per approfondire vedi anche MUSEO DEL RISORGIMENTO - VICENZA

Pensiero e cultura
nella prima metà dell'Ottocento
 (RISORGIMENTO)

L'attività intellettuale e pratica dai gruppi illuministici italiani e la politica riformatrice svolta dai sovrani settecenteschi hanno contribuito a creare le condizioni da cui nascerà il Risorgimento.

Ma perché il Risorgimento cominci il proprio cammino è necessaria una più brusca rottura col passato: sono infatti la Rivoluzione Francese e il periodo napoleonico che determinano in Italia, con le loro ripercussioni, la formazione di un ceto politico in cui maturano in forma cosciente le idee di indipendenza, di libertà e di unità.

Al Concorso bandito nel 1796 dall'Amministrazione Generale della Lombardia, "Quale dei governi liberi meglio convenga alla felicità d'Italia", i concorrenti rispondono dividendosi tra la tesi unitaria e quella federalistica, il vincitore Melchiorre Gioia auspica una "Repubblica unitaria" che assicuri la libertà rafforzando i legami regionali. Su posizioni unitarie sono anche Matteo Galdi, Lattanzi e Lancetti.

La delusione dei "giacobini" per la politica del Direttorio e di Napoleone in Italia (requisizioni, Campoformio, ecc.) provoca la reazione dei patrioti unitari, che si esprime nella formazione di società segrete antifrancesi (corre la "Società dei Raggi", fondata intorno al 1797) e nei piani di Filippo Buonarroti di legare il movimento patriottico italiano a una ripresa dei giacobini in Francia.

Le esperienze del triennio 1796-1799 trovano la loro espressione più tipica nel Saggio storico sulla rivoluzione napoletana di Vincenzo Cuoco (1801), costruito sulla tesi della rivoluzione napoletana come "rivoluzione passiva". La crescente opposizione al dominio napoleonico (dipendenza dalla Francia, mancata unificazione, ecc.) e il ridestato sentimento nazionale danno vita al movimento settario. In particolare acquista crescente importanza, soprattutto nell'Italia meridionale, la Carboneria (introdotta probabilmente da militari francesi nel 1806), che esprime le aspirazioni dei ceti borghesi del Mezzogiorno a un regime costituzionale.

A Milano si forma intorno al conte Federico Confalonieri (1785-1846) il movimento degli "italici puri", che mirano a eliminare dal paese l'influenza francese e a evitare il dominio austriaco. Anche il Proclama di Rimini (estensore Pellegrino Rossi) rappresenta un generoso tentativo di chiamare a raccolta gli Italiani, ma non riesce a trovare eco che in pochi intellettuali, fra i quali il giovane Manzoni.

La cultura

A Milano, divenuta centro di intensa attività culturale, affluiscono i maggiori rappresentanti della vita intellettuale italiana, che elaborano originalmente i motivi illuministici d'Oltralpe, continuando il processo iniziato durante il "rinnovamento settecentesco". Gli scrittori italiani partecipano attivamente anche alla vita politica. in vari posti di responsabilità civile e militare, spesso alternando l'attività intellettuale con l'azione, per una più rapida rinascita della patria italiana. Vivo Interesse suscitano gli studi storici e politici rivolti a problemi giuridici e amministrativi. Melchiorre Gioia, assertore del liberismo economico, dà impulso agli studi economici e statistici ("Nuovo prospetto delle scienze economiche ", 1815-19: " Filosofia della statistica ", 1826). Carlo Botta analizza criticamente gli avvenimenti italiani dal 1789 al 1814 nella sua "Storia d'Italia dal 1789 al 1814 " (1824).

Letteratura

Poeta occasionale (poeta di "orecchio e immaginazione"). Vincenzo Monti (1754-1828) esprime nelle sue liriche entusiasmi e delusioni per gli avvenimenti di cui è testimone; con lui giunge a perfezione lo stile neoclassico. Con ben altro vigore e diversa potenza espressiva Ugo Foscolo (1778-1821) trasfonde nelle opere in prosa (" Jacopo Ortis ", suicida per il dolore della patria perduta) la sua passione politica e l'amore per la patria che onora anche come soldato, combattendo nella legione italiana per ridestare, con l'esempio, il valore militare nel suo popolo. Nel carme "I Sepolcri" rievocando le glorie passate, le considera miglior auspicio di futura grandezza per l'Italia. Nel mondo dei sentimenti di Foscolo e, prima ancora, di Alfieri sono già in germe spunti e motivi romantici che lieviteranno con vigore nel movimento risorgimentale.

Non esiste soluzione di continuità fra cultura neoclassica e romantica, per il legame unitario dell'attaccamento alle tradizioni e i motivi patriottici che si perpetuano, vivi e operanti. La polemica sul Romanticismo assume pertanto in Italia una intonazione politica ben definita, che trova nel contrasto fra " Biblioteca Italiana" e " Concilliatore " l'espressione più significativa.

Sempre più il Romanticismo italiano si identifica, anche quando accetta i canoni dell'analogo movimento straniero e ne sviluppa le forme di espressione artistica, nella difesa dei valori nazionali in opposizione alla dominazione straniera e al conservatorismo. Viene in tal modo formandosi tutto un complesso di concezioni filosofiche ed estetiche che esaltano come essenziale momento morale dell'arte e della poesia la funzione educatrice, che essa esplica rinnovando nei popoli la memoria delle glorie passate e incitandoli a liberarsi da ogni servitù.

La tradizione religiosa, sottolineando il contrasto tra umili e oppressori che diventerà tipico tema dell'opera manzoniana, legittima la ribellione contro lo straniero e nutre il ricordo delle secolari lotte per la libertà. In letteratura e nelle arti la coscienza dell'equilibrio e dell'armonia della forma classica resta inscindibile dall'esigenza del superamento dei valori formali della tradizione in nome dell'impulso naturale e della spontaneità. Classicismo e Romanticismo sono in tal modo nella situazione culturale e artistica del primo Ottocento, solo due aspetti di un'unica realtà.

1816. La " Lettera semiseria di Crisostomo " di Giovanni Berchet e l'invito a una poesia popolare di alto contenuto morale, sociale e politico.

1818-19 " Il Conciliatore " (giornale di cui é caporedattore Silvio Pellico), araldo delle nuove idee, in polemica col periodico austriacante " Biblioteca Italiana ", diffonde i primi elementi del liberalismo romantico, incorrendo nella soppressione da parte dell'Austria.

Letteratura romantica

Giovanni Berchet (1783-1851) è la più calda espressione della lirica patriottica (" Romito del Cenisio", "Fantasie", "Romanze "). Altri poeti : Goffredo Mameli, Alessandro Poerio; verso la metà del secolo spiccano Giovanni Prati e Aleardo Aleardi. Mordace e satirico Giuseppe Giusti. A più alti accenti di poesia giunge Alessandro Manzoni (1785-1873) che unisce al sentimento patrio (" Marzo 1821 ") l'ispirazione religiosa (" Inni sacri "). Nelle sue tragedie a soggetto storico (" Adelchi ", " Conte di Carmagnola ") annuncia i temi del capolavoro, il romanzo storico " I Promessi Sposi " che, sullo sfondo della dominazione spagnola in Lombardia, svolge una vicenda popolare di gioie e dolori, vissuti alla luce della fede cristiana. Ad esso si ispirano i romanzi storici a soggetto patriottico di Massimo d'Azeglio (" Battaglia di Benevento ". " L'assedio di Firenze "), di Giovanni Ruffini (1807-81) (" Lorenzo Benoni ", " Il Dottor Antonio ") e quello di Ippolito Nievo (1813-67) (" Confessioni di un Italiano "), che già si orienta verso il realismo.

Collegato al movimento romantico risorgimentale (" Canzone all'Italia ", "Il Risorgimento ") e il massimo poeta dell'epoca, Giacomo Leopardi (1798-1937), che, esprime nei "Canti" (liriche di perfetta fattura classica e di armoniosa musicalità) la passione della sua anima. In forma filosofica tali motivi ritornano nelle sue opere in prosa (" Zibaldone ", " operette Morali ").

Importante contributo al Risorgimento danno i memorialisti con testimonianze autobiografiche: Silvio Pellico (1789-1854) nelle "Le mie prigioni" (il libro che costò all'Austria più di una battaglia perduta) narra la propria odissea di prigioniero politico allo Spielberg; Luigi Settembrini (1813-76) nelle " Ricordanze della mia vita " rivive le sue vicende di esule perseguitato dal Borboni. Fine essenzialmente educativo hanno " I miei ricordi ", opera autobiografica di Massimo D'Azeglio.

Il centro culturale italiano nel decennio 1820-1830 è Firenze, che si giova delle iniziative editoriali del ginevrino Vieusseux. Ne sono animatori l'abate Lambruschini, Bettino Ricasoli e Gino Capponi, che dirige l' " Antologia" con la collaborazione dei maggiori liberali italiani.

Filosofia

Su premesse sensiste G. Domenico Romagnosi (1761-1835) e Carlo Cattaneo esaminano gli aspetti sociali e i fattori storici del progresso (Scuola positiva italiana). Rivalutazione dell'oggettività del conoscere, affermazione della trascendenza e della spiritualità dell'anima in Pasquale Gallupi (1770-1846). L'abate Antonio Rosmini (1797-1855) riconosce nell'idea innata dell'Essere (possibile e reale) il lume divino dell'intelletto, presupposto di ogni giudizio di oggettività del conoscere e del reale. Vincenzo Gioberti gli oppone la tesi ontologista dell'Ente creatore del mondo esistente e intrinsecamente operante nello spirito umano: visione teleologica del progresso umano come ritorno dall'esistente all'Ente.

Il pensiero politico

Giuseppe Mazzini (1805-72) contrappone all'individualismo illuminista. affermatone dei diritti, i "doveri" degli uomini. La vita é missione, la patria una fede, un ideale in cui convergono le volontà di tutto il popolo. È questi l'arbitro dei propri destini, perché depositario della provvidenziale volontà divina. Attraverso un'educazione spiritualista e religiosa occorre preparare la "guerra di popolo" che abbatta la tirannide. Ogni nazione ha assegnata da Dio una "missione", e l'Italia, nel ruolo delle nazionalità, sarà l'antesignana di una vasta comunità europea di libere nazioni e, attraverso la rivoluzione, diverrà una, libera, democratica, repubblicana.

Nello spirito del cattolicesimo liberale Vincenzo Gioberti (1801-52) nel suo " Primato " (1843) si rifà al Medioevo, quando Roma cristiana educò i popoli barbarici. Le fortune italiane sono legate all'accordo fra la nazione e il Papato, che rinnovando le glorie del tempi passati potrà restituire all'Italia il primato perduto con le dominazioni straniere. Sul piano politico immediato Gioberti pensa a una Confederazione di principi riformatori guidata dal Pontefice.

Cesare Balbo (1789-1853) con le " Speranze d'Italia " prospetta l'allontanamento dell'Austria dalla Penisola, dietro compensi nei principati danubiani (" inorientamento ").

Musica

Si afferma il melodramma con Cherubini e Spontini. Dinamica allegria nell'opera buffa rinnovata da Gioacchino Rossini (1792-1868) con " Il barbiere di Siviglia ", " La Gazza ladra ", ma anche intensità drammatica e salda struttura orchestrale nel " Guglielmo Tell ". Lirismo e calda passionalità nell'opera drammatica di Vincenzo Bellini (1801-1835): "Norma", " Sonnambula ", " i Puritani". Tragica ispirazione nel melodramma di Gaetano Donizetti (1798-1848), "Lucia di Lammermoor ": gaiezza nelle opere buffe " Don Pasquale ", " Elisir d'amore ", Giuseppe Verdi (1813-1890), con drammaticità robusta e virile, interpreta la passione patriottica dei suoi contemporanei (" Battaglia di Legnano ", " I Lombardi alla prima Crociata ", " I Vespri Siciliani "). Questa prima fase di produzione verdiana coincide col periodo risorgimentale.

Arte

Le arti figurative ricalcano dapprima le forme classiche. Antonio Canova (1757-1821) vuole ripristinare i canoni dell'arte greco-romana nelle sue statue di perfetta bellezza ideale. Andrea Appiani, pittore amico, celebra le glorie napoleoniche. Nel Romanticismo, pur risentendo l'influsso del tempi nuovi, pittura e scultura si scostano tardi dal modelli neoclassici, svolgendo motivi storici e patriottici con Hayez (1791-1882) e Induno. Un nuovo stile introducono i "macchiaioli" toscani con Telemanco Sionorini e Giovanni Fattori (1825-1908), che ritrae scene vivaci di vita popolare.


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