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Antonio Panella (militare)

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Antonio Panella
NascitaReggio Calabria, 28 novembre 1895
MorteVeliki Hrib, 27 agosto 1917
Cause della morteCaduto in azione
Luogo di sepolturaCimitero comunale di Reggio Calabria
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaEsercito
CorpoFanteria
UnitàBrigata Ferrara
Brigata Messina
Reparto48º Reggimento Fanteria
94º Reggimento Fanteria
Anni di servizio1915-1917
GradoTenente
GuerrePrima guerra mondiale
BattaglieDecima battaglia dell'Isonzo
Undicesima battaglia dell'Isonzo
DecorazioniMedaglia d'oro al valor militare
Medaglia d'argento al valor militare
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Antonio Panella (Reggio Calabria, 28 novembre 1895Veliki Hrib, 27 agosto 1917) è stato un militare italiano. Tenente della Brigata Messina[1] ed eroe della prima guerra mondiale, fu decorato il 23 marzo 1919 con la medaglia d'oro al valore militare alla memoria[2].

Come segnalato dai familiari, il nome completo era Antonino e non Antonio (verificato presso gli uffici dell'anagrafe del capoluogo reggino).

Figlio dell'artigiano Francesco e di Saveria Sauleo, visse la sua giovinezza nel rispetto dei valori della famiglia e della Patria. Come molti giovani della sua generazione nel 1915 venne chiamato alle armi e fu iscritto nel 48º Reggimento Fanteria con la ferma di tre anni. Il 27 agosto del 1917, con il grado di tenente, nel tentativo di conquistare il Velibi Krib durante la battaglia della Baiusizza, il giovane Panella trovò la morte a soli ventuno anni.

Le sue spoglie riposano presso il cimitero di Reggio Calabria, sua città natale, che per ricordarlo gli ha intitolato una via del centro storico e uno dei due istituti tecnici industriali[3]. All'ufficiale sono inoltre intitolate delle vie in alcune città sul suolo nazionale, come nella città pitagorica di Crotone e a Fano, che è stata la sede del 94º Reggimento fanteria "Messina".

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«In tutti i combattimenti cui prese parte tenne sempre il primo posto, il più vicino di fronte al nemico. In una asprissima azione, per tre giorni e due notti, con i suoi fanti affascinati dal suo fulgido valore contese con mirabile tenacia, palmo a palmo, un tratto di trincea nemica, su cui riuscì ad affermarsi ed a mantenersi solidamente, nonostante le alterne vicende dei combattimenti che si svolgevano ai suoi fianchi, anche quando venne a trovarsi, con pochi uomini rimastigli, isolato dal resto del battaglione. Quasi privo di munizioni, di viveri, di acqua, fu sereno, fortissimo, fiducioso sempre. Cadde gridando ancora “Avanti!” ai pochi superstiti che, così incitati, respinsero vittoriosamente un violento nuovo contrattacco avversario e resistettero ancora da soli per parecchie ore»
— Veliki-Hrib, 28 agosto 1917