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Civate

Coordinate: 45°50′N 9°21′E
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Civate
comune
Civate – Stemma
Civate – Bandiera
Civate – Veduta
Civate – Veduta
Panoramica di Civate
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Lecco
Amministrazione
SindacoAngelo Isella (lista civica) dal 26-5-2019
Territorio
Coordinate45°50′N 9°21′E
Altitudine269 m s.l.m.
Superficie9,27 km²
Abitanti3 779[1] (31-12-2019)
Densità407,66 ab./km²
FrazioniIsella, Pozzo, Scola, Tozio
Comuni confinantiAnnone di Brianza, Canzo (CO), Cesana Brianza, Galbiate, Suello, Valmadrera
Altre informazioni
Cod. postale23862
Prefisso0341
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT097022
Cod. catastaleC752
TargaLC
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 452 GG[3]
Nome abitanticivatesi
Patronosan Vito
Giorno festivo15 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Civate
Civate
Civate – Mappa
Civate – Mappa
Posizione del comune di Civate nella provincia di Lecco
Sito istituzionale

Civate (Sciuaa, Ciüâ o Civàa in dialetto lecchese) è un comune italiano di 3 779 abitanti della provincia di Lecco in Lombardia. È posto nella Valle Magrera tra lo sbocco della Valle dell'Oro ed il torrente Rio Torto. Si trova ai piedi del monte Cornizzolo di fronte al monte Barro. Civate è divisa in varie frazioni tra cui il centro storico, la Santa, Tozio, il Pozzo, Scola e Isella che si trova sull'istmo che divide il lago di Annone.

Pur facendo parte dell'arcidiocesi di Milano, a Civate si pratica il rito romano anziché il rito ambrosiano, in usanza della fondazione dell'Abbazia di San Pietro al Monte.

Geografia fisica

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Civate è esteso in prevalenza sul versante sud-est del monte Cornizzolo. Civate si affaccia sul lago di Annone ricoprendo l'istmo che lo divide.

Idrografia e geomorfologia

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Il territorio comunale si posiziona nel contesto morfologico della Pianura lombarda caratterizzata da morfologie legate a deposizione fluvioglaciale e fluviale/alluvionale di età quaternaria. Il territorio è morfologicamente collinare, a seguito dall'intenso livellamento di una superficie originaria leggermente più ondulata per scopi agricoli; infatti, a grande scala si possono presentare delle blande ondulazioni, interpretabili come paleo-alvei, che sono la testimonianza delle antiche divagazioni dei corsi d'acqua che hanno attraversato e costruito tale paesaggio. Il territorio è attualmente attraversato da un fitto reticolo idrografico composto da corsi d'acqua naturali.

Azione sismica

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Il comune di Civate è classificato in zona sismica 3. Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da Vs30 superiori a 800 m/sec, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3 m. Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media i 15°.

Il clima civatese è una via di mezzo tra il clima alpino e il clima padano, con estati non troppo afose e con inverni non troppo rigidi. Nel mese di gennaio, che è il mese più secco dell'anno, la precipitazione raggiunge i 61 mm mentre nel mese di giugno la piovosità è in media di 120 mm. La temperatura media del mese di luglio raggiunge i 22,2 °C, mentre in gennaio si raggiunge la temperatura più bassa dell'anno che è di 2,1 °C di media. Le temperature medie variano di 20,1 °C durante l'anno.

Civate Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 5,57,913,017,421,225,027,626,423,017,010,96,66,717,226,317,016,8
T. min. media (°C) −1,20,23,47,211,114,516,916,313,58,73,70,1−0,37,215,98,67,9
Precipitazioni (mm) 61617510211312092111105117109701922903233311 136

Le più antiche tracce umane sul territorio civatese risalgono all'età del rame, con la presenza di insediamenti umani presso il cosiddetto "Buco della sabbia", caverna funeraria con resti d'ossa, utensili e graffiti.

Successivamente, quando i Romani si impadronirono della Gallia Cisalpina (196 a.C.), anche il territorio civatese fu soggetto all'opera di riorganizzazione militare-difensiva a cui furono sottoposti i territori collinari e della pianura, per creare una protezione in previsione di eventuali incursioni o invasioni provenienti dalle Alpi. Il passaggio obbligato all'incrocio con la via proveniente da Aquileia, assegnò la denominazione di Clavis ("chiave") alla località, per indicarne la necessità del transito. Furono, poi, i Longobardi a variare la voce latina in Clavate (col suffisso –ate già presente in epoca etrusca), da cui Ciavate o Ciauate per arrivare all'odierna Civate. Ciò che importa, comunque, è che i Romani, presenti con forze massicce nel castello di Lecco, fossero anche stanziati nel punto chiave di passaggio, laddove sorgevano il ponte sul Rio Torto e un piccolo luogo di culto, denominato "La Santa", dove oggi sorge l'oratorio dei Santi Nazario e Celso.

Nel 476 d. C, alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, i Goti assunsero il dominio sui territori della penisola italica: anche sul territorio sono rimaste tracce, come il Buco della sabbia, visibili del loro passaggio, in particolare sul monte Barro, dove oggi i resti di una fortezza testimoniano la volontà di aumentare il controllo sulla zona del transito obbligato de "La Santa".

In seguito i Longobardi ebbero un ruolo decisivo nella storia di Civate, non solo a livello militare, ma anche per fattori di carattere religioso e culturale, dal momento che, durante l'ultima parte del loro regno, sorgerà il monastero di San Pietro al Monte. Tutti i documenti che ricordano la fondazione del monastero pedemontano rimarcano la sua origine longobarda, affidandone l'idea della realizzazione a Desiderio, l'ultimo re dei Longobardi.[4]
La storia di Civate sarà per secoli indissolubilmente legata alle vicende del monastero, ai rapporti con gli abati, all'Impero germanico e agli arcivescovi milanesi. In particolare allo scoppio del conflitto tra Milano e l'imperatore Federico Barbarossa, Algiso, l'allora abate di Civate, si schierò dalla parte del Barbarossa offrendo un appoggio sicuramente non solo spirituale. Distrutta Milano nel 1162, Federico concesse ad Algiso, suo fedelissimo, il diploma che confermava i possessi dell'abbazia civatese. L'illusione di aver ottenuto libertà e indipendenza fu, però, di breve durata perché poco tempo dopo l'Arcivescovo milanese reclamò e ottenne l'autorità sul monastero e i suoi beni.

Nel XIII secolo, durante le dispute che videro contrapposti i Visconti ai Torriani, il castello di Civate andò completamente distrutto.[4]

Tornando alle vicende del monastero, nel 1470 morì l'ultimo benedettino rimasto. In seguito alla nascita degli ordini mendicanti, il monastero diventò commenda di numerosi cardinali, tra i quali Ascanio Maria Sforza Visconti e Antonio Trivulzio.[4] I monaci tornarono a Civate solo nel 1566 quando l'allora abate commendatario, Niccolò Sfondrati, futuro papa Gregorio XIV, convinse gli Olivetani ad abitare il monastero, dando alla fede nuovo fervore.

Nel 1571 venne a Civate il cardinale Carlo Borromeo in visita pastorale. Sotto il suo pontificato si pose la questione sia della nomina di un parroco scelto tra il clero secolare sia del rito romano, con cui da sempre si celebrava a Civate. Col passare degli anni, la brianzola Civate, continuò a professare il rito romano per onorare la basilica sovrastante il paese.

Nel Regno d'Italia napoleonico Civate era inclusa nel Dipartimento del Lario.

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 22 novembre 1979.[5]

«D'argento, allo stambecco di nero, attraversato da una banda in divisa verde, caricata da tre stelle d'argento, raggiate di sei.»

La banda potrebbe essere un riferimento all'ipotesi che il toponimo Civate derivi dal latino clivus, "declivio". Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di verde.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Chiesa di San Pietro al Monte.
Chiesa di San Calocero.

Architetture religiose

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La facciata a capanna presenta delle monofore inserite negli anni quaranta del Novecento.In origine la chiesa si presentava divisa in tre navate di uguale lunghezza terminanti con abside semicircolare. Lungo le pareti della navata centrale della chiesa si sviluppa un ciclo di affreschi, disposto su due registri e realizzato tra l'XI e il XII secolo, che rappresenta episodi dell'Antico Testamento. Il presbiterio è sopraelevato e sotto vi è la cripta tripartita da colonne.

La struttura odierna della chiesa di S. Nazaro presenta caratteristiche tipicamente settecentesche. La facciata, sulla quale possiamo osservare il timpano triangolare sorretto da lesene, si eleva nella parte centrale terminando a cuspide. Alla parte centrale della facciata sono affiancati due corpi laterali, due cappelle, originariamente concepite come ossari, coperte da un tetto a falde che poggia su una linea di voluta, che si interpone ad ammorbidire l’angolosità del passaggio tra i due livelli, raccordandole al corpo principale. Il portone di ingresso, realizzato in pietra, è sormontato da una lunetta ad arco ribassato, in cui è inserita una nicchia creata per il posizionamento della statua della Madonna o di S. Nazaro. In asse con la porta, al di sotto della cornice, vi è una finestra che trova un richiamo nelle altre due presenti nelle cappelle. Internamente questa finestra si apre sopra la cornice, nell'arco di lunetta sotto la volta, lo stesso avviene per le finestre che si aprono a sud. Il campanile, a pianta quadrata, presenta in altezza quattro cornici ed è collocato nel punto di incontro tra il corpo della navata e la casa del custode. Internamente la chiesa presenta un'unica navata lunga 21 m e stretta 5 m, che si apre nelle due cappelle, una a destra ed una a sinistra, alle quali si accede appena superato l’ingresso principale, tramite due porticine in legno, che se chiuse nascondono completamente la loro presenza. La navata è suddivisa in quattro campate con volta a botte, con il presbitero rialzato. Dietro il presbitero è collocata la sacrestia attraverso la quale si può accedere direttamente al campanile e alla casa del custode.

La chiesa è di modeste dimensioni, con una facciata a capanna delimitata dai due spioventi della copertura lignea. Una semplice ma elegante decorazione realizzata sul timpano conclude il prospetto principale che conduce ed accoglie all’interno dell'edificio. Esso si presenta ad unica navata con una volta a botte ribassata, definita e sottolineata da una cornice in aggetto che delimita tutte la pareti perimetrali. Una balaustra in pietra arenaria sobriamente lavorata delimita la zona del presbiterio, della stessa larghezza dell’aula, dove è collocato l’altare maggiore in marmo, realizzato nel 1759. Sopra quest’ultimo, in una nicchia, è conservato un prezioso bassorilievo in pietra raffigurante una Madonna con Bambino ed i santi Pietro ed Andrea, cui è dedicata la piccola chiesa. Sono inoltre presenti alcuni interessanti lacerti di affreschi, resi visibili grazie all’ultimo restauro, dove si possono individuare la raffigurazione della sommità di un baldacchino o di un panneggio e due angeli ai lati, realizzati con particolare cura stilistica ed esecutiva, di cui si possono apprezzare gli effetti cromatici ben conservati.

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[7]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2019.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ a b c Borghese, pp. 172-173.
  5. ^ Civate, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 21 luglio 2024.
  6. ^ Francesco Bombognini, Antiquario della diocesi di Milano : contenente diverse notizie storiche sacre e profane di tutte le parrocchie forensi distribuite in sei regioni : con un elenco delle chiese plebane e figliali e loro rispettiva popolazione, Milano, Stamperia di Luigi Veladini, 1790, p. 244.
  7. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  • Annalisa Borghese, Civate, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, pp. 172-173.
  • A. Giussani, L'abbazia benedettina di S. Pietro al Monte sopra Civate, Corno, 1912.
  • Oleg Zastrow, L'arte romanica nel comasco, Lecco, Casa editrice Stefanoni, 1972.
  • V. Gatti, Abbazia benedettina di S. Pietro al Monte Pedale sopra Civate, Milano, Note Guida, 1980 e 2011.
  • G. Bognetti C. Marcora, L'Abbazia Benedettina di Civate, Casa del Cieco, 1957 e 1985.
  • C. Castagna, In hoc monasterio quod dicitur Clavate, Oggiono, Cattaneo, 1987.
  • C. Castagna, S. Nazaro di Civate: frammenti per un restauro, Oggiono, Cattaneo, 1991.
  • C. Castagna, Un monastero sulla montagna, Annone, Riga, 2007.
  • C. Castagna, La Cultura di Civate, Annone, Cattaneo, 2011.
  • C. Castagna, Civate 1923 - 2013: novant'anni di "penne nere", Valmadrera, F.lli Mauri, 2013.
  • C. Castagna, …e un monastero a valle, Annone, Riga, 2015.
  • C. Castagna, Il Principe e il Cinghiale, Annone, Teka, 2015.
  • C. Castagna, San Pietro al Monte: quarant'anni d'amicizia nei suoi occhi, Annone, Riga, 2015.
  • G. Luzzana, I monumenti dell'abbazia di Civate, Annone, Teka, 2015.
  • C. Castagna, Star - Black& Decker a Civate: 1945 - 1998, Annone, Teka, 2016.
  • C. Castagna, G. Scola Chiesa Parrocchiale dei Santi Vito Modesto e Crescenzia, Annone, Riga, 2019.
  • C. Cantoni, C. Castagna e G. Luzzana, …re vescovi abati viandanti e pellegrini, Annone, Riga, 2021.
  • C. Castagna, L'Apocalisse di San Pietro al Monte e altri draghi d'Occidente, Roma, Minimegaprint, 2022.
  • C. Castagna e Cinzia Castagna, Civate, un borgo cresciuto all'ombra del monastero, Colombo,Valmadrera, 2024.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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