Vai al contenuto

Mohsen Namjoo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Mohsen Namjoo
Mohsen Namjoo nel 2013
NazionalitàIran (bandiera) Iran
GenereArt rock
Folk
Rock sperimentale
Periodo di attività musicale1993 – in attività
Album pubblicati3
Sito ufficiale

Mohsen Namjoo (persiano: محسن نامجو) (Torbat-e-Jam, 4 marzo 1976) è un cantautore, cantante e musicista iraniano. Il suo stile musicale è influenzato dal blues, dal rock e dalla musica folk iraniana.

Infanzia e giovinezza

[modifica | modifica wikitesto]

Namjoo è nato il 4 marzo 1976 a Torbat-e-Jam, una piccola città di Razavi Khorasan nel nord-est dell'Iran. È cresciuto nella città religiosa di Mashhad.[1] Ha iniziato a studiare la musica classica persiana quando aveva 12 anni. In giovane età ha iniziato ad ascoltare musica occidentale e si è interessato a musicisti come Jim Morrison, Eric Clapton e Chris de Burgh.

È stato ammesso alla Tehran University of Art nel 1994.

1997-2008: I primi concerti e debutto discografico

[modifica | modifica wikitesto]

Alla fine del 1997 e all'inizio del 1998, Namjoo tenne i suoi primi due concerti, a tema "combinazione moderna di poesia e musica iraniana"[1]. Nel 2003 ha iniziato a registrare parti delle sue opere a Teheran. Il suo album di debutto intitolato Toranj è stato messo in commercio in Iran nel settembre 2007. Questo album conteneva principalmente musica clandestina e fu accolto molto bene dalla comunità iraniana. L'album era molto critico con il regime islamico, costringendo il suo autore all'esilio nel 2008.

2009.in poi: Mohsen Namjoo in esilio

[modifica | modifica wikitesto]

Ha anche composto colonne sonore per film e opere teatrali. Nel 2010, Namjoo ha dato il via al suo tour A Minor con un nuovo ensemble di band incentrato su alcune delle sue canzoni più popolari e coraggiose. A giugno si sono esibiti alla Walt Disney Concert Hall di Los Angeles, California. Fu invece di ottobre il concerto al Sony Centre di Toronto in Canada. Mohsen Namjoo ha anche pubblicato a giugno un singolo cantato in inglese ed intitolato Such Strange Times.

Namjoo in concerto (2012) ad Urbana, Illinois

Nell'autunno del 2011, Namjoo ha registrato dal vivo il suo album successivo, Alaki, durante il suo concerto alla Stanford University. Questo album faceva parte del suo lavoro allo Stanford Pan Asian Music Festival. La band di accompagnamento era composta da Ali Bazyar (percussioni), Dina Zarif (cori), Tannaz Jaffari (cori), Serwah Tabbak (cori), Siamack Sanaie (chitarra), Mark Deutsch: (Bazantar, chitarra).

Nell'autunno del 2012, Namjoo pubblicò il suo album 13/8, una raccolta di sei brani, sviluppati negli Stati Uniti durante l'anno precedente. Il concerto fu preparato in collaborazione con i musicisti californiani James Riotto (contrabbasso), Robert Shelton (tastiera), Ezra Lipp (batteria) e Greg Ellis (percussioni). Payam Entertainment ha prodotto una serie di esibizioni dal vivo per il 2012. La performance inaugurale alla Berkeley, in California, sarà registrata in preparazione di un futuro doppio album con lo stesso titolo[2].

Dalla fine del 2013, Mohsen Namjoo è stato "Artist in Residence 2014" della Brown University Middle East Studies. Il 7 dicembre 2013, per dare il via alla sua residenza, ha tenuto un concerto[3] presso il Granoff Center for the Creative Arts. Nella primavera del 2014, ha tenuto il corso Tradizione e protesta: musica persiana e iraniana e ha tenuto diversi discorsi sulla musica su argomenti tra cui "Shahram Shabpareh: onestà e scala minore"[4] e "ritmi iraniani"[5]. La sera del 10 maggio, il semestre primaverile 2014 è stato coronato da un concerto[6].

Nell'autunno 2014, Namjoo ha tenuto il corso "Rivoluzione e poeti: contenuto e forma nella poesia iraniana". Giovedì 13 novembre, organizzato da Middle East Studies, Brown, ha preso parte a un panel su "Protest Music/ Music Performance and Social Change on Thursday", oltre a prendere l'iniziativa di riunire un paio di band iraniane, a cui è stato vietato di suonare nella propria nazione in un festival musicale iraniano intitolato "Iran Underground" il 15 novembre presso l'Auditorium RISD. L'evento faceva parte del 250º anniversario di Brown.

Namjoo ha fatto diverse apparizioni cinematografiche. È apparso nel documentario Sounds of Silence (diretto da Amir Hamz e Mark Lazarz) che è stato proiettato in festival cinematografici internazionali. È anche apparso in un lungometraggio narrativo intitolato Few Kilograms of Dates for the Funeral (regista Saman Saloor). Nel 2016 ha recitato nel lungometraggio Radio Dreams di Babak Jalali. La sua ultima canzone chiamata Begoo be baran composta da Ehsan Matoori è stata pubblicata nel marzo 2019 dalla Sheed Records[7]. Il suo nuovo album "Phantasm", composto e prodotto da Ehsan Matoori, è stato pubblicato il 27 aprile 2019 a San Francisco[8].

Nel 2009, è stato condannato in Iran ad una pena detentiva di cinque anni per aver fatto musica che "disonora" il contenuto del Corano. Poiché Namjoo vive all'estero, la sentenza è stata pronunciata in assenza dell'imputato[9].

Studio albums
Anno Titolo Originale in persiano
2005 Damavand دماوند
2006 Jabr گیس
2007 Toranj ترنج
2008 Jabr-e Joghrafiyaei جبرِ جغرافیایی
2009 Oy آخ
2011 Useless Kisses بوسه‌های بیهوده
2014 Trust the Tangerine Peel از پوست نارنگی مدد
2016 Personal Cipher صفر شخصی
2018 On The String of the Tear's Bow بر چلّه کمان اشک
2019 Phantasm سودای من
2020 Motantan مطنطن
2020 Symphonic Odyssey سمفونیک اودیسه
2022 Odd Time Rock لنگ راک

Album dal vivo

[modifica | modifica wikitesto]
Anno Titolo Originale in persiano Note
2011 Alaki الکی In December
2012 13/8 ۱۳/۸ In Fall
2017 Voices from the East آوازهایی از شرق In July
2017 Axis of Solitude مؤلفۀ عزلت In October
  1. ^ Mohsen Namjoo Official Website | Mohsen Namjoo Music, su mohsennamjoo.com. URL consultato il 29 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2019).
  2. ^ Press Release: Thirteen/Eight Mohsen Namjoo and Ensemble Live in Berkeley and Los Angeles | Mohsen Namjoo Official Website, su mohsennamjoo.com, 4 aprile 2012. URL consultato il 29 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2014).
  3. ^ Middle East Brown, su Middleeastbrown.org. URL consultato il 23 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2014).
  4. ^ Shahram Shabpareh: Honesty and Minor Scale, su Middleeastbrown.org. URL consultato il 23 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2016).
  5. ^ Upcoming Events » » Mohsen Namjoo: "Iranian Rhythms", su middleeastbrown.org. URL consultato il 28 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2016).
  6. ^ When you are talking about Iranian fusion, what are you talking about?, su Middleeastbrown.org. URL consultato il 23 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2016).
  7. ^ instagram.com, https://www.instagram.com/p/BunZOnmHKg9/. URL consultato il 10 marzo 2019.
  8. ^ Mohsen Namjoo Live in San Francisco — Diaspora Arts Connection, su diasporaartsconnection.org. URL consultato il 20 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2020).
  9. ^ Sean Michaels, 'Iranian Bob Dylan' sentenced to five years for singing Qur'an, su TheGuardian.com, 16 luglio 2019.
  • Mark Levine, Rock the Casbah! I giovani musulmani e la cultura pop occidentale, Milano, Isbn Edizioni, 2010.
  • Babak Rahimi, Performing Iran. Culture, Performance, Theatre, Bloomsbury Publishing, 2021.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN120195433 · ISNI (EN0000 0004 6299 0345 · Europeana agent/base/96246 · LCCN (ENno2012017254 · GND (DE1061785424 · BNF (FRcb16197560z (data)