Vai al contenuto

Deschampsia antarctica

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Deschampsia antarctica
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Monocotiledoni
(clade)Commelinidi
OrdinePoales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPooideae
TribùPoeae
SottotribùAristaveninae
GenereDeschampsia
SpecieD. antarctica
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseLiliopsida
OrdineCyperales
FamigliaPoaceae
GenereDeschampsia
SpecieD. antarctica
Nomenclatura binomiale
Deschampsia antarctica
E.Desv., 1854

Deschampsia antarctica E.Desv., 1854 è una pianta erbacea della famiglia delle Poacee[1]; è una delle due specie di angiosperme che vivono nel continente antartico[2].

D. antarctica si presenta come una piccola erba prostrata delle dimensioni dell'ordine di 15 cm, parzialmente secca (le foglie dell'anno precedente rimangono attaccate per gran parte della stagione vegetativa donando un aspetto caratteristico delle poacee visibili nelle zone alpine aride).

Distribuzione e habitat

[modifica | modifica wikitesto]

La specie è presente sulle isole Orcadi Meridionali, sulle isole Shetland Meridionali e lungo la costa occidentale della penisola Antartica. Il suo areale si spinge sino alla parte meridionale del Sud America (Argentina (Terra del Fuoco) e Cile (Regione di Magellano))[3].

La sua popolazione sta crescendo rapidamente a causa del riscaldamento globale che ha il duplice effetto di prolungare la stagione vegetativa (mitigazione delle temperature) e aumentare la superficie disponibile (fusione della calotta e rivelazione del suolo). Inoltre il calo delle popolazioni animali erbivore contribuiscono alla sua proliferazione [4] .

Possiede la capacità di sopravvivere a temperature fino a -30°, con luce minima o assente in inverno, grazie a un gene che inibisce la ricristallizzazione del ghiaccio.

La scoperta è stata fatta da scienziati del Centro di agribioscienze dell'università La Trobe di Melbourne, in Australia, che sono riusciti anche a impiantare il gene in altri vegetali, ipotizzando che ciò permetterebbe di aumentare la tolleranza delle coltivazioni alle brinate.[5]

La sua peculiare resistenza al freddo è tutt'ora indagata e non totalmente compresa. Ciò che si è scoperto è che gli esemplari di D. Antarctica che crescono sul continente antartico sovraesprimono un gene responsabile della sintesi di potenti inibitori di ricristallizzazione (RI) supposti essere simili alle già note proteine di inibizione di ricristallizzazione del ghiaccio (IRIP). Gli esemplari che crescono a latitudini minori non presentano tale caratteristica. Il modo in cui questa sintesi si attiva è in fase di studio (rientra nello spettro di modificazioni dovute all'acclimatazione) [6].

  1. ^ (EN) Deschampsia antarctica, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 14 febbraio 2024.
  2. ^ Antartide: L'ecosistema terrestre [collegamento interrotto], in Antartide itinerante, 2011.
  3. ^ (EN) D. M. Moore, Studies in Colobanthus quitensis (Kunth) Bartl. and Deschampsia antarctica Desv.: Taxonomy, distribution and relationships (PDF), in British Antarctic Survey Bullettin, vol. 23, 1970, pp. 63-80.
  4. ^ "Flourishing plants show warming Antarctica undergoing ‘major change'", su theguardian.com. URL consultato il 14 febbraio 2022.
  5. ^ Scoperto gene antigelo che protegge i raccolti dalla brina [collegamento interrotto], in Mondo agricolo veneto, 2006.
  6. ^ Ulrik P.Jhon et Al., Ice recrystallization inhibition proteins (IRIPs) and freezetolerance in the cryophilic Antarctic hair grass Deschampsia antarctica E. Desv., Plant, Cell and Environment 32, 2009, pp. 336–348.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  • (EN) Deschampsia antarctica, su GRIN Database. URL consultato il 25 luglio 2021 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2012).