Vendetta, tremenda vendetta! E’ questo, volendo sintetizzare al massimo, il tema portante del nipponico Kataude mashin gâru (The Machine Girl, titolo internazionale). Non c’è molto da scrivere, il plot di questa pellicola è decisamente scarno, un semplice pretesto per inondarci di sangue e violenza. Forma e sostanza classica per questo tipo di produzioni a basso budget che provengono dal Sol Levante.
Ami è giovane, carina ed è vestita con una stereotipata uniforme scolastica giapponese. La sua famiglia viene funestata da una serie di lutti causati dalla Yakuza, più precisamente dal clan Hattori Hanzo (ricordate lo stesso nome in Kill Bill vol.1 ?). A dare il via alla brutalità sarà un debito non saldato dal fratello minore di Ami, Yu. Quest’ultimo viene ucciso dal rampollo del clan Hattori insieme ad un amico. La stessa Ami in un primo timido tentativo di reazione-vendetta subisce l’amputazione dell’avambraccio. Successivamente troverà una grande alleata nella madre del compagno di Yu che, insieme al marito, prepara Ami alla battaglia. E quale arma migliore per vendicarsi se non una mega mitragliatrice a canne rotanti da applicare al moncherino del braccio?!
Planet Terror, Kill Bill 1 e 2, La Tigre e il Dragone e tutte le produzioni più splatter della Troma sono l’humus dal quale il Noburo Iguchi, il regista/sceneggiatore, ha fatto sviluppare questo film. Credo che questa scelta di non essere affatto originale sia stata ben ponderata dalla produzione, non per altro le citazioni si sprecano a partire da Lucio Fulci fino al già citato Tarantino. Nulla di male in questo, il film è divertente nel suo essere a volte trasandato, sempre estremo, pop e indiscutibilmente…giapponese.
Una carrellata di mirabolanti scene gore prenderà il sopravvento su tutto e tutti, mettendo da parte storia e personaggi.
Vi troverete al cospetto d’improbabili ninja spietati e dalle “coreografie” davvero kitsch. Dialoghi assurdi saranno preludio ai copiosi schizzi di sangue che verranno fuori da decine di arti tagliati e martirizzati nei modi più disparati. Vedere un coltello piantato in testa ad uno dei personaggi sarà tra le scene più innocue di questo film. A collaborare alla riuscita, seppur parziale, di The Machine Girl, ci sono la più che dignitosa fotografia da fumetto ed i buoni effetti speciali curati da Nishimura Yoshihiro (Meatball Machine.). Ovviamente tutti i veri fan del cinema asiatico più estremo troveranno esilaranti (in senso negativo) alcune sequenze, ma direi che tutto sommato si tratta di piccoli difetti. Il film intrattiene nella giusta maniera, non annoiando quasi mai. Impossibile stufarsi tra decine di spettacolari combattimenti, morti, armi di tutti i tipi tra cui, udite udite, un reggiseno-trapano rotante! Devo aggiungere qualcos’altro?
Demente quanto basta, estremo, splatter ai massimi livelli e decisamente spassoso. Non vi resta che chiamare a raccolta un bel numero di amici dallo stomaco forte ed organizzare una visione collettiva. Vedrete che alla fine sarà superfluo aprire un dibattito da cineforum, anche se forse la scena del braccio fritto in padella – tributo a Naked Blood di Hisayasu Sato - meriterebbe un doveroso approfondimento sulla “tempura con carne umana”. Ovviamente sto scherzando…
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