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Tank Girl

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Tank Girl
fumetto
Lingua orig.inglese
PaeseGran Bretagna
TestiJamie Hewlett, Alan Martin
DisegniJamie Hewlett
EditoreDeadline Publications Ltd.
Collana 1ª ed.Deadline
1ª edizione1988
Generepostapocalittico

Tank Girl è un personaggio dei fumetti, protagonista di una omonima serie a fumetti britannica ideato da Jamie Hewlett e Alan Martin.[1][2] Dalla serie a fumetti è stata tratto un adattamento cinematografico nel 1995.[2]

L'esordio risale al 1988 sulla rivista inglese Deadline[1].

Originariamente disegnato da Jamie Hewlett, è stato anche disegnato da Philip Bond, Glyn Dillon, Ashley Wood, Warwick Johnson-Cadwell, Jim Mahfood, Rufus Dayglo, Andy Pritchett, e Mike McMahon.[senza fonte]

La protagonista della serie è una ragazza alle prese con stravaganti imprese studiate per scandalizzare e ribaltare le regole nella tradizione dello spirito iconoclasta punk. Le vicende si svolgono un futuro post-atomico[1].

L'ambientazione di sfondo è un'Australia post-apocalittica stilizzata, ma che ricorda molto la cultura pop britannica contemporanea di quegli anni. Tank Girl, la ragazza che dà il nome al fumetto, guida un carro armato, che è anche la sua casa, e intraprende una serie di missioni per una oscura organizzazione prima di essere dichiarata una fuorilegge a causa delle sue inclinazioni sessuali e dell'abuso di sostanze. Il fumetto è incentrato sulle sue disavventure e quelle del suo ragazzo, Booga, un canguro mutante.[senza fonte]

Storia editoriale

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Dopo aver lasciato il college, Brett Ewins propose a Jamie Hewlett e al suo amico Alan Martin di collaborare a una nuova rivista, Deadline, e nel 1988, i due produssero una serie di strisce incentrate sul personaggio chiamato Tank Girl che presto divenne una delle serie più popolari pubblicate sulla rivista. A seguito del successo della serie, nel 1995 ne venne tratto un lungometraggio e per l'occasione Hewlett, insieme a Milligan, realizzò una nuova mini serie incentrata sul personaggio per l'etichetta Vertigo della DC Comics. Nella seconda metà degli anni novanta, Hewlett passo poi ad occuparsi di altro, lavorando prevalentemente per la televisione.[2]

Edizioni italiane

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  • Tank Girl Magazine (General Press): rivista contenitore mensile che pubblica anche fumetti della serie Tank Girl. La serie comprende sette numeri compreso un numero zero del Settembre 1995. Del n. 6 (giugno 1996) esiste anche una versione con CD "Tank Tracks one"[3].[1]
  • Tank (Magic Press): rivista contenitore mensile che pubblica anche fumetti della serie Tank Girl dopo il passaggio della testata dalla General Press alla Magic Press. La serie comprende sei numeri compreso un numero zero del Dicembre 1996 che anticipa l'uscita regolare della serie a partire dal febbraio 1997[4].
  • Lupo Alberto Magazine (Macchia Nera)[5]: pubblicazione aperiodica della quale escono in totale nove numeri anticipati da un numero zero pubblicata dal 1991. Presenta varie serie a fumetti tra cui anche Tank Girl[5].
  • In Italia il fumetto è uscito negli anni novanta per la ACME e nel 2013 vi è stata una ristampa con aggiunta di contenuti dalla Panini Comics.

Influenza culturale

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  • Avril Lavigne, nota cantante canadese, fa un tributo al fumetto Tank Girl nel video della sua canzone Rock n Roll, pubblicato il 20 agosto 2013.[7][8]
  1. ^ a b c d e f Guida Fumetto, Tank Girl, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  2. ^ a b c d (EN) Jamie Hewlett, su lambiek.net. URL consultato il 4 agosto 2017.
  3. ^ Tank Girl 1995, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  4. ^ Tank, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  5. ^ a b Magazine, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  6. ^ a b Rachel Talalay, Tank Girl, 31 marzo 1995. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  7. ^ AvrilLavigneVEVO, Avril Lavigne - Rock N Roll, 20 agosto 2013. URL consultato il 22 giugno 2017.
  8. ^ And the bride wore camo! Newlywed Avril Lavigne wears fishnet suspenders and decorates herself in bullets to transform into Tank Girl for latest video, in Mail Online. URL consultato il 22 giugno 2017.

Collegamenti esterni

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