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Cai Wenji

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Cai Yan

Cai Yan[2] (nota con il suo nome di cortesia Wenji; 178 circa – dopo il 206[1]) è stata una compositrice, poetessa e scrittrice cinese vissuta durante la tarda dinastia Han.

Figlia di Cai Yong, il suo nome di cortesia era inizialmente Zhaoji, ma fu cambiato in Wenji durante la dinastia Jin per evitare di utilizzare un nome cinese proibito, in quanto il carattere cinese zhao coincideva con quello di Sima Zhao, il padre dell'imperatore Sima Yan. Trascorse parte della sua vita come prigioniera degli Xiongnu fino al 207, quando il signore della guerra Cao Cao, che controllava il governo centrale Han, pagò un'ingente somma per riportarla nel suo territorio.[3]

Cai Wenji era figlia di Cai Yong, un noto studioso della dinastia Han proveniente dalla contea di Yu (圉縣). Sposò Wei Zhongdao (衛仲道) nel 192, il quale morì poco dopo il loro matrimonio lasciandola senza prole.[4] Tra il 194 e il 195, durante un periodo di instabilità in Cina, i nomadi Xiongnu si intromisero nel territorio Han, catturarono Cai e la portarono come prigioniera nelle terre del nord. Durante la sua prigionia sposò il capo degli Xiongnu e gli diede due figli. 12 anni dopo il Gran Cancelliere Cao Cao pagò un ingente riscatto a nome del padre di Cai per il suo rilascio. La donna tornò in patria lasciando però i suoi figli nel territorio di Xiongnu. La ragione del riscatto era dovuta al fatto che Cai Wenji era l'unico membro sopravvissuto del suo clan per far sì che placasse gli spiriti dei suoi antenati.[5][6]

In seguito sposò Dong Si (董祀), un funzionario del governo locale della sua città natale che in seguito si sarebbe macchiato di un crimine capitale. Cai infatti avrebbe supplicato ed ottenuto da Cao Cao l'assoluzione di suo marito.[5]

Come suo padre, Cai Wenji fu una calligrafa affermata. Le sue poesie sono caratterizzate da un tono doloroso dovuto alle sue esperienze di vita. La nota lirica per guqin Diciotto canti di un flauto nomade è tradizionalmente attribuita a lei, sebbene la paternità sia una questione perenne per il dibattito accademico.[7] Le sia attribuiscono inoltre altre due poesie, entrambe intitolate Poema del dolore e della rabbia (悲憤詩).

Oltre alle sue poesie a noi giunte, si segnala l'esistenza di un volume di opere collettive sopravvissuto fino alla dinastia Sui ma andato perduto durante la dinastia Tang.[8] Inoltre ereditò circa 4.000 volumi di libri antichi dalla vasta collezione di suo padre, i quali furono distrutti durante la guerra. Su richiesta di Cao Cao, Cai ne recitò 400 a memoria e li trascrisse su carta.[9]

Cai Wenji nelle arti

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Cai Wenji appare brevemente nel capitolo 71 de Il romanzo dei Tre Regni, un'opera del XIV secolo che romanticizza eventi precedenti e contemporanei al periodo dei Tre Regni della Cina. Le sue storie risuonano principalmente con sentimenti di dolore e hanno ispirato gli artisti successivi a continuare a ritrarre il suo vissuto. Il suo ritorno nel territorio Han (文姬歸漢圖) è un soggetto artistico divenuto ricorrente a partire dalla dinastia Tang.[10]

Guō Mòruò scrisse un'opera teatrale sulla vita di Cai Wenji nel 1959.[11] Inoltre le sono stati intitolati un cratere su Mercurio[12] e uno su Venere.[13]

  1. ^ (EN) David R. Knechtges, Cai Yan 蔡琰, su Brill Online Chinese Reference Library. URL consultato il 30 aprile 2018.
  2. ^ Nell'onomastica cinese il cognome precede il nome. "Cai" è il cognome.
  3. ^ (EN) Rafe de Crespigny, A Biographical Dictionary of Later Han to the Three Kingdoms, Leida, Brill Publishers, 2007, ISBN 978-90-474-1184-0.
  4. ^ (EN) Hans H. Frankel, Cai Yan and the Poems Attributed to Her, in Chinese Literature: Essays, Articles, Reviews, vol. 5, n. 1/2, luglio 1983, pp. 133-156}.
  5. ^ a b Chang, Saussy e Yim-tze Kwong 1999, p. 22.
  6. ^ Questa spiegazione tuttavia non è pienamente concordante con gli altri riferimenti storici, come il fatto che il padre di Cai Wenji avesse almeno altre due figlie e probabilmente un figlio. Una delle due figlie era nota per essere stata madre di personaggi importanti come Yang Huiyu, un'imperatrice della Dinastia Jin. Se una di loro non fosse stata in grado di placare gli spiriti dei loro antenati, nemmeno Cai Wenji avrebbe potuto, in quanto le donne non erano considerate discendenti dirette. È possibile che Cao Cao avesse usato un espediente per convincere i ministri Han a giustificare il riscatto.
  7. ^ Molti storici moderni, tra i quali Hu Shi, non concordano con l'attribuzione tradizionale, affermata per la prima volta dallo studioso Zhu Xi della Dinastia Song. (Guō Mòruò 1987, p. 97.) Guō Mòruò d'altro canto scrisse sei articoli in sei mesi nel 1959 per contestare la controversia (due dei quali sono presenti in Guō Mòruò 1987, pp 96-109.). Ciò ha portato ad un teso dibattito con entrambe le parti ferme sulle proprie tesi, sebbene l'opinione di Guō fosse in minoranza.
    (《十八拍》的讨论,备列了各类史料,虽然分歧仍然存在,但从学术研究的角度看,这样详尽地摆出史料,实事求是地进行分析,各抒己见地讨论是极为有益的,为进一步澄清《胡笳十八拍》的问题打下了良好的基础)

    «»

    (IT)

    «(Questo) dibattito sui Diciotto canti ha citato fatti storici di ogni genere. Anche se le differenze di opinione persistono, è estremamente utile elencare fatti storici così esaustivi, impegnarsi in un'analisi fattuale ed esprimere opinioni individuali. Ciò ha gettato una buona base per chiarire ulteriormente il problema relativo ai Diciotto canti di un flauto nomade

  8. ^ (ZH) Wei Zheng, Libro dei Sui, collana Collections, vol. 30, 636. (魏徵 et al., 隋书 志第三十经籍四; cfr. Libro dei Sui: "後漢董祀妻《蔡文姬集》一卷,..., 亡。" (La moglie di Dong Si della tarda dinastia Han Opere collettive di Cai Wenji, un volume - disperso.)
  9. ^
    (ZH)

    «操因问曰:“闻夫人家先多坟籍,犹能忆识之不?”文姬曰:“昔亡父赐书四千许卷,流离涂炭,罔有存者。今所诵忆,裁四百余篇耳。”...于是缮书送之,文无遗误。»

    (IT)

    «Allora Cao Cao chiese: "Ho sentito dire che la casa della Signora ospitava molti libri antichi. Ricordate ancora?" Wenji disse: "Il mio defunto padre mi ha lasciato circa 4.000 volumi. Insieme alla mia tumultuosa vita fuori casa, pochi ne rimangono. Tutto quello che posso recitare ora sono poco più di 400 di essi." ... Così (Wenji) trascrisse i libri e li presentò (a Cao Cao). Non vi erano omissioni o errori nel testo.»

  10. ^ Si vedano le note del curatore del Palazzo Nazionale di Taipei, secondo il quale i primissimi canti sopravvissuti risalgono alla Dinastia Song.
  11. ^ (ZH) Mòruò Guō, Pechino, 文物出版社, 1959. Inclusa in Guō Mòruò 1987, pp. 3-95.
  12. ^ Ts'ai Wen-chi, su planetarynames.wr.usgs.gov, 1976. URL consultato il 19 gennaio 2015.
  13. ^ Caiwenji, su planetarynames.wr.usgs.gov, 1994. URL consultato il 19 gennaio 2015.
  • (EN) Kang-i Sun Chang, Haun Saussy e Charles Yim-tze Kwong, Women writers of traditional China: an anthology of poetry and criticism, Stanford University Press, 1999.
  • (ZH) Fan Ye, La moglie di Dongsi, in Libro della Dinastia Han, vol. 84.
  • (ZH) Guō Mòruò, Cai Wenji, in Complete Works of Guo Moruo, vol. 8, 1987, pp. 1–121 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).

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