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LABIRINTI CONCENTRICI : LA LETTERATURA FANTASTICA GIAPPONESE RACCONTATA DA MASSIMO SOUMARÉ

2023, il manifesto - ALIAS

Interview with Massimo Soumaré on his latest book, "La letteratura fantastica giapponese" (Lindau, 2023), a rich survey on Japanese supernatural-oriented narrative dating back to its origins and through a dissection of its multiple literary branches/forms, including fantasy and science fiction.

6 sabato 8 luglio 2023 GIANLUCA PULSONI La letteratura fantastica giapponese di Massimo Soumaré, edito da Lindau, è un libro rigoroso e folle. L’autore ci presenta una mappatura di un genere di narrativa fondamentale per capire la cultura giapponese, spaziando su un arco temporale enorme, lungo 1300 anni, e soffermandosi su una sfilza incredibile di autori, autrici e tendenze che hanno contribuito a delineare un’idea di fantastico avvincente e complessa, simile a labirinti concentrici. Per saperne di più su come districarsi in un tale spazio, abbiamo rivolto alcune domande all’autore. Cominciamo con qualcosa di utile per avvicinarsi al fantastico giapponese per chi ne è a digiuno. Lasciando da parte le differenze, vedi elementi di similitudine con il fantastico per come lo concepiamo noi? Il fantastico presuppone, per poter esistere, la sospensione dell’incredulità. Questa premessa non cambia, sia che ci si trovi in Giappone o in Italia. Nel Sol Levante esistono e si mescolano almeno tre religioni complesse e con molte differenze al proprio interno che sono lo shintoismo, il buddhismo e il cristianesimo. In esse, gli elementi magici e fantastici hanno, indubbiamente, una lunga tradizione. Il Giappone è noto per essere il paese dalla miriade di kami, gli dèi. In ciò troviamo elementi di somiglianza con le credenze nel sovrannaturale degli antichi romani – per citarne una, il venerare in casa le divinità tutelari del focolare –, che poi, come è noto, sono in parte state inglobate nel cristianesimo e in qualche modo sopravvissute fino ai nostri giorni. In entrambi i paesi, inoltre, il fantastico ha ricoperto un ruolo importante su più livelli. In Italia troviamo, ad esempio, il mito del regno dei Fanes, le leggende di Artù in Emilia-Romagna e Puglia, e le storie di Uggeri il danese, personaggio della letteratura cavalleresca franco-veneta e toscana che è stato molto amato. Pensiamo, poi, a opere letterarie come l’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo o l’Orlando furioso di Ludovico Ariosto e a credenze popolari come il laurieddhu o scazzamurrieddhru, una specie di folletto della tradizione dell'Italia meridionale non dissimile dagli yokai, le creature sovrannaturali del folclore nipponico. Pertanto, non c’è da stupirsi di riscontrare una certa similitudine, o meglio una capacità di comprensione reciproca, tra il «nostro» e il «loro» fantastico. In un labirinto, si percorrono strade diverse e si ritorna spesso sui propri passi: insomma, si tentano cose nuove e se ne ripensano altre. Nel libro, da un lato presenti autori ed autrici inediti in Italia; dall’altro, fai emergere profili poco noti di certi nomi celebri. Ci fai un esempio di una voce da scoprire e uno di autore o autrice che meriterebbe FINESTRE DI OROSIA Sulla differenza di genere SUSANNA CIELO Labirinti concentrici INTERVISTA » LA LETTERATURA FANTASTICA GIAPPONESE RACCONTATA DA MASSIMO SOUMARÉ Grandi scrittori si cono cimentati nel genere fantastico tra cui Mishima invece una rilettura diversa, sulla base della sua relazione con il fantastico? È una domanda a cui non è facile rispondere. Ci sono davvero molti scrittori giapponesi che hanno interagito con il fantastico e che meriterebbero di essere tradotti in italiano, o riscoperti. Per citare un nome che riguarda quest’ultimo caso, abbiamo Nahoko Uehashi, antropologa che è anche una scrittrice di romanzi wafu fantajii (un tipo di fantasy dove invece che elfi o nani, l’ambientazione è basata sulla tradizione fantastica e folclorica giapponese o cinese) d’indubbio valore; non per nulla, tra i numerosi premi letterari importanti ricevuti, nel 2014 le è stato anche conferito il prestigioso Premio Hans Christian Andersen. Yasutaka Tsutsui è un altro scrittore da noi poco noto, nonostante l’importante ruolo che ha ricoperto per tutta la letteratura giapponese. Ispiratore di famosi mangaka come Rumiko Takahashi o di registi d’animazione del calibro di Satoshi Kon, lo studioso e critico letterario Takayuki Tatsumi lo ha paragonato come importanza, non a torto, a Italo Calvino. In Francia nel 1997 è stato insignito del titolo di Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres e nel 2022 ha ricevuto dal governo giapponese il Premio imperiale, tanto per dare un’idea di come sia un autore di rilievo. Tra i grandi scrittori, moltissimi si sono cimentati, chi più chi meno, in romanzi o racconti del genere fantastico. Questa parte della loro produzione spesso non è stata presentata ai lettori occidentali, o magari lo è stata, ma solo parzialmente. Anche qui, per fare un nome tra i tanti, si può citare Kobo Abe, che nella prima metà della sua carriera ha scritto numero- se opere di fantascienza. O, ancora, un insospettabile autore come Yukio Mishima. La ragione per cui si sono tanto interessati a questo filone si può in parte spiegare con l’importanza e l’influenza vastissima che questo genere ha avuto sul paese, soprattutto nella seconda parte del Periodo Edo (1603-1868), un’epoca in cui il Giappone ha mostrato delle caratteristiche che, per quanto riguarda la cultura, hanno anticipato molti degli aspetti dei mezzi di comunicazione di massa del XX secolo. Gli scrittori moderni, e anche quelli contemporanei, non hanno, quindi, né potuto né voluto esimersi dal confrontarsi con una tradizione passata tanto forte e diffusa in tutti gli aspetti della società giapponese, persino in campi come l’arte e il teatro Kabuki. Un’altra ragione si trova nella grande libertà speculativa che la letteratura fantastica consente. Nell’ultima parte, analizzi in modo approfondito un sottogenere contemporaneo particolare, cioè l’isekai. Perché è importante? A partire dagli inizi del XXI seco- IN SALA HAYAO MIYAZAKI A 15 anni dalla sua uscita torna in sala fino al 12 luglio per Lucky Red «Ponyo sulla scogliera». Nel 2008 Miyazaki era uscito da un’impasse creativa, regalandoci una deliziosa storia per bambini e adulti andando ancora una volta a toccare temi universali, come quello dell’equilibrio fra mondo naturale e umano. Saranno poi in sala «Kiki – Consegne adomicilio» (dal 13 al 19 luglio), «Il castello nel cielo» (dal 27 luglio al 2 agosto), «Il mio vicino Totoro» (dal 10 al 16 agosto) e «Si alza il vento» (dal 24 al 30 agosto). Lucky Red produrrà «Un mondo di sogni animati – Il podcast», cinque episodi di approfondimento lo, nel fantasy giapponese particolare importanza viene ad assumere un filone che va sotto la definizione generale di isekai (lett. «altri mondi»). In sostanza, si tratta di storie ambientate in mondi più o meno fantastici differenti dal nostro dove il protagonista, sia esso un ragazzo o una ragazza del Giappone contemporaneo, in qualche modo si trova trasportato. Questa tendenza si è ulteriormente sviluppata e consolidata a partire dal 2010, con numeri strabilianti di vendita. Ad esempio, del ciclo di Vita da slime di Fuse al 2023 sono state pubblicate quaranta milioni di copie. Dato che è un fenomeno che ha ormai un ventennio di storia, e inoltre considerato il gran numero di opere presenti, non può più essere semplicemente accantonato come se fosse una moda passeggera. Oltretutto, oggi è forse il filone di maggior successo della letteratura contemporanea nipponica, perciò un’analisi del fenomeno era più che necessaria. In ultimo, che cosa ci dice la letteratura fantastica della cultura giapponese? La letteratura fantastica ha una lunghissima storia nel Sol Levante, che, idealmente, parte dal primo testo scritto, l’opera storiografica Kojiki (Cronache di antichi eventi) compilata nel 712 d.C., diventando in seguito uno degli elementi portanti della cultura popolare dell’intrattenimento del Periodo Edo. Anche nel XX e XXI ha avuto una fortissima influenza sugli scrittori di letteratura alta e di letteratura di genere, come pure su film, telefilm, videogiochi, manga e anime. Pertanto, conoscerla significa comprendere più profondamente molti aspetti del Giappone di ieri e di oggi. Al cohousing, in questa sera estiva, si festeggia Tina, i 70 anni, una vita nel femminismo. Tina, orgogliosa, parla delle lotte di generazioni di donne. Di quella precedente alla sua, che ha portato emancipazione con le leggi anni 70: dal nuovo Diritto di famiglia all’aborto etc... Poi della sua generazione, periodo del «separatismo», dell’ «autocoscienza». Necessario per capire che non basta l’uguaglianza, ma una ricerca sulla differenza. Ha portato rivoluzione simbolica e l’ «autodeterminazione». Per la prima volta le donne hanno pensato, non contro i maschi, ma per sé stesse. Ora per Tina è tempo di governare insieme: uomini e donne. Lola domanda perplessa - dove lo vedi possibile? Significa quote rosa? La cattolica Olga commenta - io vedo tutto ancora molto patriarcale, anche nella Chiesa, nonostante le buone intenzioni di Papa Francesco. Anna, con occhiatacce al compagno Carlo, bofonchia: «Sarebbe già un traguardo governare insieme la famiglia, la casa e i figli. Tina porta in dono un libro: «Basta lacrime. Storia politica di una femminista 1995-2000» (MI 2022) di Alessandra Bocchetti, attivista e scrittrice italiana. È uno sguardo preciso sulla storia delle donne e su questioni attuali. Segna la distanza della donne dalla guerra. Le donne con i vecchi ed i bambini hanno perso tutte le guerre della storia, anche quelle vinte, perché a perdere con la guerra è la cultura della vita e della cura, propria delle donne. Per una cultura della vita, è necessario lavorare su ciò che accomuna e non divide, ovvero: debolezza e fragilità. Le donne sanno quanto la debolezza sia comune agli umani, e considerarla finalmente come virtù racconterebbe in altro modo la storia del mondo, e aprirebbe altre strade. Rispetto alla politica, per Bocchetti, il femminismo è stato anticostituzionale, perché lo Stato ha avvallato l’esclusione delle donne (il diritto di voto alle donne è solo del 1948. Polemizza con il femminismo di Stato che celebra le donne vittime, ma mai la loro forza e felicità. Le donne non devono essere un contenuto della politica, ma si devono vedere donne che parlano e che si fanno ascoltare. Il femminismo ha portato ad una grande vittoria: al diritto per le donne alle proprie scelte e felicità, tanto più che un posto nel mondo non è un diritto, ma una realtà, perché le donne esistono e lavorano. È giunta l’ora di governare insieme, uomini e donne, «con amicizia», per il «bene comune». Perplessità, forse per la consapevolezza che basta poco per tornare indietro. Tina è convinta che sia necessario continuare con tenacia, ma, come dice Bocchetti, con il femminismo vero, che non pensa alle donne ma fa pensare le donne.