Stipe votiva
Stipe votiva è l'espressione con cui gli archeologi indicano l'insieme degli oggetti che dimostrano l'adempimento di voti religiosi, raccolti all'interno o nelle vicinanze di un luogo di culto. Questi oggetti votivi erano accumulati in depositi o ripostigli o anche sul fondo di acque sorgive, quando esse erano oggetto di culto. Quando, nel corso di uno scavo archeogico si rinviene una stipe, è certa la presenza o la vicinanza di un luogo di culto[1]. A volte, in ambito archeologico, l'espressione "stipe votiva" indica anche la fossa o il ripostiglio nella quale gli oggetti sono stati accumulati[2].
Gli oggetti accumulati nelle stipi votive potevano essere realizzati con materiali vari, più o meno di valore, ed avere in alcuni casi un vero e proprio valore artistico[1]. Sono oggi quindi considerate preziose testimonianze, utili per trarne informazioni sull'arte e sulla religiosità delle civiltà del passato.
Era necessario un rituale per consacrare l'oggetto votivo e allontanarlo dalla sfera profana; servivano allo scopo ad esempio una sacra processione diretta verso il luogo di culto, oppure la modifica delle caratteristiche fisiche dell'oggetto, con segni incisi o rotture intenzionali. Gli oggetti offerti in voto devono inoltre essere sottratti alla circolazione ed esposti alla vista[3].
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il termine "stipe" deriva dal latino stĭpe(m) (al nominativo stips), propriamente "offerta"[4]; il termine "votivo" deriva dall'espressione latina ex voto suscepto, ovvero "secondo la promessa fatta"[5]".
Significato storico
[modifica | modifica wikitesto]Il termine "stipe" (latino stips) aveva nell'antichità romana un significato più ampio di quello utilizzato oggi in ambito archeologico: non comprendeva solo il complesso degli oggetti accumulati presso un luogo di culto in seguito a voti, ma indicava qualsiasi offerta per scopi religiosi, comprese le offerte in denaro e le collette raccolte dai fedeli come dono alla divinità, ad esempio in occasione di festività religiose[6].
Non è un caso, infatti, che da stips, oltre che il termine dotto "stipe", derivi anche il termine "stipendio"[7].
Stipi votive in Italia
[modifica | modifica wikitesto]In Italia, sono state rinvenute stipi votive, spesso ricche di oggetti artistici; specialmente in Lazio, Toscana, Marche, Umbria e Sardegna, gli oggetti erano più spesso in bronzo, mentre nell'Italia meridionale e nella Sicilia erano più spesso in terracotta[1].
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Stipe votiva del Belvedere, di età romana (Museo di archeologia urbana Giuseppe Fiorelli, Lucera)
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Marte stante, dalla stipe votiva picena di Coltrone di Cagli (Museo archeologico nazionale delle Marche)
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Marte in assalto, dalla stipe votiva picena di Coltrone di Cagli (Museo archeologico nazionale delle Marche)
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Testa di Marte, dalla stipe votiva picena di Coltrone di Cagli (Museo archeologico nazionale delle Marche)
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Vasellame miniaturistico, dalla stipe votiva picena di Cupramarittima (Museo archeologico nazionale delle Marche)
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Ombre della sera picene (Museo archeologico nazionale delle Marche)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c stipe, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ stipe, su dizionari.repubblica.it.
- ^ Ex voto, su romanoimpero.com, novembre 2018.
- ^ stipe, su garzantilinguistica.it.
- ^ Ex voto, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
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- Enciclopedia Treccani dell'arte antica, ediz. 1966, voce stipe
- enciclopedia Treccani, ediz. 1936, voce stipe
- ^ Sito www.etimo.it, voce stipendio.
Voci correlate
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