Il Molière
Il Molière | |
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Commedia in cinque atti | |
Autore | Carlo Goldoni |
Lingua originale | |
Composto nel | 1751 |
Prima assoluta | 28 agosto 1751 Teatro Carignano di Torino |
Personaggi | |
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Il Molière è un'opera teatrale in cinque atti in versi martelliani di Carlo Goldoni scritta nel 1751 e rappresentata per la prima volta nell'estate di quell'anno al Teatro Carignano di Torino[1], dove fu ben accolta. Realizzata dopo la fatica delle 16 commedie scritte in un solo anno per il capocomico Girolamo Medebach, è la prima commedia composta dal commediografo veneziano in versi martelliani. Si legge nella prefazione all'edizione a stampa: Benché sia la prima che io ho composta in tal metro, è forse di tutte la più tollerabile, e la meno sagrificata alla schiavitù della rima[2]. È questa anche la prima delle tre commedie scritte da Goldoni per celebrare la vita di uno commediografo del passato. Seguiranno Terenzio nel 1754 e Torquato Tasso nel 1755.
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Parigi, casa di Molière. L'infido Pirlone si introduce nella casa del grande commediografo francese e rivela all'attrice Béjard che Molière è innamorato della figlia di lei, e la convince a lasciare il suo compagno e direttore. Fa lo stesso con Isabella, e le fa vedere lo stato di commediante come strada della perdizione. Tenta dunque di sedurre la domestica Foresta, che però, più sveglia del padrone, riuscirà a smascherare l'impostore.
Poetica
[modifica | modifica wikitesto]La commedia si ispira alla vita di Molière e alla sua commedia Il Tartuffo. Precisò Goldoni nei suoi Mémoires: Conoscevo benissimo Molière, e rispettavo questo maestro dell’arte al pari dei Piemontesi; per questo appunto mi venne voglia di dar loro sopra di ciò una prova convincentissima. Composi subito una commedia in cinque atti e in versi, a scena fissa e senza maschere, il cui titolo e soggetto principale era Molière medesimo. Due aneddoti della sua vita privata me ne porsero argomento. Il primo è il suo matrimonio ideato con Isabella, figlia della Béjard, e l’altro la proibizione del Tartufo[3].
Note
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