Noriglio
Noriglio frazione | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Trento |
Comune | Rovereto |
Territorio | |
Coordinate | 45°53′00.8″N 11°04′11.9″E |
Altitudine | 418 m s.l.m. |
Abitanti | 1 731[2] (31-12-2020) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 38068 |
Prefisso | 0464 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 022880 |
Cod. catastale | F936 |
Nome abitanti | norelàiteri o noregiòti[1] |
Patrono | san Martino di Tours |
Cartografia | |
Noriglio (Norei in dialetto trentino, Orill in cimbro[3]) è una frazione del comune di Rovereto, in provincia di Trento.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]La zona di Noriglio è conosciuta per i suoi calcari grigi, rocce sedimentarie con abbondanti resti di fauna bentonica. Fu il geologo tedesco Richard Lepsius nel 1878 a definire questo tipo di roccia come Noriglio facies. Oggi sono note come Calcari grigi di Noriglio, termine coniato dal geologo austro-ungarico Michael Vacek all'inizio del ventesimo secolo.[4]
Origini del nome
[modifica | modifica wikitesto]L'etimologia del nome Noriglio deriva dal cimbro: facente parte dei comuni cimbri tale località era chiamata Orill/Oreill.[3] Nella forma dialettale trentina veniva anteposto al nome la preposizione en (in), trasformando Orill/Oreill in En-Oreill; quindi Norei in dialetto e Noriglio in italiano.
Concordemente si pensa che l’etimologia della parola Noriglio derivi dal termine dialettale "orel" cioè imbuto, infatti la zona centrale del paese è un avvallamento che digrada formando vari imbuti.
Alcuni dei nomi delle frazioni che compongono Noriglio derivano da particolari aspetti e caratteristiche delle località in cui sorsero; altri invece derivano da nomi o soprannomi delle famiglie che ci abitavano.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La zona di Noriglio fu abitata già nell'epoca romana e forse anche prima (documento esistente presso il Museo civico di Rovereto: è un'ascia di pietra silicea risalente all'età della pietra). La parte più antica del paese comprende i due abitati del "Maso" chiamati ora Maso Campolongo e Fontani. Poi si sono sviluppati gli abitati più vicini: Bosco, Campolongo, Costa e Saltaria (parte bassa del Finonchio all'altezza di 400 m. circa); poi sorsero i masi della parte alta del Finonchio (sopra gli 800 m.): Moietto, Cisterna, Canton, Giori, Palvera, Pietra, Gerosa, Pinteri, Schivazappa, Maso Mortal, Manfrini, Senter. È noto che dalla fine del Duecento per tutto il Trecento la nobile famiglia dei Castelbarco, con i suoi vari rami, ebbe in feudo dal Principe vescovo di Trento, tutta la Vallagarina. Noriglio quindi che era nel possesso dei conti di Castelbarco, cominciò ad essere abitata da famiglie di origine tedesca, che formarono nuove frazioni: Beccachè, Zaffoni, Pinteri ed altre. Le frazioni di Pasquali e Toldi si aggregarono a Noriglio più tardi.
Fino al 1927 Noriglio era comune; con un Regio decreto del 2 giugno del 1927, Noriglio fu aggregato, come Marco e Lizzana, al comune di Rovereto.
La strada che collega Rovereto a Noriglio (da piazza Rosmini) è una celebre salita utilizzata gran parte dell'anno da ciclisti professionisti.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa di San Martino, edificio del XVIII secolo.
- Piccola cappella dedicata a Sant'Antonio Abate.[5][6]
Geografia antropica
[modifica | modifica wikitesto]Suddivisioni storiche
[modifica | modifica wikitesto]Storicamente nella frazione ci sono località e masi: Beccachè, Bosco, Campolongo, Cisterna, Costa, Fontani, Fucine, Moietto, Pasquali, Pietra, Pinteri, Saltaria, Sega, Sentér, Strada nòva, Toldi, Valteri, Vignal e Zaffoni.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, Dizionario degli Etnici e dei Toponimi Italiani, Bologna, ed. Pàtron, 1981.
- ^ Fonte: Annuario 2020 del Comune di Rovereto
- ^ a b Di sait vo Lusérn, 06/08/2021 (PDF), su lusern.it.
- ^ Commissione, p. 125.
- ^ Chiesa di Sant′Antonio Abate <Noriglio, Rovereto>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 1º dicembre 2020.
- ^ Italo Prosser.
- ^ Aldo Gorfer, p. 303.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Aldo Gorfer, Le valli del Trentino-Trentino orientale, Calliano (Trento), Manfrini, 1975, SBN IT\ICCU\TSA\1415530.
- Italo Prosser, Fucine e la Cappella di Sant'Antonio Abate: un angolo abbandonato di Rovereto nella bassa valle del Leno di Terragnolo, Rovereto (TN), Comune di Rovereto. Circoscrizione di Rovereto Centro, Circoscrizione di Noriglio. Tipografia Mercurio, 1995, OCLC 801093733.
- G. Trentini, Noriglio e la sua storia, Calliano (TN), Manfrini editori, 1979
- R. Zotti, Storia della valle Lagarina, Bologna, Forni Editore, 1969, ristampa anastatica dell'edizione Monauni, Trento, 1963.
- G. Baldi ; S. Piffer, Rovereto da borgo medievale a città nelle scritture della Serenissima conservate presso l'archivio storico e Biblioteca Civica di Roverereto, Rovereto (TN) Arti Grafiche Longo, 1990
- Cesare Battisti, I nomi locali del roveretano distribuiti per comuni, Firenze, Leo Olschki Editore, 1969
- Ottone Brentari, Guida del Trentino, Bologna, Forni, 1971, ristampa anastatica dell'edizione di Bassano del Grappa, 1890-1902
- P. Carucci, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma 1983
- A. Casetti, Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, Temi, 1961
- Commissione italiana di stratigrafia della Società geologica italiana (a.c.), Carta geologica d'Italia – 1:50.000: catalogo delle formazioni (Fascicolo VII), S.E.L.C.A., 2007, ISBN non esistente.
- Diritto degli enti locali (Legislazione comunale, provinciale, regionale), Napoli 1988
- E. Mastellotto, L'archivio comunale trentino, Trento 1986 (dattiloscritto).
- M. Nequirito, Le carte di regola delle comunità trentine, Mantova 1988.
- C. Mozzarelli (a.c.), Trento, principi e corpi: nuove ricerche di storia regionale, Trento 1991.
- Italo Prosser, Finonchio. Ambiente storia escursioni, Rovereto (TN), Edizioni Osiride, Comune di Rovereto, 1992.
- G. M. Varanini , et alii, Le valli del Leno. Vallarsa e la valle di Terragnolo, Caselle di Sommacampagna (VR), Cierre Edizioni, 1989.
Altri progetti
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