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Adriaen van de Venne

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Adriaen Pietersz. van de Venne

Adriaen Pietersz. van de Venne (Delft, 1589 circa – L'Aia, 12 novembre 1662) è stato un pittore, poeta, disegnatore, incisore ed editore olandese del secolo d'oro.

L'inverno (1614)

Figlio di un emigrante fiammingo di Lierre[1], fuggito a Delft a causa della guerra e delle persecuzioni religiose[2], si iscrisse nel 1605 all'Università di Leida[3], tuttavia la sua istruzione fu parzialmente da autodidatta[3]. Si formò alla scuola di Simon de Valck[3], orefice a Leida[1], oltre che pittore[2] e Jeronymus van Diest[3], pittore di grisaglie all'Aia[1][2]. Fu, poi, ad Anversa nel 1607[3]. A partire dal 1608 e fino al 1625 operò a Middelburg, dove si sposò nel 1614[3]. Nel 1625 si trasferì all'Aia, dove, nello stesso anno, aderì alla locale Corporazione di San Luca[2][3] e dove rimase fino al 1662[3]. Qui, probabilmente, lavorò come pittore di corte e nel 1640 divenne decano della gilda[2][4]. Nel 1656 fu tra i fondatori della Confrerie Pictura[3].

Rappresentò varie tipologie di soggetti tra cui soggetti di genere, in particolare di ambiente contadino e interni, soggetti storici, religiosi, paesaggi, in particolare invernali, architetture e ritratti[3], generalmente di piccolo formato[5]. Eseguì, inoltre, miniature e decorazioni a grisaglia[3] nei toni del grigio e del marrone[6], per le quali era ben noto e in cui spesso ritraeva poveri e storpi[3], realizzate in gran parte dopo essersi trasferito all'Aia[1]. Le opere di quest'ultimo periodo presentano intenti moralistici e sociali[5]. Van de Venne fu, anche, illustratore di libri, grafico, propagandista politico e poeta, collaborando con il fratello Jan, un noto editore e mercante d'arte[4]. Molti scrittori olandesi, tra cui Jacob Cats[1], lo assunsero per illustrare i loro libri d'emblemi, un genere particolarmente in voga in quel periodo[4].

Le sue opere, simili a quelle di Mattheus Molanus e di Christoffel van den Berghe[1], presentano reminiscenze di Jan Brueghel e di Gillis van Coninxloo[2][3], di cui può considerarsi un seguace[3], soprattutto per quanto riguarda i paesaggi e l'illustrazione dei proverbi[1]. Il suo stile influenzò François Ryckhals e Antoine Le Nain[3].

Willem[1], Magdalena[7] e Crispijn van de Passe II realizzarono incisioni a partire da suoi disegni[1].

Si formarono alla sua scuola Leonard Bramer, Sybrand van Beest, e i figli Huijbregt van de Venne, autore di grisaglie[1], e Pieter van de Venne[3], pittore di nature morte floreali[1].

Al te bot ! (1610-1625)

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