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Portale:San Severo

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San Severo

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San Severo
San Severo (antico Castellum Sancti Severini, quindi San Severino, poi Sansevero; in dialetto Sanzëvìrë) è una città di oltre 55 000 abitanti della provincia di Foggia. Capoluogo di Capitanata e Molise fino al 1584, è sede vescovile dal XVI secolo.

Centro di antiche tradizioni mercantili e agricole, oggi essenzialmente dedito al terziario e sede universitaria, il comune, al centro di un reticolo viario nel Tavoliere settentrionale, è una città d'arte.

È il trentaduesimo comune italiano per estensione territoriale e il nono della Puglia.

La città sorge in territorio pianeggiante, a circa 90 m s.l.m. Il suo agro, che geologicamente appartiene al Quaternario antico (con sabbia e argilla fossilifere, di origine marina), segue un andamento altimetrico decrescente da ovest (125 m s.l.m.) a est (26 m s.l.m.), mutando progressivamente dalle lievi crespe collinose occidentali alla più regolare piana a oriente, in corrispondenza del bacino del Candelaro.

Minimi i corsi d'acqua: oltre al Candelaro, attraversano l'agro sanseverese i torrenti Triolo e Salsola e i canali Radicosa, Vènolo, Ferrante, Santa Maria e Potesano. Alla scarsità di acque in superficie, quasi del tutto assenti nella stagione estiva, corrisponde una notevole presenza di acque freatiche salmastre, soprattutto nel sottosuolo della città.

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Storia della città
Secondo la leggenda rinascimentale, la città fu fondata dall'eroe greco Diomede col nome di Castrum Drionis (Casteldrione), e sarebbe rimasta pagana fino al 536, quando san Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto, avrebbe imposto all'abitato il nome di un fantomatico governatore Severo, da lui convertito al cristianesimo.

San Severo sorge nell'antica Daunia, e nell'agro della città sono state rinvenute tracce di vari insediamenti neolitici. In età medievale l'area non risulta interessata da abitati stabili e definibili. Tra l'età longobarda e quella bizantina s’irradiò dal monastero di Cassino il monachesimo benedettino, e con esso il culto del santo apostolo del Norico Severino: sul probabile itinerario di quella variante della Via Francigena oggi chiamata “Via Sacra Langobardorum” sorse dunque una primitiva chiesetta dedicata al santo, presso cui si formò nell'XI secolo, grazie al continuo afflusso di pellegrini diretti a Monte Sant’Angelo e agli spostamenti di uomini e merci, l'odierna città, originariamente chiamata Castellum Sancti Severini (borgo fortificato di San Severino).

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Le chiese
San Severo, città d'arte e località-simbolo del barocco nella Puglia settentrionale, conta diciotto chiese storiche. Tre di queste sono monumenti nazionali.

Arcipretale e Matrice di san Severino abate

Attestata per la prima volta nel 1059, rappresenta il cuore storico e religioso della città, della quale è prima parrocchia. La facciata maggiore, in pietra e laterizio, ha portale con iscrizione che ricorda la riconsacrazione del 1224 e semplice archivolto in breccia corallina, mentre in una nicchia nel timpano è inserita una statuetta tardomedievale raffigurante san Severino in abiti pontificali. La facciata di transetto, più ricca, ha portale con sontuoso archivolto sorretto da mensole leonine, rosone a sei raggi e bassorilievo col santo titolare tra due angeli. Accanto sorge lo svettante campanile (alto 50 metri): la parte inferiore, in pietra e con elegante bifora gotica, è medievale (su di essa sono collocate due meridiane in marmo, ottocentesche); la parte superiore, barocca e in laterizio, fu costruita intorno al 1730.

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La Festa del Soccorso
La Festa del Soccorso è la festa patronale di San Severo in Puglia.

Si celebra la terza domenica di maggio e il lunedì successivo in onore della Madonna del Soccorso e dei santi compatroni principali, san Severino abate e san Severo vescovo. È caratterizzata da due sontuose processioni, in cui si portano a spalla numerosi simulacri di santi, scandite dalle fragorose batterie pirotecniche, dette anche fuochi, incendiate negli oltre venti rioni al passaggio dei sacri cortei.

La notorietà dell'evento, che ogni anno attira a San Severo diverse migliaia di visitatori (non solo italiani), è in costante aumento, anche grazie al rilievo dedicatogli, negli ultimi anni, dalla carta stampata e dalla televisione. Nel 2005 è stato entusiasta spettatore della Festa, tra gli altri, il regista Ferzan Özpetek.

Per i sanseveresi - residenti e non - la Festa rappresenta un annuale eldorado, una grande e aggregante liturgia barocca in cui essi si riconoscono e si identificano, nonché una valvola di sfogo delle tensioni e delle ansie dell'intera città. Ma essa, grazie alle sue inimitabili caratteristiche, è divenuta anche preziosa occasione di turismo e di promozione economica.

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La diocesi sanseverese
La diocesi di San Severo (lat. Dioecesis Sancti Severi o Severopolitana) è una diocesi cattolica della Puglia, con sede a San Severo. Si estende su un territorio di 1270 km², coincidente con la città di San Severo e nove dei comuni più settentrionali della provincia di Foggia: Apricena, Chieuti, Lesina, Poggio Imperiale, Rignano Garganico, San Nicandro Garganico, San Paolo di Civitate, Serracapriola e Torremaggiore. Già ricadente nella provincia ecclesiastica di Benevento, è oggi sede vescovile suffraganea di Foggia-Bovino. Divisa in tre vicarie, raggruppa 37 parrocchie per complessivi 131 200 abitanti.

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Il museo civico
Il MAT, Museo dell'Alto Tavoliere, è il museo civico di San Severo. È stato istituito nel 1989 nelle sale del settecentesco palazzo monastico dei padri conventuali, noto anche come Palazzo San Francesco.

Il cenobio, fondato nel 1232 fu parzialmente distrutto dal terremoto del 1627 e ricostruito nella seconda metà del Settecento coll'aggiunta dell'ala sud-ovest a ridosso del fossato delle cadenti mura urbiche. In età napoleonica il monastero fu soppresso e il palazzo fu adibito a caserma. Nel 1813 fu trasformato in orfanotrofio e dal 1989 è sede della Biblioteca comunale "Alessandro Minuziano", dell'Archivio storico comunale e del Museo civico.

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La pinacoteca Schingo
La pinacoteca "Luigi Schingo" di San Severo, istituita il 3 aprile 2006 in una sala di Palazzo San Francesco, comprende trentasette opere tra dipinti, sculture, studi e disegni del maestro sanseverese pervenuti al Museo civico grazie a donazioni private.

Le opere pittoriche sono raggruppate in sei pannelli per temi, quelli che Schingo ha maggiormente affrontato durante la sua carriera artistica: i paesaggi, i ritratti, la vita quotidiana. Una serie di disegni, esposti accanto ai dipinti, testimonia come per l'artista, anche scultore e architetto, avesse molta importanza la fase preparatoria delle opere.

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Il museo diocesano
Importante contenitore d'arte sacra, il Museo diocesano di San Severo è allestito nei locali ipogeici del secentesco Palazzo del Seminario. Conserva argenti sacri, gioielli, statuaria, ricchi paramenti e dipinti di diversa epoca.

Tra i manufatti più significativi spiccano una collezione di piatti da colletta medievali in rame sbalzato, alcune notevoli statue lignee policrome medievali e rinascimentali e preziosi ostensori argentei barocchi.

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Album sanseverese
Sant'Agostino
Sant'Agostino
Andrea Pazienza
Andrea Pazienza (23 maggio 195616 giugno 1988) è stato un autore di fumetti italiano.

È ricordato soprattutto per avere dato vita a personaggi atipici e dissacranti (come Pentothal, Zanardi e Pompeo), per le numerose collaborazioni con importanti riviste di fumetti italiane (come Linus), e come fondatore della rivista Frigidaire. Le sue tavole sono state più volte esposte in importanti gallerie d'arte.

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Il teatro Verdi
Il Teatro Comunale "Giuseppe Verdi" di San Severo è il massimo teatro di Capitanata.

Erede del Real Borbone, una struttura da oltre quattrocento posti inaugurata nel 1819 e chiusa nel 1927, il Teatro del Littorio (questa fu la sua prima denominazione) venne costruito su progetto di Cesare Bazzani e rientra a pieno titolo nella politica di grandi opere perseguita dal regime fascista. I lavori, iniziati nel 1929, terminarono nel 1937.

L'edificio, di pianta quasi trapezoidale, è sorto sul vasto giardino del monastero delle Benedettine, in zona centralissima. Gli eleganti e imponenti prospetti esterni, di chiaro stile neoclassico, s'imposero prepotentemente su corso Garibaldi (la facciata) e sul Giro Esterno (il fianco sinistro), divenendo da subito punto di riferimento imprescindibile per la città.

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Il Real Borbone
Il Teatro "Real Borbone" di San Severo, primo teatro all'italiana di Capitanata e uno dei primi edificati nel Mezzogiorno, fu la massima sala teatrale della città dal 1819 al 1927.

Dal 1810, durante il decennio francese, il Teatro del Decurionato, attivo dalla metà del Settecento in una sala dell'antico Palazzo di Città, fu considerato troppo piccolo e inadeguato ai bisogni di San Severo. Quando, nel 1813, gli uffici comunali si trasferirono nel soppresso monastero dei celestini, si iniziò a pensare a un nuovo teatro da realizzarsi nel vecchio stabile decurionale. Nel 1814, quindi, un gruppo di privati cittadini si accordò colla civica amministrazione per trasformare l'intero piano soprano del palazzo in un teatro all'italiana. I cittadini avrebbero sostenute le spese necessarie in cambio della proprietà di alcuni palchi e di un certo numero di poltroncine in platea.

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Sanseveresi illustri
Uomini di lettere e di scienza

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La stazione
La stazione di San Severo, attiva dal 1863, è la prima media stazione pugliese che s'incontra provenendo da nord sulla linea adriatica. Serve non soltanto la città di San Severo ma l'intero Tavoliere settentrionale e i centri del nord del Gargano. Seconda per importanza nella provincia di Foggia, dopo quella del capoluogo, è fermata di treni eurostar, intercity e regionali.

Si trova in Piazza della Costituzione (già Piazzale Dalmazia), in zona relativamente periferica, ma è direttamente collegata al centro storico mediante viale Matteotti, grande e lunga arteria alberata che nasce dalla centralissima piazza dell'Incoronazione e termina nel piazzale della stazione, capolinea di autobus per il trasporto pubblico urbano ed extraurbano.

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