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L'urlo di guerra degli apaches

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L'urlo di guerra degli apaches
Titolo originaleAmbush at Cimarron Pass
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1958
Durata73 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 2,35 : 1
Generewestern
RegiaJodie Copelan
SoggettoRobert A. Reeds, Robert E. Woods
SceneggiaturaRichard G. Taylor, John K. Butler
ProduttoreHerbert E. Mendelson
Casa di produzioneRegal Films
FotografiaJohn M. Nickolaus Jr.
MusichePaul Sawtell, Bert Shefter
ScenografiaJohn B. Mansbridge
TruccoJohn Chambers, Fritzy La Bar
Interpreti e personaggi

L'urlo di guerra degli apaches (Ambush at Cimarron Pass) è un film western del 1958, diretto da Jodie Copelan.

La guerra di secessione è finita da due anni. Un drappello di soldati a cavallo sta attraversando il territorio Apache, diretto a Fort Waverly. Devono scortare un prigioniero, un trafficante di armi, e consegnarlo alla Giustizia. Stanno trasportando anche le armi sequestrate al prigioniero, ben 36 fucili a ripetizione Henry; tuttavia gli Apaches sono sulle loro tracce perché interessati alle nuove armi. Lungo la strada incontrano un gruppo di mandriani texani a cui gli indiani hanno rubato il bestiame. I mandriani sono ex-soldati sudisti e inevitabilmente scoppiano dei litigi, in particolare con un giovane molto “focoso” (Clint Eastwood). Messi da parte i contrasti, decidono per motivi di sicurezza, di proseguire insieme il viaggio verso Fort Wavely.
Durante la notte, due indiani si avvicinano al bivacco e liberano una prigioniera bianca. Tutto questo però, fa parte di un piano: quando i soldati si distraggono e si avvicinano per soccorrere la donna, gli Apaches rubano loro tutti i cavalli.
Adesso si trovano in una brutta situazione: senza cavalli, lontani 7-8 giorni dal Forte, senza cibo né acqua e con il fardello dei fucili che non devono essere abbandonati agli indiani. Non resta loro che proseguire il lungo e pericoloso cammino, respingendo i continui assalti degli Apaches usando i fucili sequestrati.

Questo film fu importante per la carriera del giovane Clint Eastwood perché gli procurò la prima notorietà e le prime recensioni favorevoli. Eastwood stesso lo considerò "il peggior film mai fatto".

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