Bell Telephone Company
Bell Telephone Company | |
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Stato | Stati Uniti |
Forma societaria | società di capitali |
Fondazione | 1877 |
Fondata da | Gardiner Greene Hubbard |
Chiusura | 1899 |
Sede principale | Boston |
Gruppo | Bell System |
Prodotti | telefonia |
La Bell Telephone Company è stata una compagnia telefonica degli Stati Uniti d'America, antesignana della American Telephone & Telegraph Company (AT&T).
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'accordo del 1875
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1874 venne stabilito verbalmente chi dovessero essere i proprietari dei brevetti che sarebbero stati ottenuti in base alle ricerche effettuate da Alexander Graham Bell e dal suo assistente Thomas Watson. Il 27 febbraio 1875 l'accordo venne formalizzato[1] con la costituzione di un'entità che gli storici chiamano Bell Patent Association[2] e che era un trust ed una partnership.
Quote di circa un terzo ciascuna erano inizialmente assegnate a Gardiner Greene Hubbard, avvocato e futuro suocero di Bell; a Thomas Sanders, agiato commerciante di cuoiami e padre di uno degli studenti sordi di Bell[3] e infine allo stesso Alexander Graham Bell. Successivamente venne assegnata una quota di circa il 10% all'assistente tecnico di Bell, Thomas Watson, in sostituzione dello stipendio e per rimborsarlo del suo iniziale contributo finanziario a Bell, quando conducevano insieme gli esperimenti sui telefoni.
La Bell Telephone Company
[modifica | modifica wikitesto]Dopo l'ottenimento del brevetto, il 9 luglio 1877 venne costituita a Boston una società per azioni da Gardiner Greene Hubbard, che fondò anche una filiale, la New England Telephone and Telegraph Company per l'esercizio dell'attività telefonica. La società madre, chiamata Bell Telephone Company doveva essere invece la titolare dei brevetti, a partire dal brevetto principale del telefono, il n° 174465, concesso il 7 marzo 1876[4].
Due giorni dopo la fondazione della società, l'11 luglio, Bell sposò la figlia di Hubbard, Mabel Gardiner Hubbard[5] e le cedette come regalo di nozze 1.487 azioni della società, trattenendone per sé solo dieci. Mabel diede al padre una procura per gestire il pacchetto azionario, rendendolo in questo modo il presidente di fatto della società.
Hubbard e Sanders furono determinanti nello sviluppo dell'impresa. Hubbard, sulla base della sua esperienza come avvocato, decise di impostare il servizio telefonico attraverso la locazione degli apparecchi telefonici, anziché tramite la vendita[5]. Invece Sanders, che era un ricco commerciante di cuoiami, fornì la maggior parte dei finanziamenti sia per le ricerche di Bell, sia per la società[6].
L'espansione all'estero
[modifica | modifica wikitesto]L'Esposizione di Filadelfia del 1876 attirò l'attenzione internazionale sulla nuova invenzione. I membri della giuria l'imperatore Pietro II del Brasile ed il famoso fisico britannico William Thomson, I barone Kelvin caldeggiarono l'invenzione presso il Comitato per i Premi Elettrici, che votò le conferì la medaglia d'oro per l'apparecchio elettrico.
Nel 1879 la Bell Telephone Company si fuse con la New England Telephone and Telegraph Company (fondata il 12 febbraio 1878) per dare vita alla National Bell Telephone Company di Boston[2].
Sempre nel 1879 Gardiner Hubbard fondò la International Bell Telephone Company con lo scopo di promuovere le vendite dei suoi apparecchi telefonici in Europa. Durante il suo viaggio nel continenete il governo del Belgio gli offrì notevoli incentivi fiscali se avesse fissato nel paese la sede europea[7].
La International Bell Telephone Company (IBTC) divenne rapidamente una holding da cui dipendevano sia compagnie di esercizio telefonico, sia stabilimenti di produzione di telefoni, che dipendevano principalmente dalla Bell Telephone Manufacturing Company (BTMC), fondata nel 1882 ad Anversa[8]. La BTMC era una joint venture fra la International Bell Telephone Company di New York e la Western Electric di Chicago[9]. La BTMC costituì a sua volta la Compagnie Belge du Téléphone Bell come filiale per l'esercizio telefonico in Belgio, una delle varie compagnie telefoniche allora operanti nella nazione[10].
Successivamente la BTMC finì sotto il completo controllo della Western Electric, e costituì delle filiali nelle singole nazioni europee, compresa la Russia[10].
Dalla sua fondazione la Bell Telephone Company era organizzata con Hubbard come "trustee", benche ne fosse di fatto il presidente, dal momento che controllava anche le azioni della figlia per procura; mentre Thomas Sanders, il principale finanziatore, era il tesoriere della società[11].
Hubbard era soddisfatto di lasciare la Bell Company ad un altro grande investitore, William Forbes, che entrò nella società come presidente e membro del consiglio di amministrazione nel 1878. Sotto la presidenza di Forbes venne istituito un comitato esecutivo per riorganizzare e gestire l'impresa con dirigenti professionali. La società fu ricapitalizzata e Vail continuò ad essere il direttore esecutivo[12][13].
La American Bell Telephone Company
[modifica | modifica wikitesto]Un anno dopo che la National Bell Telephone Company era stata fondata, richiedeva nuovi capitali per mantenere le sue quote di controllo sulle compagnie telefoniche affiliate e per finanziare l'espansione delle infrastrutture telefoniche. Così nel 1880 la National Bell si fuse con la American Speaking Telephone Company per formare la American Bell Telephone Company, anch'essa di Boston, [14], diretta da Theodore Vail.
La Bell Telephone Company of Canada, filiale canadese del gruppo, venne fondata nello stesso 1880.
Le dieci azioni di Alexander Graham Bell nella Bell Telephone Company vennero convertite in una sola azione della American Bell Telephone Company, e successivamente in due azioni della American Telephone and Telegraph Company[15][16].
Sempre nel 1880 la dirigenza della American Bell diede vita a quelle che sarebbero diventate le "AT&T Long Lines". Si trattava del progetto, primo nel suo genere, di realizzare una rete nazionale di collegamenti a lunga distanza e a costi accessibili. A tal fine nel 1885 venne costituita una società apposita, con sede a New York chiamata American Telephone and Telegraph Company. Partendo da New York, la rete telefonica raggiunse Chicago nel 1892[17].
Entro il 1881 la American Bell ottenne il controllo sulla Western Electric, togliendolo alla Western Union. Perciò la American Bell recuperò il controllo indiretto sulla BTMC.
Acquisto da parte della AT&T
[modifica | modifica wikitesto]Il 30 dicembre 1899 i pacchetti di controllo delle filiali della American Bell vennero trasferite alla American Telephone and Telegraph; l'operazione era dovuta al fatto che il diritto societario del Massachusetts imponeva un limite massimo al capitale delle società per azioni, fissato in dieci milioni di dollari, impedendo così alla American Bell un ulteriore sviluppo. Con questo trasferimento di partecipazioni la AT&T divenne la "holding" che controllava sia la American Bell che tutto quello che sarebbe stato in seguito chiamato il Bell System[18].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Russell A. Pizer, The Tangled Web of Patent #174465, AuthorHouse, 2009, p. 122.
- ^ a b Louis Galambos, Theodore N. Vail and the Role of Innovation in the Modern Bell System, The Business History Review, Vol. 66, n° 1, High-Technology Industries, Spring, 1992, pp. 95-126. URL: https://www.jstor.org/stable/3117054.
- ^ William Patten e Alexander Melville Bell, Pioneering The Telephone In Canada, Montreal, Herald Press, 1926, pp. 11–12.
- ^ Pizer cit., pp. 123–124
- ^ a b Patten e Bell cit., p. 17.
- ^ Patten e Bell cit., p. 11.
- ^ StowgerNet Museum. BTMC And ATEA—Antwerp's Twin Telephone Companies Archiviato il 9 luglio 2013 in Internet Archive., sito del StowgerNet Telephone Museum, consultato il 20 agosto 2010
- ^ Huurdeman, Anton A. The Worldwide History Of Telecommunications, Wiley-IEEE, 2003, ISBN 0-471-20505-2, ISBN 978-0-471-20505-0, p. 179
- ^ Stephen B. Adams e Orville R. Butler. Manufacturing The Future: A History Of Western Electric, Cambridge University Press, 1999, p. 49, ISBN 0-521-65118-2, ISBN 978-0-521-65118-9
- ^ a b John E. Kingsbury, The Telephone And Telephone Exchanges: Their Invention And Development, New York-Londra, Longmans, Green, and Co., 1915
- ^ Pizer cit., p. 127
- ^ Charles L. Brown, (a cura di) The Bell System Archiviato il 23 ottobre 2015 in Internet Archive., in Encyclopedia of Telecommunications, Marcel Dekker, 1991. Consultato il 13 agosto 2013.
- ^ Huurdeman, Anton A. The Worldwide History of Telecommunications, Wiley-IEEE, 2003, ISBN 0-471-20505-2.
- ^ Pizer cit., p. 125
- ^ Lettera di Fish a Bell, AT&T, 7 aprile 1905
- ^ Lettera da Fish a Bell, AT&T, 18 aprile 1905
- ^ Robert V. Bruce, Bell: Alexander Bell and the Conquest of Solitude, Ithaca, New York, Cornell University Press, 1990
- ^ John Brooks, Telephone: The First Hundred Years, Harper & Row, 1976, ISBN 0-06-010540-2, ISBN 978-0-06-010540-2, p. 107
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Brooks, John. Telephone: The First Hundred Years, Harper & Row, 1976, ISBN 0-06-010540-2, ISBN 978-0-06-010540-2.
- Bruce, Robert V. Bell: Alexander Bell and the Conquest of Solitude. Ithaca, New York, Cornell University Press, 1990. ISBN 0-8014-9691-8.
- Patten, William; Bell, Alexander Melville. Pioneering The Telephone In Canada, Montreal, Herald Press, 1926.
- Pizer, Russell A. The Tangled Web of Patent #174465, AuthorHouse, 2009, ISBN 1-4389-8402-2, ISBN 978-1-4389-8402-5.
- Larned, Larry. Birth of The Blue Bell Telephone Signs: The History of the Blue Bell Telephone Sign as implemented by New England Telephone and Telegraph Archiviato il 28 ottobre 2019 in Internet Archive., BellTelephoneSigns.com website, 26 febbraio 2007.
- Wu, Tim, The Master Switch : The Rise and Fall of Information Empires, New York, Knopf, 2010. ISBN 978-0-307-26993-5
Altri progetti
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Collegamenti esterni
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