due musei di riferimento per il territorio di valle, il Museo civico e il Museo diocesano di arte sacra.

La cittadina alpina presenta una notevole stratificazione di epoche, con manufatti di epoca romana ancora ottimamente conservati (Porta Savoia, Arco di Augusto, Arena romana, Mura romane), case urbane medioevali, tre complessi religiosi dalla differente identità (la cattedrale di San Giusto — anticamente abbazia benedettina, il complesso di Santa Maria Maggiore — canonicato agostiniano capofila della Bassa Valle, San Francesco, primo convento francescano in Piemonte), il castello e i resti di un poderoso forte, la "Brunetta". La città è stata oggetto di molteplici studi da parte delle Soprintendenze, ricomprendenti anche gli antichi passaggi sotterranei presenti in abitazioni private, spesso citati pure nella tradizione orale dagli abitanti di Susa[10].

Resti archeologici

[modifica | modifica wikitesto]

Architetture militari

[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose

[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili

[modifica | modifica wikitesto]
  • Casa de Bartolomei
  • Arche di Piazza San Giusto
  • Portici medioevali
  • Affreschi sul Palazzo del Tribunale
  • Museo civico, ove dall'anno 2017 è in corso di riapertura l'allestimento delle collezioni e di un centro di interpretazione del territorio della Valle di Susa[11]
  • Museo diocesano d'arte sacra (Susa) che conserva il Tesoro della cattedrale di San Giusto e le opere d'arte più preziose della diocesi di Susa

Immagini storiche Fondo Gabinio Fond. Torino Musei

[modifica | modifica wikitesto]

Aree protette

[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica

[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[12]

Etnie e minoranze straniere

[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 593 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Associazioni culturali

[modifica | modifica wikitesto]

La città è anche sede di associazioni culturali senza fini di lucro, tra le quali la Segusium, Società di Ricerche e di Studi Valsusini, che anche attraverso l'omonima Rivista ha ripetutamente approfondito le vicende storico-artistiche della città, ad esempio in occasione del convegno internazionale di studi su Enrico da Susa detto il Cardinale Ostiense (Susa - Embrun, 1972), del Convegno: “Susa - centro storico - studi sul passato - prospettive di recupero” del 1987, sulla contessa Adelaide (1991) e sul bimillenario dell'Arco di Augusto (1992). Attive sono poi le associazioni "Amici del Castello della contessa Adelaide", "I chiostri di San Francesco", "Liuteria piemontese", "Il ponte", "A SusA", "Compagnia della Libreria", "Centro Culturale Diocesano", il gruppo fotografico "L'Idea", il Gruppo Folkloristico e il Gruppo Sbandieratori, i tre Cori "Primavera", "Alpi Cozie" e "Gruppo vocale e strumentale S. Evasio", mentre nel teatro vi sono "Teatro Insieme" e "I nani sulle spalle dei giganti"; la "Associazione Astrofili Segusini" per la divulgazione astronomica[13] oltre alla pro loco e ai sei borghi partecipanti al Torneo storico dei borghi comunemente noto come Palio di Susa.

Dal passato fino alla fine del secolo XX

[modifica | modifica wikitesto]

L'economia della città si è sempre retta sulla presenza delle vie di transito: la via napoleonica prima, le statali poi, oggi l'autostrada ed in un ipotetico futuro la linea ad alta velocità (TAV). Questa sua posizione di "città di transito" ne ha condizionato di molto la natura, specialmente negli ultimi due secoli: da normale paese ai piedi dei monti, la sua economia si fondava su attività legate alla terra, come l'allevamento e l'agricoltura. Grandi cambiamenti avvennero solo però a partire dai primi dell'Ottocento, quando fu completata la strada Napoleonica. La città divenne così luogo di transito molto frequentato e sosta obbligata sulla via della Francia. Si sviluppò l'attività alberghiera e quella commerciale: la presenza continua di militari, dovuta alla vicinanza dei confini, contribuì fino a non molto tempo fa all'economia della città. Ma con lo sviluppo dei mezzi di comunicazione, e soprattutto con l'apertura della linea ferroviaria internazionale, si cercò di far sopravvivere la città aprendo una serie di fabbriche, tra cui spiccano il cotonificio Vallesusa e l'acciaieria ASSA. La produzione industriale resse la città offrendo diverse centinaia di posti di lavoro per quasi un secolo. Conclusasi non senza problemi la prima metà del XX secolo, nel secondo dopoguerra l'attività industriale imboccò un lento declino, complici una serie di fattori, comuni al lento declino dell'industria in Piemonte e in Italia cominciato all'inizio degli anni settanta e che continua tuttora.

L'economia oggi e le prospettive per il futuro

[modifica | modifica wikitesto]

Con l'avvento dell'era post-industriale, una dopo l'altra tutte le attività industriali di Susa morirono e la città si trovò di nuovo a dover cercare una soluzione. Oggi gran parte degli abitanti di Susa lavorano in valle o a Torino, e tutti i giorni affollano i treni dei pendolari che li portano dove esiste il lavoro.
Con l'apertura dell'autostrada la città si è liberata del traffico pesante, ma anche di molti dei turisti occasionali (prevalentemente francesi) che si incontravano spesso per la città in tutte le stagioni.
Oggi il turismo esiste comunque ed è importante (complice anche lo svolgimento di alcune manifestazioni, tra cui la Castagna d'oro, il Palio Storico dei Borghi di Susa e la corsa Susa-Moncenisio), anche se si tratta prevalentemente di turismo occasionale.

La Città di Susa ha visto negli ultimi anni lo sviluppo di alcuni interessanti settori nell'ambito turistico con il Museo di Arte religiosa Alpina che promuove mostre e convegni a carattere internazionale come "Carlo Magno e le Alpi" (15 000 visitatori) e nel 2008 "Alpi da Scoprire".

Inoltre la riqualificazione e pedonalizzazione del centro storico cittadino, la riscoperta del tempio romano, la ristrutturazione del castello medioevale, prima residenza sabauda in Italia, porteranno sempre più Susa verso un'offerta culturale turistica d'eccellenza.

Per la qualità della sua offerta turistica e ambientale, Susa è stata insignita della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano[14][15].

Amministrazione

[modifica | modifica wikitesto]
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1985 1990 Renato Montabone Democrazia Cristiana Sindaco
1990 1999 Germano Bellicardi centro Sindaco
1999 2009 Sandro Plano centro-sinistra Sindaco
2009 2014 Gemma Amprino Giorio centro-destra Sindaco
2014 2019 Sandro Plano centro-sinistra Sindaco
2019 in carica Pier Giuseppe Genovese lista civica Sindaco

Altre informazioni amministrative

[modifica | modifica wikitesto]

Il comune faceva parte della Comunità montana Valle Susa e Val Sangone.

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Comuni della provincia di Torino, Consiglio Regionale del Piemonte, 2009.
  5. ^ Hannibal in the Alps: Stanford Alpine Archaeology Project 1994-2006.
  6. ^ Paolo de Vingo, Aristocrazia e poteri locali nella necropoli longobarde nel Regnum Longobardorum centro-occidentale, in Gausac - Grup d'Estudis Locals de Sant Cugat del Vallès, n. 34-35, XVIII-2009.
  7. ^ Carlo Davite, I Valdesi nella Valle di Susa (PDF), 1955.
  8. ^ Comune di Susa, Statuto (PDF), art. 5, Stemma e gonfalone.
  9. ^ Stemma della Città di Susa, su Città di Susa. URL consultato il 29 maggio 2024.
  10. ^ Sara Inzerra, La «verifica e la dichiarazione culturale» dei beni architettonici: l'esperienza campione in Valle di Susa, pp. 26-27, in Vaudetti, Minucciani, Canepa (a cura di), Mostrare l'archeologia. Per un manuale-atlante degli interventi di valorizzazione, Torino 2013, link ebook Allemandi: [1] Archiviato il 25 febbraio 2014 in Internet Archive.
  11. ^ Maria Pia Dal Bianco, La valorizzazione e l'allestimento del Parco Archeologico della Rocca e del Museo al Castello della Contessa Adelaide a Susa, pp. 268-271 in Vaudetti, Minucciani, Canepa (a cura di), The archaeological musealization, Torino 2012, link ebook Allemandi: [2] Archiviato il 29 maggio 2012 in Internet Archive.
  12. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  13. ^ Associazione Astrofili Segusini, su astrofilisusa.it. URL consultato il 30 aprile 2018.
  14. ^ Susa: cosa vedere, dove dormire, dove mangiare | Touring Club, su Touring Club Italiano. URL consultato il 4 giugno 2024.
  15. ^ Turismo: Susa, Agliè e Avigliana bandiere arancioni del Touring club, su La Stampa, 5 febbraio 2024. URL consultato il 4 giugno 2024.
  • Progetto Valle di Susa. Tesori d'arte e cultura alpina, Itinerari di arte religiosa alpina, Valle di Susa, Borgone Susa 2009
  • Progetto Valle di Susa. Tesori d'arte e cultura alpina, Itinerari di Cultura e Natura alpina Valle di Susa, Borgone Susa 2010
  • Federico Barello, Susa: archeologia di una capitale alpina, in Vaudetti, Minucciani, Canepa (a cura di), The archaeological musealization, Torino 2012, pagg. 168-169, link ebook Allemandi: [3]
  • Cavargna Bontosi Mario, L'Arco e la forma urbana della città di Susa. Segusium Anno XXXI - (33 bis) ottobre 1994 - Bimillenario dell'Arco di Susa (Atti del convegno 2-3 ottobre 1992)
  • Cavargna Bontosi Mario, La strada romana “Per Alpes Cottias” Segusium Anno XXXVI - n. 38, settembre 1999
  • Cavargna Mario, Alcune questioni da affrontare sulle origini romane di Susa. Segusium Anno XLVII - n. 49 - Settembre 2010
  • Maria Pia Dal Bianco, La valorizzazione e l'allestimento del Parco Archeologico della Rocca e del Museo al Castello della Contessa Adelaide a Susa, pagg.268-271 in Vaudetti, Minucciani, Canepa (a cura di), The archaeological musealization, Torino 2012, link ebook Allemandi: [4] Archiviato il 29 maggio 2012 in Internet Archive.
  • Livio Dezzani - Luca Patria, Dalla Segusio romana alla villa Secusie medievale: forme urbane, strade e risorse ambientali. Segusium Anno XLVI - n. 48 - Settembre 2009
  • Livio Dezzani - Luca Patria, Territorio, strade e città fortificate: tarda antichità e medioevo a cavallo delle Alpi.. Segusium Anno XLVII - n. 49 - Settembre 2010
  • Sara Inzerra, La «verifica e la dichiarazione culturale» dei beni architettonici: l'esperienza campione in Valle di Susa, pagg. 20-30 in Vaudetti, Minucciani, Canepa (a cura di), Mostrare l'archeologia. Per un manuale-atlante degli interventi di valorizzazione, Torino 2013, link ebook Allemandi: [5]
  • Liliana Mercando (a cura di),La Porta del Paradiso: un restauro a Susa, Stamperia artistica nazionale, Trofarello 1993, pagg. 380, disponibile on line sul sito della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie [6] Archiviato il 13 giugno 2021 in Internet Archive.
  • Luca Patria, Dai moenia vetera ai novi forti: la difesa di Susa fra tardo medioevo ed età moderna, in Liliana Mercando (a cura di) La Porta del Paradiso: un restauro a Susa, Stamperia artistica nazionale, Trofarello 1993 [7][collegamento interrotto]
  • Vaudetti, Minucciani, Canepa (a cura di), The archaeological musealization, Torino 2012, link ebook Allemandi: [8]
  • Vaudetti, Minucciani, Canepa (a cura di), Mostrare l'archeologia. Per un manuale-atlante degli interventi di valorizzazione, Torino 2013, link ebook Allemandi: [9]

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN156094127 · SBN TO0L003294 · LCCN (ENn94089566 · GND (DE4118913-9 · BNF (FRcb11952963r (data) · J9U (ENHE987007531164305171
  Portale Piemonte: accedi alle voci di Wikipedia che parlano del Piemonte