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2018, Emmenews - La webtv del Metapontino
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Materiali per Populonia 7, 275-286, 2008
MappaOpenData, 2016
Il sito di Cozzo Matrice è posto lungo la dorsale collinare che chiude a Nord il bacino del lago di Pergusa. È stato individuato negli anni '40 del secolo scorso da Luigi Bernabò Brea, ed indagato nel corso di alcune campagne di scavo realizzate negli anni '70-80 del secolo scorso. Un nuovo progetto di indagini, finalizzate alla valorizzazione di questo importante sito, è stato realizzato nel 2015 dalla Soprintendenza BB.CC.AA. di Enna, grazie ai fondi strutturali del PO FESR 2007-2013. Sono stati quindi realizzati i percorsi di visita, un'area di parcheggio, oltre alla riapertura al fine di rendere fruibili le aree e le relative strutture già indagate in precedenza. Il sito è stato occupato a partire dal IV mill. a.C., come evidenziato dalla scoperta di una grande capanna attribuita all'antica età del rame. La frequentazione del sito in età preistorica è continuata fino all'inizio del II mill. a.C.; è stato quindi occupato nuovamente nel corso dell'età greca arcaica, dal VII al V sec. a.C. A tale importante fase storica per la storia degli Erei, sono infatti attribuibili una vasta necropoli con tombe a camera, a cui è annesso un santuario che sfrutta la parete rocciosa e due profonde cavità. Sulla sommità dell'altura principale, sono quindi state messe in luce le strutture murarie relative a parte dell'abitato, oltre ad un'altra area sacra, caratterizzato da una serie di vani in parte scavati nella roccia di base, tra cui un'ampia sala con banchine, interpretata come lesche utilizzata in occasione dei rituali dedicati a Demetra, principale divinità venerata in particolare nella Sicilia centrale.
“Quaderni di archeologia del Piemonte”, 3, pp. 326-329., 2020
Giuseppe Fiorelli fu il più importante archeologo che operò a Pompei nell'Ottocento. Ispettore ordinario negli Scavi di Pompei dal 1847 e in seguito direttore degli scavi dal 1860 al 1875, ebbe tra numerosi meriti, quello dell'invenzione del metodo per eseguire i calchi delle vittime dell'eruzione. Nato a Napoli, allora capitale del Regno delle Due Sicilie, iniziò la sua formazione studiando giurisprudenza, ma presto passò allo studio della numismatica. Lavorò come numismatico ed archeologo, ottenne la carica di Ispettore della Soprintendenza e del Museo di Napoli.
Nel 2008 è stata condotta la prima campagna di scavo in Contrada S. Ninfa, posta nella parte orientale dell'altopiano dove sorge la città di Enna: la piccola valletta, che collega il Castello di Lombardia con la Rocca di Cerere, era già stata indagata dal Paolo Orsi all'inizio del XX sec. Nella parte centro-merdionale dell'area le indagini hanno evidenziato la presenza di strutture databili dall'età greca ellenistica all'età medievale. È stata messa in luce, infatti, una sala ipogeica, simile per dimensioni e tipologia alle lesche dei santuari demetriaci siciliani, a cui è annessa una alta parete di roccia in cui sono scavate diverse edicole votive: l'intero complesso è attribuibile ad uno dei santuari di età ellenistica dedicati alla Dea descritti in quest'area dalle fonti antiche. Nella prima età bizantina (VI-VIII sec. d.C.) viene costruito, davanti alla parete con le edicole un piccolo oratorio a pianta rettangolare. Nella tarda età bizantina, dopo la fondazione del thema di Sicilia, alla fine dell'VIII sec. d.C., l'area cambia funzione, con la costruzione di un possente muro difensivo che in parte riutilizza le strutture antiche, reso necessario a causa degli eventi connessi con la conquista islamica dell'Isola. Nel medioevo, l'area cambia nuovamente funzione, diventando un'area di produzione artigianale, come dimostrato dal rinvenimento di diverse strutture produttive, tra cui parte di un complesso sistema idrico con canalette e cisterne, in uso fino alla fine del XIII secolo
Annuario della Scuola Archeologica Italiana di Atene , 2021
Riassunto. Le campagne di scavo e studio 2019 e 2021 nell'area archeologica del Quartiere Bizantino del Pythion a Gortina di Creta hanno apportato nuovi dati sul settore occidentale, a ridosso della pavimentazione dell'area esterna del Pythion. I rinvenimenti più importanti consistono in un edificio preliminarmente databile al VII sec. d.C., denominato D, complanare al tempio, che presenta una problematica relazione spaziale e funzionale con i resti di almeno due sepolture, anch'esse di età bizantina, emerse nel suo vano orientale, e con l'edificio C, già indagato negli anni precedenti. La discussione sulla nuova immagine del quartiere è integrata da due appendici dedicate rispettivamente all'applicazione della fotogrammetria SFM 3D per il rilievo e la ricostruzione di complessi archeologici utilizzando immagini d'archivio e a una contestualizzazione delle nuove sepolture nel contesto delle altre analoghe evidenze gortinie. Περίληψη. Οι αποστολές ανασκαφής και μελέτης 2019 και 2021 στον αρχαιολογικό χώρο της Βυζαντινής Συνοικίας του Πυθίου στη Γόρτυνα της Κρήτης επέφεραν νέα στοιχεία για τον δυτικό τομέα της συνοικίας, δίπλα στο δάπεδο της εξωτερικής ζώνης του Πυθίου. Τα σημαντικότερα ευρήματα είναι ένα κτήριο που μπορεί να αναχθεί στον 7 ο αι. μ.Χ., το επονομαζόμενο D, στο ίδιο επίπεδο με το ναό, το οποίο παρουσιάζει μια προβληματική χωροταξική και λειτουργική σχέση με τα κατάλοιπα τουλάχιστον δύο ταφών, και αυτές της βυζαντινής εποχής, που αναδύθηκαν στο ανατολικό δωμάτιό του, και με το κτήριο C, που είχε ήδη ερευνηθεί τα προηγούμενα έτη. Η ανάλυση της νέας εικόνας της συνοικίας συμπληρώνεται από δύο επίμετρα αφιερωμένα αντιστοίχως στην εφαρμογή της τρισδιάστατης SfM φωτογραμμετρίας για την αποτύπωση και την ανασύνθεση των αρχαιολογικών συγκροτημάτων χρησιμοποιώντας φωτογραφίες αρχείου και σε μια σύγκριση με τα συνευρήματα των νέων ταφών στο πλαίσιο των άλλων μαρτυριών της Γόρτυνας.
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