Eni, tramite la controllata Eni New Energy, ha avviato la costruzione di un impianto fotovoltaico con una capacità installata di picco di 31 Mega Watt all'interno del sito industriale di Porto Torres, Sassari. Il progetto, che ha ottenuto l'autorizzazione unica alla costruzione e all'esercizio da parte della Regione Sardegna, sorgerà nelle aree interne al Sito di Interesse Nazionale di Porto Torres, riqualificate da Syndial, società ambientale del colosso oil, nell'ambito del progetto di risanamento ambientale del sito industriale.
L'energia annuale prodotta, pari a 51 GWh (GigaWattora), sarà autoconsumata per circa il 70% dalle società presenti nel sito industriale e consentirà di evitare l'emissione di circa 26.000 tonnellate l'anno di CO2. Il progetto contribuirà così agli obiettivi definiti dal piano energetico regionale e dalla strategia energetica nazionale in termini di decarbonizzazione e di apporto delle energie rinnovabili al mix energetico.
Eni ha, inoltre, definito con il Comune di Porto Torres, in accordo con le istituzioni locali, una convenzione finalizzata alla realizzazione di interventi sul territorio nell'ambito dell'efficienza energetica e della sostenibilità ambientale. Il progetto fotovoltaico di Porto Torres rientra nell'ambito delle iniziative del Progetto Italia, avviato da Eni nel 2016, e sarà completato entro la fine di quest'anno. È il secondo impianto realizzato in Sardegna in aree industriali di proprietà dopo quello di Assemini (26 MW), la cui costruzione è stata completata lo scorso anno.
A Piazza Affari con il prezzo del petrolio (Wti) in rialzo a 57,50 dollari al barile (+0,37%), grazie alle sanzioni americane che hanno ridotto l'offerta di diversi Paesi e ai colloqui sul commercio tra Usa e Cina che sembrano diretti al successo, il titolo Eni si limita a un progresso dello 0,29% a quota 15,332 euro. L'Opec ha deciso di tagliare la produzione di 1,2 milioni di barili al giorno. Mentre le sanzioni americane hanno colpito intanto le esportazioni iraniane e venezuelane.