Books by Christian Grasso
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Il volume raccoglie gli atti della giornata di studio "Il pontificato di Onorio III (1216-1227). ... more Il volume raccoglie gli atti della giornata di studio "Il pontificato di Onorio III (1216-1227). Nuove acquisizioni e prospettive di ricerca" svoltasi il 13 giugno 2016 presso l’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo. Scopo di questa pubblicazione è di offrire una prima rilettura critica di uno dei pontificati meno indagati dalla storiografia. I contributi degli autori indagano così, secondo differenti ma complementari prospettive e sulla base dell’analisi di diverse tipologie di fonti storiche (documentarie, letterarie, liturgiche, artistiche), la personalità e l’operato di Onorio III prima e dopo la sua elezione pontificia. Da questi studi emerge la figura di un pontefice determinato a dare nuovo impulso alla politica del Papato e in grado di elaborare, anche grazie al contribuito della Curia romana, un ambizioso programma di governo della "societas christiana". Un pontificato, quello di Onorio III, che merita perciò di divenire oggetto di nuovi studi storici. More info: https://www.isime.it/index.php/pubblicazioni
Pensato per professori e studenti, il volume fornisce alla didattica un utile strumento di lavoro... more Pensato per professori e studenti, il volume fornisce alla didattica un utile strumento di lavoro, aperto e dialettico, che permette di sviluppare percorsi di insegnamento flessibili e articolati. L’antologia, introdotta da tre saggi sui rapporti fra gli studiosi e le fonti e sui modi con cui gli studenti si possono avvicinare ad esse, fornisce una gamma di testimonianze variegata per tipologie documentarie, contenuti e autori. Le fonti, frutto di una scelta equilibrata, non si limitano alla sola sfera europea e occidentale ma includono anche le realtà del Mediterraneo e dell’Oriente, in una prospettiva policentrica.
Papers by Christian Grasso
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Il confronto tra Innoce... more https://shop.cisam.org/index.php?route=product%2Fproduct&product_id=1264
Il confronto tra Innocenzo IV e Federico II rappresenta uno dei più consolidati paradigmi narrativi e interpretativi che accompagna la storia del papa Fieschi. La sua personale memoria sembra essere
inscindibile dal ricordo della contesa, protrattosi per l’intero suo pontificato, con l’imperatore. Il saggio intende evidenziare il modo in cui tale paradigma narrativo si è sviluppato nella letteratura storiografica del XIII secolo. A tal fine si propone un’analisi circoscritta ad alcuni tra i più significativi testi storici dell’epoca, e cioè la biografia del papa scritta da Niccolò da
Calvi (m. 1273) e le cronache di Salimbene de Adam (m. 1288 circa) e di Matthew Paris (m. 1259). Questa scelta selettiva è motivata dalla volontà di presentare e discutere in particolare due questioni. In primo luogo, quella dell’effettiva incidenza del paradigma “contesa Papato-Impero” a livello di narrazione storica, un paradigma che in realtà neanche Niccolò da Calvi, Salimbene de Adam e Matthew Paris sembrano considerare come l’unica possibile chiave di lettura del pontificato innocenziano. In secondo luogo, la questione dell’influenza che la documentazione pontifica ha avuto nell’elaborazione delle opere di questi tre storici medievali.
Nella Roma del XII secolo l’interesse per la storia sembra conoscere un singolare revival. Ad ess... more Nella Roma del XII secolo l’interesse per la storia sembra conoscere un singolare revival. Ad essere protagonisti di questa realtà sono due esponenti di spicco della Curia papale: i cardinali Pandolfo (m. 1138) e Bosone (m. 1178). Questi due cardinali promuovono il recupero della tradizione storiografica pontificia che fino al IX secolo era sta trasmessa dal Liber pontificalis. Il Liber pontificalis (ri)scritto da Pandolfo e i Gesta pontificum romanorum redatti da Bosone testimoniano tuttavia di una diversa impostazione letteraria e di una più peculiare consapevolezza in merito al significato e all’uso della storia.
Nella prima parte di questo saggio sono analizzate dal punto di vista storico e letterario le opere di Pandolfo e Bosone. Nella seconda parte del saggio, invece, sono discusse nel dettaglio la trasmissione e la ricezione delle collezioni delle biografie papali scritte da Pandolfo e da Bosone. Il fine è quello di chiarire attraverso l’analisi della tradizione manoscritta l'incidenza che le opere di questi due cardinali hanno avuto sullo sviluppo della storiografia pontificia fino all'età umanistica (in particolare riguardo alle biografie di Innocenzo III, Gregorio IX e Innocenzo IV), e anche di porre in luce lo specifico contesto socio-culturale in cui queste opere sono state scritte e poi consultate, ricopiate e diffuse tra il XII e il XIV (cioè la Curia papale “itinerante” tra Roma ed Avignone).
Nel saggio è tra l'altro segnalato un codice manoscritto (miniato) della Vita di papa Gregorio IX non segnalato nelle moderne edizioni critiche di questo testo.
Info: https://www.isime.it/product/bullettino-126/
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Info: https://www.nuovarivistastorica.it/anno-2022-volume-cvi-fascicolo-iii/
Preach, excommunica... more Info: https://www.nuovarivistastorica.it/anno-2022-volume-cvi-fascicolo-iii/
Preach, excommunicate and absolve in the name of the Apostolic See (early 13th century). During the early thirteenth century, the Apostolic See tried to assert its pastoral and jurisdictional primacy by claiming the right to speak in public and circulating its words Urbi et Orbi. The essay intends to investigate the way in which this claim developed during the pontificates of Innocent III (1198-1216), Honorius III (1216-1227) and Gregory IX (1227-1241). These popes considered themselves as model preachers and for this reason they multiplied initiatives and normative interventions in this regard. At the same time, they tried to show their oratory force also at a judicial level, contributing to the formalization of the rite of excommunication.
Addressing sermons and passing judicial sentences, usually during sophisticated ceremonials, the popes tried to make the Christianity understanding their word by delegating the potestas predicandi and potestas ligandi et solvendi to their representatives. The analysis of the papal documentation and that relating to the papal delegates clarifies the modalities and consequences of this phenomenon which has contributed both to the consolidation of the authority of the Apostolic See in the public space and to the definition of the procedures for inclusion and exclusion among the societas christiana of the time.
Questo studio intende presentare un’analisi comparativa dei documenti che sono posti in apertura ... more Questo studio intende presentare un’analisi comparativa dei documenti che sono posti in apertura dei registri della corrispondenza di Innocenzo III (1198-1216), di Onorio III (1216-1227), di Gregorio IX (1227-1241) e di Innocenzo IV (1243-1254). Le prime lettere che questi pontefici pongono come incipit delle proprie raccolte epistolari appartengono alla medesima tipologia documentaria, quella delle litterae de promotione. Queste lettere hanno una speciale importanza innanzitutto perché sono scritte in un momento storico di passaggio come è quello tra un pontificato e l’altro. A caratterizzare queste lettere vi è inoltre un insieme composito di motivazioni e di finalità redazionali, come anche una singolare struttura testuale che è caratterizzata dall’adozione di un “modello compositivo” fondato sul reimpiego di un comune repertorio di formule. Quali sono le ragioni che qualificano il significato delle lettere di elezione e in che modo i pontefici della prima metà del Duecento adattano, modificandolo, il medesimo modello testuale di riferimento per annunciare la propria nomina sono i problemi analizzati in questo saggio
This study considers and compares the documents that open the registers of the correspondence of Innocent III (1198-1216), Honorius III (1216-1227), Gregory IX (1227-1241) and Innocent IV (1243-1254). The first letters that these popes use as incipit of their own epistolary collections belong to the same documentary typology: the litterae de promotione. These letters are of special importance because they are written in a historical moment of transition between one pontificate and another. They also show a mixed set of motivations and editorial purposes, as well as a textual structure characterized by the adoption of a "compositional model" based on the reuse of a common repertoire of formulas. This essay considers which reasons characterize the meaning of the letters on papal election and how the popes of the first half of the Thirteenth Century adapt the same textual model to announce their appointment.
More info: https://www.isime.it/product/bullettino-dellistituto-storico-italiano-per-il-medio-evo-124/
The aim of our essay is to show the centrality of the ars predicandi during the pontificate of In... more The aim of our essay is to show the centrality of the ars predicandi during the pontificate of Innocent III (1198-1216). He was an expert preacher who regularly preached in Roman churches and basilicas as well as during the IV Lateran Council (1215). Innocent III’s preaching activity is principally accounted for by his collection of model sermons. This essay investigates the pope’s modus predicandi through the analysis of some of the main themes of his sermons. Innocent III presented himself as the heir of a tradition developing in Rome since the twelfth century and stemming from the connection among biblical exegesis, preaching and liturgy. Through pastoral care and the promotion and discipline of preaching, the pope and the Roman Curia tried to achieve a more effective governance of the Church and Christian society..
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ABSTRACTS
Il saggio intende indagare il modo in cui il Papato è riuscito ad affermarsi come centro decisionale e giudiziario della Chiesa nel periodo successivo allo scisma del 1130-1138. A tal fine viene evidenziato il ruolo determinante avuto dai membri del collegio cardinalizio, ed in particolare di Guido di San Crisogono. Tra gli anni compresi tra il 1139 e il 1157, questo prelato fiorentino è stato tra i più influenti membri della Curia romana. Conosciuto per le sue qualità di arbiter et iudex, Guido è stato protagonista di una serie di iniziative diplomatiche e di interventi a livello giudiziario e dottrinale in Italia, Francia e Oriente latino. Di ciò è rimasta traccia in un nutrito e variegato corpus di testimonianze letterarie e documentarie. Queste testimonianze mostrano il modo in cui un cardinale di curia riesce ad imporsi sulla scena pubblica promuovendo gli interessi politici, istituzionali e religiosi della Sede Apostolica.
The essay aims at investigating the way in which the Papacy was able to affirm its authority as decision-maker and judicial center of the Church in the period following the Schism of 1130-1138. For this reason, the essay highlights the role played by the members of the college of cardinals, and in particular by Guido of San Crisogono. Between 1139 and 1157, this Florentine prelate was among the most influential members of the Roman Curia. Famous as an arbiter et iudex, Guido was the protagonist of a series of diplomatic initiatives and judicial and doctrinal interventions in Italy, France and the Latin East, as attested by different literary and documentary sources. They show how a cardinal of the Curia manages to establish himself on the public scene by promoting the political, institutional and religious interests of the Apostolic See.
La “quinta crociata” è stata una delle più complesse spedizioni crociate tra quelle promosse i... more La “quinta crociata” è stata una delle più complesse spedizioni crociate tra quelle promosse in età medievale ed anche una delle più lunghe dal punto di vista temporale. Dal momento dell’annuncio di questa spedizione, fatto dal papa Innocenzo III nel 1213, fino al momento della sua conclusione nel 1221, trascorrono circa nove anni, un periodo di tempo piuttosto lungo durante il quale la Cristianità si trova immersa in uno stato di permanente mobilitazione. Di questa spedizione si discute durante il più importante concilio medievale, il IV Lateranense del 1215, e alla sua realizzazione si dedica il papa Onorio III che dal momento della sua elezione, nel luglio del 1216, vi si dedica con grande risolutezza. Il fatto che la quinta crociata si dispieghi senza alcuna interruzione tra due pontificati, quelli di Innocenzo III (1198-1216) e di Onorio III (1216-1227), è già di per sé un segno della singolarità di tale impresa.
Questo saggio tratta di uno specifico problema, quello della promozione pubblica della crociata, privilegiando lo studio dello strumento di comunicazione all’epoca considerato come il più efficace, quello della predicazione. A tal fine si proverà nella prima parte del saggio a dare una risposta a tre domande: chi predicava, come si predicava e cosa si predicava. In questo contesto verrà in particolare evidenziata l’iniziativa del Papato che ha inteso controllare ogni aspetto della crociata, a partire dalla definizione delle modalità e del contenuto della predicazione. La seconda parte del saggio è invece consacrata all’analisi del verbum crucis (cioè del “messaggio crociato”), così come è esso è stato definito dal punto di vista teologico e giuridico, e quindi diffuso per opera della Sede Apostolica e dei predicatori da essa delegati. L’intento è di evidenziare le implicazioni che la predicazione crociata ha avuto nella formazione di una nuova sensibilità religiosa ed ecclesiale di cui poi Francesco d’Assisi è stato
interprete e testimone. Fonti principali dello studio sono le lettere di Innocenzo III e di Onorio III, conservate nella serie dei Registri Vaticani dell’Archivio Apostolico Vaticano, e i testi relativi alla pratica della predicazione (sermoni e raccolte di exempla).
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Mélanges de l'École française de Rome – Moyen Âge (Open Access): https://journals.openedition.org/mefrm/6607, 2020
The collection of the sermons of Honorius III (1216-1227) is the most important testimony to the ... more The collection of the sermons of Honorius III (1216-1227) is the most important testimony to the preaching activity of this Pope. This study intends to present the initial results of the preparatory work for the critical edition of the collection, discussing the manuscript tradition and its general characteristics. Honorius III developed a particular sensitivity towards the ars predicandi shared by the Roman Curia in his day. In fact, liturgy and preaching were two areas in which the Roman Curia made great investment in order to show the Apostolic See's supremacy. Honorius III's sermons, which he preached in Rome before they would end up being written down and disseminated with manuscript exemplars from the Roman Curia, attest his interest in the performative power of the verbum predicationis. At this regard, the Pope elaborated an articulated reflection through the use of metaphors. One example of such metaphors is a medical one. Honorius III recognized in the preacher's word the ability to heal the faithful from moral and spiritual illnesses. In his sermons, the Pope developed a precise diagnosis for the diseases of Christianity, whose therapy is the clergy’s regular recourse to the use of words. In this sense, the verbum predicationis had a therapeutic power and, for this reason, Honorius III intended to grow it by regularly preaching in Rome and by disseminating his homiletic work.
I registri della corrispondenza di Onorio III (Arch. Segr. Vat. 9-13) furono tenuti in grande con... more I registri della corrispondenza di Onorio III (Arch. Segr. Vat. 9-13) furono tenuti in grande considerazione dai suoi successori al pontificato ma non hanno ricevuto la stessa attenzione da parte degli studiosi moderni, anche perché il regesto che ne è stato curato, a opera di P. Pressutti (Roma 1884-1895), è ricco di errori e incongruenze. Il saggio prende in esame la documentazione papale relativa al tema della quinta crociata e della propaganda per la sesta, per ricostruire il modus operandi di Onorio III in quest'ambito. Il tratto distintivo dell'azione del pontefice è stata la volontà, in continuità con Innocenzo III, di rafforzare il legame della Sede apostolica con la recuperatio Terrae Sanctae, vista come mezzo per affermare il primato pastorale e giurisdizionale del papato; strumenti privilegiati di tale azione sono stati la redazione di lettere e la predicazione. Autore di alcune delle principali litterae generales per conto di Onorio III sulla crociata è stato Tommaso da Capua, capo della Penitenzieria apostolica, a partire dalla Iustus Dominus, poi inserita anche nella Summa dictaminis; fra le prescrizioni contenute in questa lettera vi è la nomina papale di predicatores speciales, ma quest'ultima iniziativa fu molto osteggiata, in quanto andava a collidere con l'autonomia delle singole diocesi sancita dal IV concilio lateranense. Il saggio si sofferma infine sugli aspetti giuridici relativi alla crociata, che verranno poi elaborati e illustrati nella Summa aurea del cardinal Ostiense [tratto da: "Medioevo latino", Scheda N: 39 - 2055]
Innocent III a été un des prédicateurs les plus ambitieux du début du XIIIe siècle. Son habilité ... more Innocent III a été un des prédicateurs les plus ambitieux du début du XIIIe siècle. Son habilité d’orateur est manifeste, en particulier, dans le recueil de sermons qu’il a publié entre 1202 et 1204. Aux yeux du pape, l’édition de ses sermons devait non seulement servir de témoignage de son engagement pastoral, mais aussi être un outil voué à l’affirmation de l’autorité pontificale sur l’officium predicationis. De ce point de vue, le traitement réservé dans ces textes à l’heretica pravitas est emblématique. Innocent III établit un lien entre condamnation de l’hérésie, que lui-même considère comme une perversion de la doctrine et de la théologie chrétienne, et polémique contre le clergé corrompu et indiffèrent à la pratique de la prédication. Le pape dénonce avec insistance la négligence pastorale du clergé en le présentant à la fois comme l’une des causes de la propagation de l’hérésie et comme l’une des raisons de l’intervention directe de la papauté au niveau local. La conséquence la plus immédiate de cette analyse fut l’envoi de légats-prédicateurs en Languedoc à partir de 1202. A ses représentants actifs dans la région de la chrétienté la plus exposée à la propagation de l’hérésie, il confia une double tache : prêcher pour diffuser la bonne doctrine et superviser l’activité du clergé languedocien. Nul hasard, donc, si Innocent III a choisi comme destinataire officiel de la collection de ses sermons un des protagonistes majeurs de la lutte contre l’hérésie cathare, l’abbé de Cîteaux Arnaud Amalric.
Il saggio analizza la fase propagandistica della quinta crociata, la «più ambiziosa impresa ponti... more Il saggio analizza la fase propagandistica della quinta crociata, la «più ambiziosa impresa pontificia volta alla liberazione della Terra Santa» (p. 263). Per tale pium et sanctum propositum Innocenzo III «elaborava una nuova strategia organizzativa fondata sulla certezza che per dare seguito alla spedizione militare era innanzi tutto necessario sensibilizzare gli animi dei fedeli cristiani alla causa della Terra Santa» (p. 263). Gli strumenti per rafforzare il controllo del papato sulla spedizione crociata vengono individuati nei delegati. Innocenzo III inaugura su larga scala la prassi di affidare mandati speciali per la predicazione della crociata: si fa strada l'idea «dell'importanza della cura della predicazione ai fini del successo della spedizione orientale» (p. 266). L'A. indaga con particolare riguardo le campagne di predicazione condotte dal legato apostolico Roberto di Courson, la cui legazione costituisce uno dei più precoci tentativi di una precisa strategia di Innocenzo III tesa a operare un capillare controllo sui predicatori. Roberto univa la predicazione per la crociata a istanze di riforma morale ed ecclesiastica. Ancora si evidenzia lo stretto, inscindibile legame tra riforma e crociata. Alla medesima linea di azione inaugurata da Innocenzo si ispira anche il suo successore, Onorio III, che organizza un sistema di coordinamento della propaganda regolata da un legato apostolico e condotta da selezionati predicatori itineranti destinati ad evangelizandum verbum crucis. È indubbio risultato delle ricerche condotte l'aver mostrato che l'organizzazione delle crociate consentì al papato di manifestare la propria autorità attraverso la rappresentanza. Ai responsabili del verbum crucis i papi garantirono in modo sempre più convinto il proprio appoggio nel raggiungimento di un duplice obiettivo: mobilitare i fedeli per la Terra Santa e predicare una riforma morale [tratto da: "Medioevo latino", Scheda N: 38 - 10880]
In: «Rivista di Storia della Chiesa in Italia», 67/1 (2013), p. 37-54
By analyzing the modus operandi of papal preachers, this study aims to describe the ways in which... more By analyzing the modus operandi of papal preachers, this study aims to describe the ways in which the popes Innocent III (1198-1216) and Honorius III (1216-1227) attempted to control the preaching of the crusades. The institutional role of preachers was gradually consolidated and justified by the Papacy, and affirmed by the Fourth Lateran Council (1215), on the basis of necessity to liberate the Holy Land. This priority given to the Crusades became an integral part of papal policy as well as one of the central elements of the legal and theological reflection on the crusade that was expressed through reference to the principles of necessitas and utilitas communis. The "exceptionalism" of the Crusades was presented by the popes as a justification for the adoption of some special measures, such as the introduction of papal preachers to whom pastoral and judicial prerogatives were granted.
In: «Revue d’histoire écclésiastique», 108/1 (2013), p. 98-143
Held in 1215, the Fourth Lateran Council set reforming the Church and recovering the Holy Land as... more Held in 1215, the Fourth Lateran Council set reforming the Church and recovering the Holy Land as its goals. Pope Honorius III (1216-1227) implemented his program in reviving preaching to the faithful and in launching the Fifth Crusade. The present article shows how this project was carried out and to do so analyses the crusade’s legation conferred upon the cardinal Pelagius of Albano (†1230). He led the Fifth Crusade to Egypt (1218-1221); he played a significant role there, not only in leading military operations, but because his mission represented one of the first pontifical attempts at controlling a crusade and illustrated the increasing authority recognized in cardinals of the Curia invested with the authority of legate by the pope. During the crusade, Pelagius succeded in affirming his institutional and political role through his competencies in canon law and his abilities in controlling communication between the Latin East and the West. Analysis of contemporary documentation shows how Pelagius promoted both the authority due to the legate and preaching the crusade; we see how his legation fitted into the vision of a project for reconquering Christendom, inaugurated at Lateran IV.
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Il confronto tra Innocenzo IV e Federico II rappresenta uno dei più consolidati paradigmi narrativi e interpretativi che accompagna la storia del papa Fieschi. La sua personale memoria sembra essere
inscindibile dal ricordo della contesa, protrattosi per l’intero suo pontificato, con l’imperatore. Il saggio intende evidenziare il modo in cui tale paradigma narrativo si è sviluppato nella letteratura storiografica del XIII secolo. A tal fine si propone un’analisi circoscritta ad alcuni tra i più significativi testi storici dell’epoca, e cioè la biografia del papa scritta da Niccolò da
Calvi (m. 1273) e le cronache di Salimbene de Adam (m. 1288 circa) e di Matthew Paris (m. 1259). Questa scelta selettiva è motivata dalla volontà di presentare e discutere in particolare due questioni. In primo luogo, quella dell’effettiva incidenza del paradigma “contesa Papato-Impero” a livello di narrazione storica, un paradigma che in realtà neanche Niccolò da Calvi, Salimbene de Adam e Matthew Paris sembrano considerare come l’unica possibile chiave di lettura del pontificato innocenziano. In secondo luogo, la questione dell’influenza che la documentazione pontifica ha avuto nell’elaborazione delle opere di questi tre storici medievali.
Nella prima parte di questo saggio sono analizzate dal punto di vista storico e letterario le opere di Pandolfo e Bosone. Nella seconda parte del saggio, invece, sono discusse nel dettaglio la trasmissione e la ricezione delle collezioni delle biografie papali scritte da Pandolfo e da Bosone. Il fine è quello di chiarire attraverso l’analisi della tradizione manoscritta l'incidenza che le opere di questi due cardinali hanno avuto sullo sviluppo della storiografia pontificia fino all'età umanistica (in particolare riguardo alle biografie di Innocenzo III, Gregorio IX e Innocenzo IV), e anche di porre in luce lo specifico contesto socio-culturale in cui queste opere sono state scritte e poi consultate, ricopiate e diffuse tra il XII e il XIV (cioè la Curia papale “itinerante” tra Roma ed Avignone).
Nel saggio è tra l'altro segnalato un codice manoscritto (miniato) della Vita di papa Gregorio IX non segnalato nelle moderne edizioni critiche di questo testo.
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Preach, excommunicate and absolve in the name of the Apostolic See (early 13th century). During the early thirteenth century, the Apostolic See tried to assert its pastoral and jurisdictional primacy by claiming the right to speak in public and circulating its words Urbi et Orbi. The essay intends to investigate the way in which this claim developed during the pontificates of Innocent III (1198-1216), Honorius III (1216-1227) and Gregory IX (1227-1241). These popes considered themselves as model preachers and for this reason they multiplied initiatives and normative interventions in this regard. At the same time, they tried to show their oratory force also at a judicial level, contributing to the formalization of the rite of excommunication.
Addressing sermons and passing judicial sentences, usually during sophisticated ceremonials, the popes tried to make the Christianity understanding their word by delegating the potestas predicandi and potestas ligandi et solvendi to their representatives. The analysis of the papal documentation and that relating to the papal delegates clarifies the modalities and consequences of this phenomenon which has contributed both to the consolidation of the authority of the Apostolic See in the public space and to the definition of the procedures for inclusion and exclusion among the societas christiana of the time.
This study considers and compares the documents that open the registers of the correspondence of Innocent III (1198-1216), Honorius III (1216-1227), Gregory IX (1227-1241) and Innocent IV (1243-1254). The first letters that these popes use as incipit of their own epistolary collections belong to the same documentary typology: the litterae de promotione. These letters are of special importance because they are written in a historical moment of transition between one pontificate and another. They also show a mixed set of motivations and editorial purposes, as well as a textual structure characterized by the adoption of a "compositional model" based on the reuse of a common repertoire of formulas. This essay considers which reasons characterize the meaning of the letters on papal election and how the popes of the first half of the Thirteenth Century adapt the same textual model to announce their appointment.
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Il saggio intende indagare il modo in cui il Papato è riuscito ad affermarsi come centro decisionale e giudiziario della Chiesa nel periodo successivo allo scisma del 1130-1138. A tal fine viene evidenziato il ruolo determinante avuto dai membri del collegio cardinalizio, ed in particolare di Guido di San Crisogono. Tra gli anni compresi tra il 1139 e il 1157, questo prelato fiorentino è stato tra i più influenti membri della Curia romana. Conosciuto per le sue qualità di arbiter et iudex, Guido è stato protagonista di una serie di iniziative diplomatiche e di interventi a livello giudiziario e dottrinale in Italia, Francia e Oriente latino. Di ciò è rimasta traccia in un nutrito e variegato corpus di testimonianze letterarie e documentarie. Queste testimonianze mostrano il modo in cui un cardinale di curia riesce ad imporsi sulla scena pubblica promuovendo gli interessi politici, istituzionali e religiosi della Sede Apostolica.
The essay aims at investigating the way in which the Papacy was able to affirm its authority as decision-maker and judicial center of the Church in the period following the Schism of 1130-1138. For this reason, the essay highlights the role played by the members of the college of cardinals, and in particular by Guido of San Crisogono. Between 1139 and 1157, this Florentine prelate was among the most influential members of the Roman Curia. Famous as an arbiter et iudex, Guido was the protagonist of a series of diplomatic initiatives and judicial and doctrinal interventions in Italy, France and the Latin East, as attested by different literary and documentary sources. They show how a cardinal of the Curia manages to establish himself on the public scene by promoting the political, institutional and religious interests of the Apostolic See.
Questo saggio tratta di uno specifico problema, quello della promozione pubblica della crociata, privilegiando lo studio dello strumento di comunicazione all’epoca considerato come il più efficace, quello della predicazione. A tal fine si proverà nella prima parte del saggio a dare una risposta a tre domande: chi predicava, come si predicava e cosa si predicava. In questo contesto verrà in particolare evidenziata l’iniziativa del Papato che ha inteso controllare ogni aspetto della crociata, a partire dalla definizione delle modalità e del contenuto della predicazione. La seconda parte del saggio è invece consacrata all’analisi del verbum crucis (cioè del “messaggio crociato”), così come è esso è stato definito dal punto di vista teologico e giuridico, e quindi diffuso per opera della Sede Apostolica e dei predicatori da essa delegati. L’intento è di evidenziare le implicazioni che la predicazione crociata ha avuto nella formazione di una nuova sensibilità religiosa ed ecclesiale di cui poi Francesco d’Assisi è stato
interprete e testimone. Fonti principali dello studio sono le lettere di Innocenzo III e di Onorio III, conservate nella serie dei Registri Vaticani dell’Archivio Apostolico Vaticano, e i testi relativi alla pratica della predicazione (sermoni e raccolte di exempla).
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Il confronto tra Innocenzo IV e Federico II rappresenta uno dei più consolidati paradigmi narrativi e interpretativi che accompagna la storia del papa Fieschi. La sua personale memoria sembra essere
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Calvi (m. 1273) e le cronache di Salimbene de Adam (m. 1288 circa) e di Matthew Paris (m. 1259). Questa scelta selettiva è motivata dalla volontà di presentare e discutere in particolare due questioni. In primo luogo, quella dell’effettiva incidenza del paradigma “contesa Papato-Impero” a livello di narrazione storica, un paradigma che in realtà neanche Niccolò da Calvi, Salimbene de Adam e Matthew Paris sembrano considerare come l’unica possibile chiave di lettura del pontificato innocenziano. In secondo luogo, la questione dell’influenza che la documentazione pontifica ha avuto nell’elaborazione delle opere di questi tre storici medievali.
Nella prima parte di questo saggio sono analizzate dal punto di vista storico e letterario le opere di Pandolfo e Bosone. Nella seconda parte del saggio, invece, sono discusse nel dettaglio la trasmissione e la ricezione delle collezioni delle biografie papali scritte da Pandolfo e da Bosone. Il fine è quello di chiarire attraverso l’analisi della tradizione manoscritta l'incidenza che le opere di questi due cardinali hanno avuto sullo sviluppo della storiografia pontificia fino all'età umanistica (in particolare riguardo alle biografie di Innocenzo III, Gregorio IX e Innocenzo IV), e anche di porre in luce lo specifico contesto socio-culturale in cui queste opere sono state scritte e poi consultate, ricopiate e diffuse tra il XII e il XIV (cioè la Curia papale “itinerante” tra Roma ed Avignone).
Nel saggio è tra l'altro segnalato un codice manoscritto (miniato) della Vita di papa Gregorio IX non segnalato nelle moderne edizioni critiche di questo testo.
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Preach, excommunicate and absolve in the name of the Apostolic See (early 13th century). During the early thirteenth century, the Apostolic See tried to assert its pastoral and jurisdictional primacy by claiming the right to speak in public and circulating its words Urbi et Orbi. The essay intends to investigate the way in which this claim developed during the pontificates of Innocent III (1198-1216), Honorius III (1216-1227) and Gregory IX (1227-1241). These popes considered themselves as model preachers and for this reason they multiplied initiatives and normative interventions in this regard. At the same time, they tried to show their oratory force also at a judicial level, contributing to the formalization of the rite of excommunication.
Addressing sermons and passing judicial sentences, usually during sophisticated ceremonials, the popes tried to make the Christianity understanding their word by delegating the potestas predicandi and potestas ligandi et solvendi to their representatives. The analysis of the papal documentation and that relating to the papal delegates clarifies the modalities and consequences of this phenomenon which has contributed both to the consolidation of the authority of the Apostolic See in the public space and to the definition of the procedures for inclusion and exclusion among the societas christiana of the time.
This study considers and compares the documents that open the registers of the correspondence of Innocent III (1198-1216), Honorius III (1216-1227), Gregory IX (1227-1241) and Innocent IV (1243-1254). The first letters that these popes use as incipit of their own epistolary collections belong to the same documentary typology: the litterae de promotione. These letters are of special importance because they are written in a historical moment of transition between one pontificate and another. They also show a mixed set of motivations and editorial purposes, as well as a textual structure characterized by the adoption of a "compositional model" based on the reuse of a common repertoire of formulas. This essay considers which reasons characterize the meaning of the letters on papal election and how the popes of the first half of the Thirteenth Century adapt the same textual model to announce their appointment.
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ABSTRACTS
Il saggio intende indagare il modo in cui il Papato è riuscito ad affermarsi come centro decisionale e giudiziario della Chiesa nel periodo successivo allo scisma del 1130-1138. A tal fine viene evidenziato il ruolo determinante avuto dai membri del collegio cardinalizio, ed in particolare di Guido di San Crisogono. Tra gli anni compresi tra il 1139 e il 1157, questo prelato fiorentino è stato tra i più influenti membri della Curia romana. Conosciuto per le sue qualità di arbiter et iudex, Guido è stato protagonista di una serie di iniziative diplomatiche e di interventi a livello giudiziario e dottrinale in Italia, Francia e Oriente latino. Di ciò è rimasta traccia in un nutrito e variegato corpus di testimonianze letterarie e documentarie. Queste testimonianze mostrano il modo in cui un cardinale di curia riesce ad imporsi sulla scena pubblica promuovendo gli interessi politici, istituzionali e religiosi della Sede Apostolica.
The essay aims at investigating the way in which the Papacy was able to affirm its authority as decision-maker and judicial center of the Church in the period following the Schism of 1130-1138. For this reason, the essay highlights the role played by the members of the college of cardinals, and in particular by Guido of San Crisogono. Between 1139 and 1157, this Florentine prelate was among the most influential members of the Roman Curia. Famous as an arbiter et iudex, Guido was the protagonist of a series of diplomatic initiatives and judicial and doctrinal interventions in Italy, France and the Latin East, as attested by different literary and documentary sources. They show how a cardinal of the Curia manages to establish himself on the public scene by promoting the political, institutional and religious interests of the Apostolic See.
Questo saggio tratta di uno specifico problema, quello della promozione pubblica della crociata, privilegiando lo studio dello strumento di comunicazione all’epoca considerato come il più efficace, quello della predicazione. A tal fine si proverà nella prima parte del saggio a dare una risposta a tre domande: chi predicava, come si predicava e cosa si predicava. In questo contesto verrà in particolare evidenziata l’iniziativa del Papato che ha inteso controllare ogni aspetto della crociata, a partire dalla definizione delle modalità e del contenuto della predicazione. La seconda parte del saggio è invece consacrata all’analisi del verbum crucis (cioè del “messaggio crociato”), così come è esso è stato definito dal punto di vista teologico e giuridico, e quindi diffuso per opera della Sede Apostolica e dei predicatori da essa delegati. L’intento è di evidenziare le implicazioni che la predicazione crociata ha avuto nella formazione di una nuova sensibilità religiosa ed ecclesiale di cui poi Francesco d’Assisi è stato
interprete e testimone. Fonti principali dello studio sono le lettere di Innocenzo III e di Onorio III, conservate nella serie dei Registri Vaticani dell’Archivio Apostolico Vaticano, e i testi relativi alla pratica della predicazione (sermoni e raccolte di exempla).
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Martedì 5 Febbraio 2019: Francesco Veronese, “La vita dei laici: istruzioni per l'uso. Giona di Orléans e la moralizzazione delle aristocrazie carolinge”.
Lunedì 4 Marzo: Gianluca Battioni, “Il carteggio degli oratori sforzeschi a Roma durante il pontificato di Callisto III Borgia: i contenuti, l’edizione”.
Mercoledì 3 Aprile: Carlotta Sticco, “La Raguseida di Gian Mario Filelfo: l'edizione critica dell'opera e l'officina storico-poetica dell'autore”.
Mercoledì 8 Maggio: Christian Grasso, “Pratiche di scrittura e azione diplomatica dei cardinali di curia. Alcuni casi di studio (inizi XIII secolo)”
Circolo Medievistico Romano - presso Institut français Centre Saint Louis, Largo G. Toniolo, 20-22.
presenza, nelle sue file, di numerosi ecclesiastici di rango. Cardinale dal 1227, papa dal 1243 al 1254, Innocenzo IV è uno dei pontefici più rilevanti di tutto il Duecento, noto sia per la grande cultura canonistica, sia per la sua inflessibile azione di difesa della supremazia papale anche sui sovrani temporali: clamorosa la sua deposizione dell’imperatore Federico II. Il convegno internazionale che la Società Internazionale di Studi Francescani e il Centro Interuniversitario di Studi Francescani dedicano a Innocenzo IV nell’ottobre del 2023 farà luce su di un aspetto relativamente meno indagato, eppure di grande importanza, del suo pontificato: i rapporti con gli Ordini Mendicanti. Francescani, Domenicani in primo luogo, ma anche altre congregazioni, tra le quali i Serviti, che incarnavano in quegli anni esigenze di riforma della Chiesa e allo stesso tempo si stavano rivelando un formidabile strumento funzionale ai
disegni papali. Dopo aver contestualizzato la figura di Sinibaldo Fieschi/Innocenzo IV, il convegno approfondisce i vari aspetti della politica di Innocenzo IV nei confronti de singoli Ordini mendicanti, senza
trascurare i suoi interventi nei confronti delle famiglie religiose femminili, in vario modo connesse con i frati mendicanti. Di conseguenza, saranno indagati anche i suoi interventi nel violento contrasto esploso in quegli anni tra Ordini mendicanti e clero secolare, soprattutto a Parigi. Riceveranno competente attenzione anche aspetti meno noti, ma ugualmente importanti: la sua attività di mecenatismo a favore degli Ordini mendicanti, in particolare dei Francescani e il ruolo propulsivo che svolse rispetto alle missioni nell’Estremo Oriente, conferendo un respiro autenticamente globale al suo operato