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John Candy

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John Candy a Hamilton in Ontario (Canada) nel 1993.

John Franklin Candy (Toronto, 31 ottobre 1950Durango, 4 marzo 1994) è stato un attore e comico canadese.

Cresciuto in una famiglia cattolica di classe operaia, figlio di Sidney James Candy (1920–1955) ed Evangeline Aker (1916–2009), partecipò a svariati corsi di arte drammatica, provando diverse audizioni fin dalla gioventù. Suo padre morì a soli 35 anni, affetto da problemi al cuore, quando l'attore aveva solo cinque anni. Terminati gli studi entrò a far parte del Teatro dei bambini dell'Ontario, e collezionò qualche apparizione televisiva sulla CBC canadese in produzioni per ragazzi. Lavora con Steven Spielberg al film 1941 - Allarme a Hollywood (1979), poi ottenne un ruolo nel film The Blues Brothers (1980) di John Landis, sempre al fianco di John Belushi e Dan Aykroyd, e in Stripes - Un plotone di svitati (1981).

Nel 1984 arrivò il primo ruolo di rilievo con Splash - Una sirena a Manhattan, con Tom Hanks, e successivamente lavorò a La piccola bottega degli orrori (1986). Nel 1987 venne diretto da Mel Brooks nel satirico Balle spaziali. Degna di nota la sua interpretazione al fianco di Steve Martin nel film Un biglietto in due (1987) per la regia di John Hughes. Nel 1989 tornò sotto la direzione di Hughes come protagonista della commedia Io e zio Buck. Il film riscosse notevole successo di pubblico e nel 1990 generò anche una serie televisiva, Mio zio Buck. Ricoprì anche ruoli drammatici, come quello di Dean Andrews in JFK - Un caso ancora aperto (1991), diretto da Oliver Stone. Sempre nel 1991 partecipa ad un'altra commedia, Fuori di testa. Il suo ultimo film fu Wagons East!, accolto negativamente da critica e pubblico.

Candy lottò per molti anni con problemi di salute legati al peso, era inoltre un forte fumatore e bevitore, e da giovane aveva fatto uso di cocaina. Fu inoltre sottoposto a un notevole grado di stress durante la realizzazione del film Wagons East!. Fece un notevole sforzo per migliorare il suo stato di salute negli ultimi anni della sua vita: aveva smesso di fumare e aveva incominciato a dimagrire. Nella sua famiglia c'erano stati diversi soggetti cardiopatici - suo padre Sidney morì per un infarto a 35 anni - e Candy era stato più volte messo in guardia dai medici, ma ebbe sempre problemi a controllare il proprio peso.

Tomba di John Candy all'Holy Cross Cemetery di Culver City

Candy morì nel sonno il 4 marzo 1994 a soli 43 anni, a Durango (in Messico), mentre era impegnato nelle riprese del film Wagons East![1]. La causa fu un presunto infarto miocardico anche se ciò non fu dimostrato, poiché non venne eseguita alcuna autopsia. Candy morì prima che il film potesse essere concluso e il regista Peter Markle lo dedicò a lui: prima dei titoli di coda compare infatti un omaggio che reca le parole "In Loving Memory of John Candy". Il critico Roger Ebert ha citato in particolare il film Wagons East! come "un triste modo per John Candy di finire la carriera", ma ha dichiarato che la sua eredità è già ineguagliabile e permanente, e sarebbe sopravvissuta a questo film. Fu cremato e le sue ceneri sono sepolte all'Holy Cross Cemetery a Culver City, California. La sua morte è stata associata anche alla maledizione di Atuk, una sceneggiatura che avrebbe "ucciso" molte delle persone che vi avrebbero lavorato o si sarebbero dette interessate a essa. Sebbene si tratti di una leggenda metropolitana, dopo la morte di attori come John Belushi, Phil Hartman, Sam Kinison e lo stesso Candy, il progetto cadde nel dimenticatoio[2][3].

A Candy sopravvissero la moglie, Margaret Rosemary Hobor (che aveva sposato nel 1979), i loro figli Jennifer (1980) e Christopher (1984), suo fratello Jim (1947-2011) e sua madre Evangeline (1916-2009).

John Candy e Dan Aykroyd sul set del film Non è stata una vacanza... è stata una guerra! (1988)

Doppiatori italiani

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Nelle versioni in italiano dei suoi film, John Candy è stato doppiato da:

Da doppiatore la voce dell'attore venne sostituita da:

  1. ^ Morto l'attore John Candy, in Corriere della Sera, 5 marzo 1994, p. 30. URL consultato il 9 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2009).
  2. ^ (EN) Neda Raouf. The 'Atuk' Curse. Los Angeles Times, 21-02-1999 (ultimo accesso il 20-10-2010).
  3. ^ (EN) Danny Harkins. The Insane True Stories Behind 6 Cursed Movies. Cracked, 12-08-2008 (ultimo accesso il 20-10-2010).

Voci correlate

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Altri progetti

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