Cisterna di Filosseno
La Cisterna di Filosseno (in greco antico: Κινστέρνα Φιλοξένου?, in turco Binbirdirek Sarnıcı - lett. "1001 colonne") è la seconda cisterna sotterranea di Istanbul dopo la Cisterna Basilica[1]. Essa si trova nel distretto di Fatih (che coincide con la città murata), nella mahalle (quartiere) di Sultanahmet, ed è ubicata tra il Foro di Costantino e l'Ippodromo di Costantinopoli, sotto al complesso palaziale oggi noto come Palazzo di Antioco. È oggi visitabile, e l'ingresso del sito è al civico 4 di İmran Öktem Sokak.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La cisterna misura 3640 m² (64 × 56,4 m). Poteva stoccare sino a 40000 m³ d'acqua.
Sebbene il nome turco sia "Cisterna delle 1001 colonne", le effettive colonne della struttura (alte oltre 10 metri), sono effettivamente 224, 12 delle quali sostituite durante i restauri.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La cisterna venne costruita nel IV secolo e fu poi oggetto di rimaneggiamenti durante il regno di Giustiniano I, quando il soprastante Palazzo di Antioco venne demolito.
Già al tempo della conquista turca di Costantinopoli, la Cisterna di Filosseno era caduta nell'oblio. Venne riscoperta solo nel XVII secolo, complice la realizzazione del limitrofo palazzo di Fazli Pascià, ed iniziò ad essere nota come "Cisterna delle 1001 colonne".
Nel giugno del 1826 durante la repressione del corpo dei giannizzeri da parte del sultano Mahmud II, alcuni membri della milizia cercarono scampo all'eccidio che si stava svolgendo per le strade della capitale presso la Cisterna di Filosseno ma la maggior parte dei fuggiaschi finì per annegare[2].
Nel corso del XIX secolo, la cisterna fu poi convertita in una filanda per la seta e divenne apprezzata meta di visite da parte degli occidentali di passaggio a Costantinopoli: Mark Twain, Herman Melville, ecc.
«Abbiamo visitato le "Mille e una colonna". Situata nel mezzo di Costantinopoli, scendi giù per una lunga fuga di scalini di pietra nel mezzo di un luogo desolato, e sei arrivato. Ti trovi quaranta piedi sotto terra, attorniato da un’assoluta foresta di alte e slanciate colonne in granito di fattura bizantina»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Binbirdirek Cistern Istanbul, su veryturkey.com. URL consultato l'11 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Noel Barber, The Sultans, 1973, pp. 135–136, ISBN 0-671-21624-4.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Kazhdan, Alexander [a cura di] (1991), The Oxford Dictionary of Byzantium, Oxford University Press, v.1, ISBN 0-19-504652-8, pp. 518-519.
- (DE) Müller-Wiener, Wolfgang (1977), Bildlexikon zur Topographie Istanbuls: Byzantion, Konstantinupolis, Istanbul bis zum Beginn d. 17 Jh, Tubinga, Wasmuth, ISBN 978-3-8030-1022-3.
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