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Il tentativo d’infiltrazione di un terrorista sventato casualmente dalla polizia di frontiera; gli uomini-bomba che si fanno esplodere in un supermarket di Kansas City; l’operazione notturna delle forze speciali americane in territorio somalo con l'estrazione di un islamista: gli eventi che compongono il prologo di «Soldado» costituiscono un’autentica gragnuola di colpi allo stomaco dello spettatore e richiamano l’esordio altrettanto violento di «Sicario», di cui questa pellicola costituisce il sequel. La successiva narrazione si articola poi in due storie parallele destinate ad intersecarsi nella drammatica parte finale: quella di Miguel, giovane “coyote” al servizio dei cartelli e quella della fallimentare operazione “false flag” condotta dalla CIA e poi dal solo Alejandro (Del Toro). Un solido action-drama connotato da toni cupi e pessimisti, dunque, questo esordio hollywoodiano dell’italianissimo Stefano Sollima (La squadra; Romanzo criminale – La serie; Gomorra; Suburra), figlio d’arte del regista Sergio (Sandokan). Ma la definizione che meglio si attaglia all’opera è probabilmente “borderline”: per l’ambientazione limitànea incardinata sull’imprescindibile confine fra l’apparente pax domestica americana e la caoslandia allocata appena oltre i suoi confini; per il carattere borderline dei personaggi; per la flebile linea rossa che separa crimine e legalità, etica e peccato, e che i protagonisti, nessuno escluso, valicano continuamente con disarmante nonchalance. Buona la direzione di Sollima, il quale, pur non raggiungendo i vertici di Villeneuve, cui palesemente s’ispira per alcune soluzioni tecniche (il formato panoramico), si dimostra comunque autore di talento; Del Toro giganteggia, la giovane Moner si conferma una bella promessa del cinema d’oltreoceano, Brolin risulta funzionale alla parte e anche il cast di contorno (Modine, Keener, Donovan) offre interpretazioni di buon livello. Ottime fotografia e soundtrack dark-ambient dell’islandese Guðnadóttir.
Steelbook davvero impressionante , sembra un'opera d'arte . Il film , bello e interessante ma non quanto Sicario , che considero un gradino superiore . Si vede la mano di Sollima alla regia , film crudo e per amanti del genere .
Un pò inferiore rispetto al primo film ("Sicario") ma comunque non male. Gli attori sono molto bravi, buona la regia e ottima la fotografia. Il punto debole del film può essere identificato nell'incertezza del regista: non si capisce se voglia fare un film d'azione oppure un film drammatico. Alla fine il film si assesta a metà strada tra i due generi, ma il risultato finale è solo sufficiente.
Recensioni
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Un western che riposa sul movimento, lascia affamati e disegna la mappa di una criminalità che è ovunque e da nessuna parte
Trama
Sempre meno redditizio, il traffico di droga viene convertito dai cartelli in traffico di essere umani. Lungo il confine messicano e in mezzo ai clandestini si insinuano terroristi islamici che minacciano la sicurezza degli Stati Uniti. Un attentato-suicida in un supermercato texano provoca una reazione forte del governo americano che incarica l'agente Matt Graver di seminare illegalmente il caos ristabilendo una parvenza di giustizia. Graver fa appello ancora una volta ad Alejandro, battitore libero guidato da una vendetta che incontra vantaggiosamente le ragioni di Stato. Alejandro, che se ne infischia della legalità, rapisce la figlia di un potente barone della droga prima di diventare oggetto di una partita di caccia orchestrata dalla polizia messicana corrotta e da differenti gruppi criminali desiderosi di mettere le mani sull'infante.
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