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2023, il manifesto - ALIAS
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Interview with Massimo Soumaré on his latest book, "La letteratura fantastica giapponese" (Lindau, 2023), a rich survey on Japanese supernatural-oriented narrative dating back to its origins and through a dissection of its multiple literary branches/forms, including fantasy and science fiction.
Abstract: Questo articolo propone l’applicazione del quadro teorico proposto da Silvestri (2008), conosciuto come “grammatica della mente” ed individuabile nei termini di morfologia essenziale e semantica minima, al lessico logonimico della lingua giapponese. Lo scopo che tenteremo di raggiungere è duplice: in primo luogo mostreremo l’applicabilità della prospettiva di Silvestri anche ad una lingua non indoeuropea dotata di un sistema di scrittura che integra grafemi arbitrari a segni portatori di significato e, in questo modo, cercheremo anche di fornire ulteriori stimoli di riflessione a proposito del concetto di “parola”. Il punto di vista sostenuto è che la scrittura giapponese, tramite l’uso singolo o combinato di segni logografici (considerate come vere e proprie “sagome” morfologiche primarie) e repertorio sillabico, offra una visione privilegiata, e abbastanza “trasparente”, dei processi morfo-semantici che possono interessare la “parola”. Abstract: This paper extends the application of the Silvestri’s theoretical frame (2008), known as “grammar of mind” and identified by the key terms of “essential morphology and minimal semantics”, to logonims (words for speech and communication acts) of Japanese language. The aim is twofold: first, we want to show the applicability of Silvestri’s theory also to a non-indoeuropean language with a writing system that uses both arbitrary graphemes and logograms. Thus, we will try to provide some further reflections about the notion of “word”.
in Studi Medioevali e Moderni, 2 (1998), pp. 157 - 192
Per quale preludio ci derubiamo dei nostri sogni? Poiché con mano leggera li spingiamo da parte, nei cuscini, li lasciamo indietro quando alziamo la testa, e alcuni ci svolazzano intorno silenziosi. Come osiamo noi, desti, portarli nella chiarità? Nella chiarità! 1 WALTER BENJAMIN 3 pur se con risultati artisticamente discutibili 13 . Conseguentemente, e a non voler citare la Fosca di Tarchetti (romanzo "vampirico" quant'altri mai), si rileverà che il gusto per descrizioni ombreggiate, quadri -soprattutto femminili -che rasentassero il genere cui la novella di Capuana appartiene, era tipico di certi autori pre-veristi. Ecco, "ad hoc", una citazione dal libretto che Arrigo Boito scrisse per la Gioconda di Ponchielli 14 : D'un vampiro fatall'ala fredda passò/ E in tenda funeral -ogni face mutò/ Un sinistro baglior -le fronti illuminò/ Più la gioia regnar -nella festa non può Di una scena vagamente vampirica, con citazione delle classiche "lamiae", si nutrono anche questi versi di Adolfo De Bosis 14 bis : Sugge la Notte lei? O torna ella a labbra che molto/ Seppe nel tempo, ardenti d'un insazïabile sete?/ -…Veglian nel bujo, in torno, pur vegliando le Insidïose?/ Cercano, le Notturne, la prodiga anima? Tutta/ non le placò? (sanguigne nel bujo, feline, tra il gorgo/ de le disfatte chiome, tra il lampo de le smisurate/ pupille!) O riedon, vive di là da la vita, sul flusso/ de la tenebra, lente, già prossime, pur dolorose/ del naufragio ed accusano il male superstite? O a sfida/ discoprendo le acerbe gengive m'irridono? Ma si legga anche (a titolo d'esempio) questa pagina dell'altro Boito, Camillo 15 :
I LIBRI DI ADRIANO SPATOLA, 2008
La poesia "cerca oggi di farsi medium totale, di sfuggire a ogni limitazione, di inglobare teatro, fotografia, musica, pittura, arte tipografica, tecniche cinematografiche e ogni altro aspetto della cultura, in un'aspirazione utopistica al ritorno alle origini". 1 Così Adriano Spatola, attento osservatore del panorama intermediale, registrava nel suo Verso la poesia totale, un utilissimo studio sulle "posizioni" delle ricerche in atto, l'assoluta continuità, nella parola poetica, tra la dimensione visuale e quella sonora. Quel saggio, lucido e documentato, si pose immediatamente come fondamentale punto di riferimento per ogni altra indagine su quelle poetiche, allora in rapidissima trasformazione.
"Critica d'arte", N.S., 1/2, pp. 27-42., 2019
1519-2019: Europe celebrates an important anniversary, five hundred years from the death of Maximilian I of Habsburg. His goal of a "translatio imperii" in the North corresponds to a program of rebuilding of knowledge and a new role for the arts. A tight web of cross-cultural experiences across the Alps, together with the unprecedented circulation of books, prompt a group of German intellectuals led by Conrad Celtis to dream of a “Germania nova”: no longer that of Tacitus and Piccolomini, rather the land of the Muses, where education follows a humanistic model built around a powerful autonomous effort. The collaboration between Dürer and the Sodalitas celtica falls in this context. These were exciting years, in which the arts are tasked with the crucial mission of spreading a new concept of Philosophy across the Empire’s territories. Sapientia is understood as knowledge that merges theory and practice, mythology, history and philosophy of nature, literature, the arts and schools of thought, without excluding magic and religious Hermeticism. It is the dawn of a new era – when image is both evocative and truthful – embodying the Renaissance’s rediscovered and much-loved concept of polysemy.
2021
C'è qualcosa di nuovo nell'aria tersa del mare d'ottobre, un «diverso respiro, al risveglio, la mattina» che invita a ripercorrere i tracciati della memoria. È questo il tema iniziale da cui prende respiro la silloge Fioriture capovolte (Giovanna Rosadini, Einaudi, 2018), opera poetica introspettiva, diario intimo in forma lirica che guarda al passato con grazia, scandagliando le radici di un'identità che trasfigura con dolcezza dalla misura individuale a quella collettiva. La raccolta si articola in quattro sezioni. Nella prima, «Il mare fuori stagione» Rosadini esplora il vuoto e la mancanza, dimensioni costitutive di un presente indecifrabile, in cui l'anima è «slogata e sofferente», assetata di un codice che venga in soccorso nella decodifica del reale. La poeta riflette su vicende vissute che dapprima si affastellano disordinate e rumorose, abitano la mente senza disciplina. A questo si aggiunge la consapevolezza di quell'esito comune che tutti ci attende, che farà di noi «cenere». Ma dal combusto, dal logoro, mantenendosi teneri e slacciati, schiusi, può nascere anche fertile materia
“Da Cimabue in qua”. L’Accademia e i professori del Disegno nell’alluvione del 1966 a cura di Cristina Acidini, Giulia Coco, Enrico Sartoni, 2016
Il presente contributo vuole chiarire il significato dell’espressione “maestri del pensiero”, in riferimento alle figure di Giuseppe Zamboni e Giovanni Giulietti, mostrando il valore teoretico ed etico della loro indagine filosofica, da entrambi vissuta come ricerca spregiudicata, rigorosa e autentico porsi in ascolto dell’esperienza integralmente intesa. --- "Masters of thought: Giuseppe Zamboni and Giovanni Giulietti" The present paper aims to clarify the meaning of the expression “masters of thought”, with regard to Giuseppe Zamboni and Giovanni Giulietti, highlighting the value, both theoretical and ethical, of their philosophical inquiry, which they interpreted as an unprejudiced, rigorous investigation and authentic listening to the whole experience.
La presenza nel campo figurato di oggetti che nella forma corrispondono ai ben noti lingotti ox-hide di rame diffusi nel Mediterraneo nel Tardo Bronzo rappresenta il denominatore comune dei sigilli che verranno esaminati in questo lavoro. La loro origine cipriota non è mai stata messa in discussione anche da parte degli studiosi che, nel passato, si sono dimostrati più scettici riguardo all'esistenza di una significativa produzione di sigilli cilindrici a Cipro' . Per la maggior parte essi presentano raffigurazioni in stile lineare, in genere molto più grossolane e schematiche di quelle dei sigilli riconducibili all'Elaborate Style, che, per le loro iconografie «formali», sono più aderenti alla glittica di alta qualità del Vicino Oriente 2 ; differiscono marcatamente anche dagli esemplari in Derivative Style, che non raggiunge gli elevati livelli qualitativi dello stile elaborato, ma è comunque caratterizzato da scene figurate distintive. Vista la corrispondenza con altre espressioni della glittica cipriota, essi possono essere quindi inquadrati nel terzo degli stili tradizionalmente riconosciuti, il c.d. «Common Style of Cyprus», a cui sono riferibili i Groups VIII-XII distinti da E. Porada nel suo basilare studio sulla glittica insulare 3. Nel compiere un'ulteriore analisi del Common Style siriano e cipriota, S. Mazzoni ha distinto diversi sottogruppi ed ha avuto modo di discutere alcuni degli esemplari qui considerati, inquadrandoli per lo più nella «Class A», anche se ha opportunamente messo in evidenza gli elementi che li legano, sia dal punto di vista stilistico che iconografico, alle altre espressioni di questo stile 4 • Più recentemente il Common Style cipriota . e vicino orientale è stato oggetto di uno studio complessivo da parte di B. Salje che ha inquadrato alcuni dei sigilli con rappresentazioni di lingotti nei suoi Gruppi 1 <Z(L)l> e 2 <Z(P)2> datandoli rispettivamente ai secco XIV-XII ed al XIII secolo a.C.5.
Ma alcuni dicono che la storia procede per cicli; e di questo si può certamente discutere. Il fatto è che la ragione umana può condurti un po' troppo lontano -oltre il limite, in realtà [...]. Sono sempre stato a favore di una piccola teoria: dobbiamo tenere fede alla ragione; altrimenti saremo rigettati nel medioevo» G. Eliot, Middlemarch È noto l'interesse che Antonio Gramsci rivolse alla storia religiosa per ricostruire il piano più generale della vita intellettuale italiana. In uno dei molti «pro-memoria» dei suoi Quaderni, si soffermò in particolare sul lavoro di Luigi Sorrento dedicato allo studio del termine e del concetto di Medioevo. Un libro che Gramsci, relegato com'era nel carcere fascista, non aveva potuto leggere, ma che «immaginava» limitato ai caratteri simbolici del Medioevo, all'apologia e agli aspetti storico-letterari, senza alcun riferimento al contenuto economico e sociale che un'indagine corretta del Medioevo necessariamente doveva prevedere ( 1 ). Gramsci scriveva a pochi mesi dalla firma del Concordato che dovette probabilmente pesare molto sulla sua immaginazione. Lo strumento concordatario corrispondeva, nell'interpretazione gramsciana, alla capitolazione dello Stato moderno; era la rinuncia volontaria da parte dello stato alla propria autonomia, per favorire il riconoscimento della sovranità pontificia. E nel Medioevo Gramsci rintracciava il termine di confronto più alto della sovranità «supernazionale» del papato. Per forza di cose non si poteva riproporre quel modello, ma certo, concludeva Antonio Gramsci, la politica concordataria mussoliniana ne era «una derivazione necessaria di compromesso» ( 2 ).
Philo of Alexandria and Post-Aristotelian Philosophy, 2008
Multidisciplinary Science Journal, 2025
E3S Web of Conferences, 2021
EVITAREA ABANDONULUI ȘCOLAR PRIMAR GIMNAZIAL LICEAL, 2019
Gender, Work & Organization
Animal Feed Science and Technology, 2015
International Journal of Academic Research, 2013
Archives of Toxicology
African Journal of Biotechnology, 2011
Lagrangian Mechanics, 2017
International Journal of Pharmaceutics, 1990
Lecture Notes of the Institute for Computer Sciences, Social Informatics and Telecommunications Engineering, 2012