Conference Presentations by Furio Cappelli
Intervento previsto il 4 luglio 2023 presso la Summer School di Fano sul tema "L'arco. Dall'antic... more Intervento previsto il 4 luglio 2023 presso la Summer School di Fano sul tema "L'arco. Dall'antichità al mondo contemporaneo".
Relazione in programma per il Convegno "Sulle orme dei Longobardi" (Ascoli Piceno, 4/6 Maggio 2023)
Videoconferenza disponibile su YouTube al link allegato.
Seminario TRASFORMAZIONI, MEMORIA E ST... more Videoconferenza disponibile su YouTube al link allegato.
Seminario TRASFORMAZIONI, MEMORIA E STORIA AD ASCOLI PICENO, II Anno: LA MEMORIA DEL MUTAMENTO NEL VOLTO DI UNA CITTA’
Direttore scientifico: prof. ROBERTO LAMBERTINI, Ordinario di Storia medievale all'Università di Macerata
In località Piagge (Terre Roveresche, prov. Pesaro-Urbino), castrum attestato sin dal sec. XIII, ... more In località Piagge (Terre Roveresche, prov. Pesaro-Urbino), castrum attestato sin dal sec. XIII, si presenta una struttura ipogea autonoma, riutilizzata come ricetto e cantina almeno sin dal sec. XVII, con elementi decorativi e simbolici connessi all'articolazione dello spazio. L'ipotesi del relatore, presentata già nel 2005, identifica l'Ipogeo con un luogo di riunione per una ristretta comunità di adepti, in analogia al caso templare della Tomba Bartoccini di Tarquinia.
Videoconferenza disponibile su YouTube al link allegato. Si propone un itinerario tra le sete isp... more Videoconferenza disponibile su YouTube al link allegato. Si propone un itinerario tra le sete ispirate alla vita romanzata del re persiano Bahràm V (421-439 d.C.). Grazie a questi preziosi manufatti, l'eco di un racconto orientale si è diffusa nel cuore dell'Europa nell'età di Carlo Magno.
XXVIII PREMIO INTERNAZIONALE ASCOLI PICENO letteratura, saggistica spettacolo 22-23 marzo 2019 AS... more XXVIII PREMIO INTERNAZIONALE ASCOLI PICENO letteratura, saggistica spettacolo 22-23 marzo 2019 ASCOLI PICENO Sala della Ragione-Palazzo dei Capitani.
La fortezza di Macchia è una realtà storica e archeologica di notevole importanza, sebbene poco c... more La fortezza di Macchia è una realtà storica e archeologica di notevole importanza, sebbene poco conosciuta. Ubicata ai confini settentrionali del Regno di Sicilia, in territorio abruzzese, è oggi ridotta a una suggestiva rovina, ma ha vissuto fasi assai intense di vitalità in età normanno-sveva e nella prima fase del Regno angioino. L'articolo è accompagnato dalle diapositive di una conferenza svolta ad Ascoli Piceno nel 2015.
by NUME Gruppo di Ricerca sul Medioevo Latino, Furio Cappelli, leonardo marchetti, Giovanni Collamati, Francesco Calò, Alberto Sanna, Davide Del Gusto, Gaetana Liuzzi, Giulia Calabrò, Maria Paola Bulla, Omar Khalaf, Mila Bondi, Marcello Bolpagni, Valeria Danesi, Roberto Del Monte, and Giulia Guerini
Si tratta di una sequenza di immagini che ha fatto da supporto a una conferenza tenutasi nel 2008... more Si tratta di una sequenza di immagini che ha fatto da supporto a una conferenza tenutasi nel 2008 in Ascoli Piceno. La riscoperta della seta di Bahram (2007), già nella sepoltura del patrono ascolano, insieme ad altri due tessili medievali, induce anche a evidenziare l'importanza di un periodo aureo della storia della città. Ma, naturalmente, l'importanza del reperto travalica l'ambito locale, e fornisce lo spunto per utili considerazioni sui rapporti economici e culturali del mondo euromediterraneo.
"Francescani e politica nelle autonomie cittadine dell'Italia bassomedievale". Convegno tenuto in... more "Francescani e politica nelle autonomie cittadine dell'Italia bassomedievale". Convegno tenuto in occasione della XXVI edizione del Premio internazionale "Ascoli Piceno" (Ascoli Piceno, 28-29 novembre 2014)
Books by Furio Cappelli
Medioevo Dossier, 2021
Amicizie, incomprensioni, viaggi e prove di diplomazia nel Medioevo
C'era una volta il Medioevo, 2020
Il tema del millenarismo nel film "2001: Odissea nello spazio" di Stanley Kubrick (1968).
Il cont... more Il tema del millenarismo nel film "2001: Odissea nello spazio" di Stanley Kubrick (1968).
Il contributo fa parte di un volume miscellaneo edito nell'ambito del Festival del Medioevo di Gubbio. Vi hanno inoltre partecipato: Franco Cardini, Tommaso di Carpegna Falconieri, Arnaldo Casali, Riccardo Facchini, Federico Fioravanti, Davide Iacono, Geraldine Leardi, Umberto Longo, Sonia Merli, Daniela Querci, Francesca Roversi Monaco.
Medioevo Dossier, 2020
Testi di Jean-Claude Maire Vigueur, Alessandro Barbero, Furio Cappelli
Medioevo Dossier, 2018
Con una presentazione di Chiara Frugoni
by NUME Gruppo di Ricerca sul Medioevo Latino, Vito Ricci, Furio Cappelli, Giovanni Collamati, Francesco Calò, Alberto Sanna, Davide Del Gusto, Nicolò Maria Fracasso, Marcello Bolpagni, Giulia Calabrò, Maria Paola Bulla, and Roberto Del Monte
/ Battistero: in una minuta di documento della Commissione si avanza la proposta di mutare in bif... more / Battistero: in una minuta di documento della Commissione si avanza la proposta di mutare in bifore-senza alterarle-le finestre rettangolari Nord e Sud e di sopprimere «per convenienza di effetto» le aperture Ovest (bifora originale) ed Est (rettangolare) (10 febbraio 1883); il Ministero approva la sola modifica delle finestre rettangolari; in una minuta successiva, si dà già per scontato l'ingrandimento della bifora originale (10 luglio 1883); nella minuta di una relazione, si afferma: «Senza punto alterarne le aperture, tali finestre sono state riportate alla forma antica sull'esemplare della superstite la quale è stata scrupolosamente conservata sul posto» (24 dicembre 1883): molto eloquentemente, è stata cancellata una riga nella quale si afferma che la bifora è stata abolita. Va detto che queste che noi potremmo definire irregolaritàl'ampliamento non autorizzato delle finestre, l'abolizione della bifora antica-erano il naturale, inevitabile frutto di una scarsa sensibilità per il rispetto filologico degli edifici in cui si andava ad intervenire. adeguate porzioni estreme del muro frontale a cui si appoggia la scalinata medesima (...) ed usare tali spazi per la ricostruzione delle scale di comunicazione con la cripta, evitando, nel contempo, il grosso sgarbo combinato alle navate laterali, nel ricostruirvele in modo del tutto soggettivo». 42 GABRIELLI, Duomo; ID., Duomo / Battistero (ove in particolare si conserva, datata 24 dicembre 1883, la minuta di un'accurata "Relazione degli scavi"); ID., Tacc. 48. 43 Roma, Archivio Centrale dello Stato, fondo Ministero della Pubblica Istruzione, II versamento, II serie, busta 26: vi si conservano in particolare due lettere datate 25 dicembre 1883 e 31 gennaio 1885, con accurati resoconti dei rinvenimenti: cfr. BETTI, 1995b, pp. 122-125. 44 Lo scavo venne condotto a m 4 dal presbiterio, presso il pilastro frontale destro della cupola. Vedi la pianta in GABRIELLI, Duomo, c. 2r. Vedi anche CAPPELLI (b), 1995e, fig. 2 (nr. 2).
Uploads
Conference Presentations by Furio Cappelli
Seminario TRASFORMAZIONI, MEMORIA E STORIA AD ASCOLI PICENO, II Anno: LA MEMORIA DEL MUTAMENTO NEL VOLTO DI UNA CITTA’
Direttore scientifico: prof. ROBERTO LAMBERTINI, Ordinario di Storia medievale all'Università di Macerata
Books by Furio Cappelli
Il contributo fa parte di un volume miscellaneo edito nell'ambito del Festival del Medioevo di Gubbio. Vi hanno inoltre partecipato: Franco Cardini, Tommaso di Carpegna Falconieri, Arnaldo Casali, Riccardo Facchini, Federico Fioravanti, Davide Iacono, Geraldine Leardi, Umberto Longo, Sonia Merli, Daniela Querci, Francesca Roversi Monaco.
Seminario TRASFORMAZIONI, MEMORIA E STORIA AD ASCOLI PICENO, II Anno: LA MEMORIA DEL MUTAMENTO NEL VOLTO DI UNA CITTA’
Direttore scientifico: prof. ROBERTO LAMBERTINI, Ordinario di Storia medievale all'Università di Macerata
Il contributo fa parte di un volume miscellaneo edito nell'ambito del Festival del Medioevo di Gubbio. Vi hanno inoltre partecipato: Franco Cardini, Tommaso di Carpegna Falconieri, Arnaldo Casali, Riccardo Facchini, Federico Fioravanti, Davide Iacono, Geraldine Leardi, Umberto Longo, Sonia Merli, Daniela Querci, Francesca Roversi Monaco.
che il Taj Mahal dipenda proprio dalla chiesa di San Claudio. L’alternativa a questi percorsi da "Mille e una notte" è data naturalmente da un paziente e ragionato esame critico delle fonti archeologiche e documentarie, che consentono di contestualizzare la stessa San Claudio nella realtà dell’Occidente alla metà del sec. XI.
La cultura epigrafica e letteraria è parte integrante di questo quadro, e rientra nel tema la proposta di rilettura della epigrafe della Porta Musae oggi reimpiegata in un muro della cattedrale. Attribuita di recente all’età rinascimentale, questa importante testimonianza viene in questa sede retrodatata al sec. XII.
Infine, due brevi trattazioni affrontano nuovi temi riguardanti la stessa cattedrale. Un rilievo con la figura di un vescovo, già pertinente a un portale del sec. XII, viene riconosciuto come “ritratto” di un presule locale. I restauri conclusi nel 2023 permettono poi di ripresentare la lettura della cripta medievale in ogni suo aspetto. Una vasta decorazione pittorica del sec. XIV ha fatto seguito a una probabile ricostruzione effettuata nel sec. XIII.
The myth of Charlemagne’s long stay in Ascoli Piceno, before his imperial coronation (800), was not elaborated ex novo by the local historiography of the 17th and 18th centuries. It’s in fact consistent with the forms and contents of two apocryphal documents elaborated between the 10th and 12th centuries at the episcopal curia of the city. It’s a asset swap agreement stipulated by Count Ludugari with Bishop Iustolfo (794?) and a diploma granted by Charlemagne himself and signed at the tomb of the patron saint of Ascoli St. Emidio, on his feast day (August 5th, 800). The Carolinian diploma, in particular, offers clear evidence of the need for representation and legitimacy of the Ascoli episcopate, within the framework of a historical identity that is of fundamental importance for the new urban image of the city.
Epigraphic and literary culture is an integral part of this reality, and the proposed re-reading of the epigraph of the Porta Musae now reused in a wall of the cathedral is part of the theme. Recently attributed to the Renaissance age, this important testimony is here dated back to the 12th century.
Finally, two brief treatises address new issues concerning the cathedral itself. A relief with the figure of a bishop, already belonging to a 12th century portal, is recognized as a “portrait” of a local prelate. The restorations completed in 2023 then make it possible to re-present the reading of the medieval crypt in all its aspects. A vast pictorial decoration from the 14th century followed a probable reconstruction carried out in the 13th century.
Il santuario della Madonna della Neve di Faete (ultimo decennio del sec. XV) presenta sulla parete di fondo un apparato pittorico modulato come un enorme tabernacolo che contorna l’icona centrale. Vi agisce una bottega che si rifà in modo evidente allo stile di Carlo Crivelli e dei suoi seguaci, senza tuttavia ignorare gli orientamenti dell’area camerte. Il tempietto della Madonna del Sole di Capodacqua (1550 circa), un tempo attribuito a Cola dell’Amatrice, è una costruzione a pianta centrale che si connette bene alla casistica dei santuari mariani sulle vie che conducono a Loreto. Una monumentale Assunzione della Vergine dipinta all’interno, di chiara ispirazione raffaellesca, è forse riconducibile alla mano di Michelangelo Carducci da Norcia.
Entrambi gli edifici hanno subito danni, e il tempietto di Capodacqua ha rischiato il crollo. Solo una provvidenziale messa in sicurezza, ultimata pochi attimi prima del sisma di Norcia, ha scongiurato questa fine.
The area of Arquata del Tronto was first affected by the seismic events that occurred in central Italy in 2016 and 2017. The Amatrice earthquake (August 24, 2016) caused many victims and caused serious damage, and the situation worsened with the Norcia earthquake (October 30, 2016). In a truly bleak picture, two precious historical-artistic testimonies in particular have resisted. These are two Renaissance Marian churches, located along piedmont itineraries that were once heavily furrowed.
The sanctuary of the Madonna della Neve in Faete (last decade of the 15th century) has on the back wall a pictorial apparatus shaped like an enormous tabernacle that surrounds the central icon. There is a workshop that clearly refers to the style of Carlo Crivelli and his followers, without however ignoring the orientations of the Camerino area. The small temple of the Madonna del Sole of Capodacqua (about 1550), once attributed to Cola dell'Amatrice, is a building with a central plan that connects well with the series of Marian sanctuaries on the roads leading to Loreto. A monumental Assumption of the Virgin painted inside, clearly inspired by Raphael, is perhaps attributable to the hand of Michelangelo Carducci da Norcia.
Both buildings were damaged, and the little temple of Capodacqua was in danger of collapsing. Only a providential safety measure, completed a few moments before the Norcia earthquake, averted this end.
At the ancient gate of the castle of Piagge (Terre Roveresche, province of Pesaro-Urbino) there is a hypogeum dug into the sandstone. Used until the last century as a cellar, it is characterized by a floor plan and a decorative apparatus that are very particular. The analysis allows us to identify a meeting place from the Middle Ages, with a semiliturgical character and at the service of a small group of followers. The link with the reuse of the Bartoccini Tomb of Tarquinia suggests in particular that the hypogeum was designed by the Templars around the years 1225-1250.
Poverty constitutes a very meaningful theme in the evocation of the Middle Ages, both – on an ideal level – for its Christological implications, and for its concrete evidence in the society, of which it constitutes an essential feature. The contribution outlines a synthesis of the phenomenon with particular attention to forms of assistance, with an absolute protagonism of the Church which is gradually being replaced by the State. As regards the central Middle Ages, the hospitals located in the mountain passes, the particular case of the Brolo in Milan and the complex of San Giovanni di Prè in Genoa are mentioned. The late Middle Ages are recalled through the rich casuistry offered by Tuscany (Siena, Arezzo, Florence), without forgetting the role played by Milan with the birth of Ca’ Granda, where state intervention leads to a concentration of hospital activity in a complex of refined structure.
The analysis of the exemplary case of the Casa dei Crescenzi in Rome opens the recall of the medieval domus, seen as a faithful image of the family dynasty according to the concept of patrilinearity. The noble tower is then analyzed as a strong sign of the noble factions, with a symbolic and defensive meaning that goes beyond any strictly military logic. Overcoming the tower as a necessary complement to the noble residence leads to two consequences: the surviving towers retain an aesthetic significance as an essential complement to the urban landscape, while the palace (as seen early in Venice) indicates the new dominant line of the noble building. When it comes to seeing the reality of family relationships, the role of the woman lends itself to multiple interpretations. Hereditary logic and dynastic memory itself do not recognize any importance, but the exemplary case of the widow Alessandra Macinghi shows what weight the sense of affection could have in the fate of a house.
This article proposes a series of topics related to the history of the art of Ascoli Piceno in the period from the end of the eighth century to the beginning of the thirteenth century. In this way the author intends to offer an update on some of the themes he has already dealt previously. First a purely historiographical theme is illustrated, on a statement by Saint Pier Damiani relating to a bishop Esculano. Then considerations are made on some reuse elements from the early Middle Ages present in the episcopal complex. A new chronological hypothesis is proposed on the figured marble slabs that are present in the main altar of the cathedral, in connection with the analogous specimens of Ancona. The Romanesque cycles of Sant’Ilario and Sant’Angelo Magno are affected by some clarifications, while in San Gregorio Magno a Pre-Romanesque fresco is proposed for the first time. As for the thirteenth century, the author advances the hypothesis of a mosaic on the Romanesque façade of the cathedral.
In the Palazzo dell’Arengo in Ascoli Piceno, situated in the south of the Marche, there is a fragmentary epigraph from 1165 which was originally attached on the front of a tower house. This was known to local historians already in the 17th century, although it was investigated superficially, both as an expression of a specific urban reality, and as a reflection of wider political and cultural situations. There is a clear connection to Rome on an ideal level, but also on a level of immediate concreteness, due to the schism which was then underway. The epigraph also testifies to the emergence of aristocratic architecture which follows the building models promoted by the episcopate of Ascoli. In the absence of secular authorities, the bishops strengthened the defences of the city and created fortified residences.
Between the valley bottom and hill localities that are located along the upper Tronto valley, in the territories of the Municipalities of Roccafluvione and Acquasanta Terme, there are some examples of historical buildings and of pictorial and sculptural decoration ranging from the 14th to the 16th century. These are unknown or little known elements that reveal vivacity and originality of approach.
Thanks to the analysis provided, these specimens reveal a foothill environment that is anything but closed and backward, but worthy of being valued with greater attention, especially following the recent earthquakes.
The thirteenth-century church of San Marco on the cliff of the homonymous hill, south of Ascoli Piceno, is the surviving building of a Cistercian foundation, originally under the auspices of the local bishop. It is the most conspicuous sign of a long tradition of monastic life, dating from the seventh century and brought to its culmination in the thirteenth century from the experience of Friar Saladin and the coming of St. Francis. The analysis of the building reveals a remarkable engagement structure, which is explained by the conspicuous endowment of the hermitage, soon become an eye-catcher in the religious life of the city. In the same foundation the Guelphic nobility could play a role: it had found in the hill a symbolic stronghold. Despite the fragmentary state, the unpublished surviving frescoes in the chapel of the ground floor (among which is highlighted a singular Virgin Queen) show an accurate layout that is related to Abruzzo decorations of Benedictine sphere.