Books by Sandro Teti Editore
«Aveva ormai imparato che a Bruxelles vi erano quattro stagioni in una giornata e le nuvole del m... more «Aveva ormai imparato che a Bruxelles vi erano quattro stagioni in una giornata e le nuvole del mattino potevano trasformarsi in un cielo terso per poche ore per poi ritornare più convinte e sciogliersi in una pioggia a dirotto».
IL LIBRO: Bruxelles moderna e cosmopolita capitale d’Europa, Bruxelles grande “villaggio burocratizzato”. Bruxelles approdo, Bruxelles disincanto. Nelle sue molteplici sfaccettature la città belga fa da teatro a dieci storie, dieci frammenti, in cui ciascuno dei protagonisti, vittima o carnefice di un sistema sociale distante dalla realtà, tenta di ritagliarsi il proprio spazio in un mondo governato dall’interesse individuale.
In queste pagine Elena Basile tratteggia con pungente ironia il profilo di una città controversa, stemperando i conflitti umani con consapevole leggerezza.
Elena Basile scrittrice, giornalista ed ex diplomatica. È nata a Napoli ma ha vissuto per motivi di lavoro in Madagascar, Canada, Ungheria e Portogallo. È stata Ambasciatrice d’Italia in Svezia (dal 2013 al 2017) e in Belgio (dal 2017 al 2021), prima donna a guidare l’Ambasciata italiana a Bruxelles. Tra le sue pubblicazioni, Una vita altrove (2014), Miraggi (2018), raccolta di racconti tradotta in Belgio, In famiglia (2022), Un insolito trio (2023), L’Occidente e il nemico permanente (2024).
Un libro sorprendente che porta alla luce i riti sciamanici praticati dai popoli del Grande Nord ... more Un libro sorprendente che porta alla luce i riti sciamanici praticati dai popoli del Grande Nord e confluiti nell’epos nazionale di Finlandia, il Kalevala.
IL LIBRO: L’autore analizza il poema nazionale finlandese, compilato da Elias Lönnrot (1802-1884), soffermandosi sulla parte centrale, il Ciclo del Sampo, dove viene esaltata l’onnipresenza della magia. L’eroe principale, Väinämöinen, prima di essere un valente guerriero è un impareggiabile incantatore, un terrificante sciamano capace di costruire una nave con i suoi incantesimi e di fabbricare il kantele per stregare chiunque lo ascolti: un Orfeo finnico. Marino, con perizia filologica, non si limita agli influssi sciamanici presenti nei canti che compongono il poema, ma sottolinea che le forme orali più arcaiche fanno riferimento alla fertilità del mare, inteso come elemento più fecondo della terra, tema comune a una vasta area culturale. Gli eroi principali del Ciclo del Sampo, Väinämöinen e Ilmarinen, agiscono su due livelli: da un lato, come personaggi viventi nel presente, dall’altro, come divinità creatrici.
Un libro per riscoprire, anche in un’opera letteraria, gli elementi di una sapienza atavica in cui medicina, magia e mistica erano insolubilmente fuse.
Carlo Marino è scrittore, accademico, giornalista della stampa estera e traduttore. Si laurea a Napoli in Scienze politiche presso l’Università Federico II e in Lingue e letterature straniere moderne presso l’Università L’Orientale. Ottiene il Ph.D. in Philosophie politique all’Università Paris I – Panthéon-Sorbonne. Esperto in relazioni internazionali, ha lavorato per lunghi periodi all’estero. Dal 1989 è membro della Suomalaisen Kirjallisuuden Seura (Società della Letteratura finlandese), della SACU (Society for Anglo-Chinese Understanding) e vicepresidente dell’Associazione Italia-Azerbaigian di Milano. Collabora con diverse testate nazionali e internazionali e con il think tank cinese di Wenzhou (RPC).
Tra le sue pubblicazioni: Algunas notas sobre la arqueologia en Costa Rica l (2004), Guerra nel Nagorno-Karabak (2020), Remo Corteggiani a Roma tra surrealismo, dadaismo e nouveaux réalistes (2021), Il Cristianesimo e il pensiero filosofico cinese (2022).
Il testo, riccamente illustrato, ripercorre la straordinaria vita dell’uomo d’arme vicentino. Spi... more Il testo, riccamente illustrato, ripercorre la straordinaria vita dell’uomo d’arme vicentino. Spinto dal desiderio d’avventura, Pigafetta prese parte alla spedizione per circumnavigare il globo guidata dal celebre Magellano. Fu tra i pochissimi a portare a termine l’impresa, durata bene tre anni (1519-1522), da lui poi mirabilmente descritta nella Relazione del primo viaggio intorno al mondo, uno dei più preziosi contributi sulle scoperte geografiche del Cinquecento.
IL LIBRO: Antonio Pigafetta fu il primo uomo a circumnavigare il globo. Dei 265 marinai che avevano lasciato la Spagna nel 1519, solo 18 vi fecero ritorno, dopo aver navigato per oltre 100 mila chilometri. Il vicentino ebbe lo straordinario merito di scrivere il dettagliato diario che fa di lui il primo autore della letteratura di viaggio e senza il quale le vicende di quell’avventura sarebbero solo una sfumata leggenda. Lo stesso Magellano, che non riuscì a portare a termine il viaggio, vide incrementare la sua fama grazie a quest’opera.
Attingendo a un gran numero di fonti, Vittorio Russo ricostruisce la figura di questo personaggio straordinario e poliedrico, uomo d’arme, cartografo, navigatore animato da una curiosità vorace per tutto ciò che cadesse sotto il suo sguardo, scrittore appassionato. Il testo è arricchito da carte storiche e biografie dei protagonisti della spedizione. E lo stupore di colui che andò alla scoperta del mondo ignoto diviene oggi lo stupore del lettore che scopre queste pagine di storia.
Vittorio Russo Per decenni capitano di lungo corso, è giornalista, viaggiatore e scrittore. Ha pubblicato ricerche e studi sulle origini delle religioni e del cristianesimo tra i quali Il Gesù storico (1978) e La porta degli esili sogni (2017). Dai suoi viaggi sono nati libri che intrecciano geografia, mito e storia, come India mistica e misteriosa (2008), Transiberiana (Sandro Teti Editore, 2017) e L’Uzbekistan di Alessandro Magno (Sandro Teti Editore, 2019).
Venezia e l’Europa anni Ottanta fanno da sfondo alla foga autodistruttiva di un’adolescente ribel... more Venezia e l’Europa anni Ottanta fanno da sfondo alla foga autodistruttiva di un’adolescente ribelle: alcol, eroina, allucinogeni e vita randagia. Ma da un terrificante “bad trip” inizia lo sforzo ricostruttivo, senza rimozione alcuna del proprio passato, un non indulgente svelamento della propria
interiorità.
IL LIBRO: 22 luglio 1984, Madrid: Susanna, che vive per strada ormai da molti mesi, viene sconvolta da un “bad trip” da Lsd. Un’esperienza spaventosa, uno spartiacque che segnerà un prima e un dopo nella sua vita, trasformandola in una continua ricerca di sé stessa.
Il libro affronta il disagio rifuggendo i luoghi comuni che rappresentano sempre l’“esperienza alterata” come degenerazione patologica di soggetti privi di volontà. Nelle pagine di questo moderno romanzo di formazione lo stato mentale modificato, la percezione dilatata sono considerati dall’autrice bisogni insopprimibili della psiche umana. Nel viaggio attraverso sé stessi, l’oppio è una tappa del percorso, lo è quando ancora altre vie non si conoscono: così l’eroina, così l’arte, così l’amore.
Susanna Polloni nasce a Venezia nel 1966. L’incontro con le droghe pesanti, oggetto di questo libro, avviene in piena adolescenza. A ventitré anni si sposa. Per sette anni dirige un’associazione culturale internazionale che si occupa di filosofia comparata. Dopo la laurea e il dottorato in Paleografia latina svolge attività di ricerca in ambito universitario, che lascerà per dedicarsi ai suoi cinque figli.
Fabio Cantelli Anibaldi nasce a Gorizia nel 1962. Tra il 1992 e il 1995 è stato capo ufficio stampa di San Patrignano. Approdato al Gruppo Abele, di cui è oggi vicepresidente, ha diretto il mensile Narcomafie e, dal 2005, cura la comunicazione di don Luigi Ciotti. Tra le sue pubblicazioni La verità è un’avventura – conversazioni sulla filosofia e la vita con Carlo Sini (Edizioni Gruppo Abele, 2012) e SanPa, madre amorosa e crudele (Giunti, 2021, riedizione del memoir La quiete sotto la pelle, Frassinelli, 1996).
«La storia si scrive sempre usando il tempo presente». Come si definisce oggi un maitre à penser?... more «La storia si scrive sempre usando il tempo presente». Come si definisce oggi un maitre à penser? Se consideriamo tale chi è in grado di dare significato a ciò che accade tracciando una rete di relazioni tra passato e presente, mettendo il proprio sapere specialistico al servizio dell'attualità, Luciano Canfora lo è certamente. Gli strumenti della filologia, lo sguardo limpido, scevro da partigianerie e conformismi, diventano in questa raccolta di saggi efficaci dispositivi per indagare i grandi temi del pensiero contemporaneo. Antidogmatico per eccellenza e per formazione, sempre capace di esplorare prospettive multidisciplinari e di individuare continuità nel mutamento incessante della storia, Luciano Canfora ci offre una chiave di lettura per affrontare le sfide del presente.
con scritti di Alberto Bradanini, Elisabetta Burba, Paolo Calzini, Luciano Canfora, Toni Capuozzo... more con scritti di Alberto Bradanini, Elisabetta Burba, Paolo Calzini, Luciano Canfora, Toni Capuozzo, Franco Cardini, Maurizio Carta, Giacomo Gabellini, Gianandrea Gaiani, Gian Micalessin, Fabio Mini, Moni Ovadia, Umberto Vattani
IL LIBRO: La guerra in Ucraina spiegata, nei suoi molteplici aspetti, attraverso i contributi di autorevoli esperti e analisti, diversi per colore politico e formazione culturale. Uno strumento indispensabile per comprendere, senza pregiudizi o approcci ideologici, il drammatico conflitto in corso.
Come le tessere di un mosaico, i 14 interventi affrontano storia, media, geopolitica, religione, economia e strategia militare, delineando la complessità del quadro ucraino e della situazione internazionale.
con scritti di Alberto Bradanini, Elisabetta Burba, Paolo Calzini, Luciano Canfora, Toni Capuozzo, Franco Cardini, Maurizio Carta, Giacomo Gabellini, Gianandrea Gaiani, Gian Micalessin, Fabio Mini, Moni Ovadia, Umberto Vattani
«Non saranno le giornate passate incolori a una scrivania a essere parte di voi, né tantomeno tut... more «Non saranno le giornate passate incolori a una scrivania a essere parte di voi, né tantomeno tutti quei momenti scivolati via, scomparsi nel nulla di giornate tutte uguali. Non lo saranno i vestiti costosi o la Porsche che avrete in garage e che avrete comprato lavorando in banca. Sarete una pazzia nella notte, il primo bacio a una donna, sarete una canzone che vi ha dato i brividi, o una rissa da bar. Sarete qualche cazzata che ora vi strappa un sorriso, e sarete l’amore di una notte e ciò che ne rimare nell’alba. Guardatevi indietro, non è questo ciò che vedete? Non è forse questo tutto ciò che vi rimane?».
IL LIBRO: Un viaggio negli eccessi di due giovani ventenni scapestrati che lasciano Venezia per trasferirsi nella caotica vita notturna di Milano, protagonisti di un’età caratterizzata dalle costanti fughe allucinogene per collezionare esperienze di vita estreme, urgente ricerca di istanti emozionanti di pura estasi. Dissoluti e guidati dalla frenesia di cogliere le infinite possibilità che la notte promette di offrire, i due cercano spasmodicamente di accumulare esperienze che in futuro si tramuteranno in ricordi indelebili, segnati da un flusso continuo di grosse sbornie che il giorno dopo lasciano solo l’amaro in bocca.
Il gusto abbacinante dell’eccesso consumato in droga, sesso, alcol e risse fa da sfondo a dissolute notti insonni passate al famigerato Plastic e in altri locali del centro, e caratterizza un’esistenza sregolata e libidinosa dedita a rifuggire la realtà meschina, paralizzante e asfittica per mezzo di nottate libere da pensieri e responsabilità, alla ricerca del vivo presente.
Attraverso profonde riflessioni interiori e continui pensieri rivolti alla donna amata e idealizzata, il protagonista giungerà alla consapevolezza della precarietà e caducità della vita, e a quanto la falsa sicurezza della borghesia e l’ostentazione economica dei benpensanti abbiano fallito innanzi a una generazione di eroi della classe media che vive intensamente la notte come rifugio per istinto e introspezione, passione e intimità.
Nicolò Michielin (Venezia, 1989) Consegue una laurea prima in Giurisprudenza e poi in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Milano, nel mentre lavora come modello. Dopo il trasferimento a Parigi e un master in Geopolitica all’Università La Sapienza di Roma, fonda il magazine the1989.it insieme allo schermidore Tobia Biondo. È attualmente dottorando in Diplomazia e cooperazione internazionale all’Università per Stranieri di Perugia, e parte del team di comunicazione del Venezia FC. Middle class heroes è il suo esordio letterario.
IL LIBRO: Incendio raccoglie opere e illustrazioni di Charms, per lo più inedite in Italia, tra c... more IL LIBRO: Incendio raccoglie opere e illustrazioni di Charms, per lo più inedite in Italia, tra cui quegli scritti erotici che, considerati pornografici, portarono l’Autore all’arresto. Storie dai risvolti imprevedibili, poesie surreali, brani di diari e una commedia con personaggi strampalati. Un caleidoscopio di immagini indomabili che si innestano nel nonsense, nel rifiuto totale della convenzione e del conformismo, con una poetica secca e grottesca e lo stile eterodosso e folgorante tipico del surrealismo dada russo.
Daniil Charms, eccentrico dandy pietroburghese, che soleva recitare le sue poesie con l’immancabile pipa seduto su un armadio, è uno dei più grandi poeti e scrittori russi del Novecento, tra i fondatori del gruppo avanguardista Oberiu. Quando, a 37 anni, morì in carcere nella Leningrado assediata, erano stati stampati solo i suoi testi per l’infanzia. Bisognerà attendere quasi mezzo secolo perché il resto della sua vasta opera inizi a essere pubblicato.
Daniil Charms (San Pietroburgo 1905 – Leningrado 1942) pseudonimo di Daniil Ivanovic Juvačëv, scrittore, poeta e drammaturgo sovietico. Dopo una breve detenzione nel 1931, con l’accusa di produrre letteratura antisovietica, venne arrestato nel 1941 e rinchiuso nell’ospedale psichiatrico detentivo di Leningrado, dove morì di fame nel febbraio del 1942 durante l’assedio nazista alla città. Già tradotti in Italia sono le raccolte Casi (Adelphi, 1991), Disastri (Marcos y Marcos, 2011), L’uomo che sapeva fare miracoli (Il Saggiatore, 2014), il racconto Il professor Trombetti (Comma 22, 2015) e diversi libri per l’infanzia.
Simonetta De Bartolo (Roma, 1961) laureata in Lingua e letteratura russa all’Università di Roma La Sapienza nel 1987 con una tesi sul gruppo avanguardista Oberiu e in particolare sulla poetica di Daniil Charms. Vive e lavora da molti anni a Mosca.
Paolo Nori (Parma, 1963) Scrittore e traduttore. Laureato in letteratura russa, ha pubblicato romanzi e saggi, tra i quali Bassotuba non c’è (1999), I russi sono matti (2019) e Che dispiacere (2020). Ha tradotto e curato opere di autori russi, tra cui Puškin, Charms, Gogol’, Turgenev, Tolstòj, Čechov, Dostoevskij.
Valerij Sažin (Leningrado, 1946) Storico della letteratura, archivista, ricercatore di fonti. Autore di opere sulla storia della letteratura russa dei secoli XVIII-XX. Curatore della prima raccolta completa di opere di Daniil Charms in Russia, basata su materiali provenienti dall’archivio dello scrittore.
Dalla fine dell’Urss al grave deterioramento dei rapporti con l’Occidente. Trent’anni di politica... more Dalla fine dell’Urss al grave deterioramento dei rapporti con l’Occidente. Trent’anni di politica del Cremlino descritti da un protagonista d’eccezione. Un testo fondamentale per comprendere le dinamiche che hanno portato all’attuale drammatica crisi internazionale.
IL LIBRO: Sin dalla caduta dell’Unione Sovietica, Mosca ambisce a riaffermarsi come protagonista sullo scacchiere globale. In questo trentennio, tuttavia, le sue posizioni sono sempre state poco note e spesso distorte in Occidente. Il testo di Aleksej Puškov colma quindi un vuoto nel panorama editoriale italiano, consentendo al lettore di conoscere, senza mediazioni, il punto di vista russo su questioni cruciali come allargamento della Nato, Siria, questione ucraina, politiche commerciali e dossier energetico. Puškov è un testimone d’eccezione della politica russa, sin da quando, giovanissimo, iniziò a lavorare nello staff del presidente Gorbačëv. Politico influente, con molte legislature alle spalle nei due rami del Parlamento, è uno dei maggiori esperti russi di affari internazionali. Con un’analisi tanto chiara quanto profonda e rigorosa, l’autore offre uno spaccato dell’evoluzione della società e della classe politica del suo paese: dalla caduta dell’Urss ai drammatici anni Novanta di El’cin, dall’ascesa di Putin fino al recente deterioramento dei rapporti con l’Occidente, poi sfociato nella sanguinosa guerra in Ucraina.
Aleksej Puškov (Pechino, 1954) Importante politico russo, storico e pubblicista. Autore di numerosi saggi storici e politici, editorialista di diverse testate internazionali, è stato a lungo presidente della Commissione esteri della Duma (2011-16). Attualmente è senatore e presidente della Commissione comunicazione del Consiglio della Federazione Russa.
Paolo De Nardis Presidente dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”. Ordinario di Sociologia presso la Sapienza Università di Roma e direttore della Rivista trimestrale di Scienza dell’amministrazione. È stato Preside della Facoltà di Sociologia della Sapienza Università di Roma e cofondatore della Scuola Superiore dell’Interno.
Un libro che per la prima volta fa luce sui tragici e inebrianti anni Novanta, il decennio più do... more Un libro che per la prima volta fa luce sui tragici e inebrianti anni Novanta, il decennio più doloroso e rimosso della Russia contemporanea, contrassegnato da una miseria disperata e da un lusso sfacciato. Uno strumento indispensabile per capire le profonde fratture nella società che ancora oggi la Russia fatica a sanare.
IL LIBRO: Ci sono personalità complesse, estremamente affascinanti, che, con il proprio modo di essere, sono in grado di plasmare il mondo circostante, adattandolo ai propri desideri e obiettivi. Tra queste, un posto di assoluto rilievo spetta a Boris Berezovskij, il “re degli oligarchi”, l’uomo-simbolo della Russia degli anni Novanta. Pëtr Aven, che lo ha frequentato fin dai tempi dell’università, ne ripercorre la vicenda umana tramite interviste e colloqui con i suoi colleghi oligarchi e altre figure chiave di quel periodo, come Roman Abramovič, Michail Fridman e Anatolij Čubajs. Ricostruire la parabola di Berezovskij permette di affrontare, per la prima volta in una prospettiva diversa e per alcuni aspetti illuminante, il cruciale e torbido primo decennio postsovietico.
Pёtr Aven (Mosca, 1955) intellettuale, economista, matematico, imprenditore, mecenate e collezionista d’arte. Nel 1992 è ministro del Commercio con l’estero del primo governo della Russia postsovietica; in questa veste si occupa con successo della gestione del debito estero dell’Urss, della convertibilità del rublo e soprattutto della difficile liberalizzazione del commercio con l’estero. Nel 1994 diventa uno dei principali azionisti della più grande banca privata russa, Alfa Bank, di cui è presidente dal 1994 al 2011 e CEO dal 2011 al marzo 2022. Come mecenate, ha riunito la più grande collezione di arte russa al mondo e ha fondato e finanziato, inoltre, diverse iniziative e festival culturali in Lettonia, Russia e Israele. Possiede la cittadinanza russa e lettone.
Per la prima volta in italiano la biografia di Giuseppe Donizetti, compositore bergamasco e pasci... more Per la prima volta in italiano la biografia di Giuseppe Donizetti, compositore bergamasco e pascià ottomano. Un artista a cavallo tra due mondi, che lasciò un’impronta indelebile sulla cultura turca.
IL LIBRO: Giuseppe Donizetti, fratello maggiore del più noto Gaetano, arrivò a Istanbul dalla natìa Bergamo nel 1828, per ricoprire il ruolo di “istruttore generale delle musiche imperiali ottomane”. Acquisì fama e prestigio organizzando stagioni operistiche e spettacoli musicali nel quartiere di Pera (oggi Beyoğlu), allora abitato da europei. La riscoperta di colui che Gaetano chiamava «il mio fratello turco» si deve al direttore d’orchestra e compositore Emre Araci, che in questo libro, corredato da un ricco apparato iconografico, ripercorre l’avventura umana e professionale di un musicista unico nel suo genere, cui toccò il privilegio, inaspettato per un occidentale, di divenire insegnante privato di musica del sultano. Giuseppe Donizetti compose anche i primi due inni nazionali dell’impero, la marcia Mahmudiye, dedicata nel 1829 a Mahmud II, e la Mecidiye, del 1839, commissionata dal successore sul trono imperiale Abdülmecid I. Lasciò un’impronta indelebile nella musica e nella cultura ottomana. Per i suoi meriti gli fu conferito inizialmente il grado di colonnello e il titolo di Bey; successivamente fu promosso maggior generale, ricevendo infine il titolo di pascià. Rimase in Turchia fino alla morte, avvenuta nel 1856. È sepolto nella cripta della cattedrale di Saint Esprit, a Istanbul. A lui, il celebre Franz Liszt dedicò la Grande Paraphrase de la marche de Donizetti composée pour Sa Majesté le Soultan Abdul Mejid-Khan.
Emre Aracı è il più noto compositore turco contemporaneo. Artista poliedrico che coniuga l’attività di studioso con quella di direttore d’orchestra, si è guadagnato fama internazionale riadattando le musiche del suo paese alla sensibilità europea. Ha svolto attività di docenza nelle più prestigiose università d’Europa e degli Stati Uniti. Particolarmente celebre è stato un suo concerto del 2007, durante il quale il maestro ha diretto l’esecuzione delle opere di “Donizetti pascià” al Teatro Donizetti di Bergamo.
Nicola Verderame (Campi Salentina, 1984) storico dell’Impero Ottomano e traduttore di narrativa turca contemporanea. Ha insegnato Lingua turca all’Università del Salento e Filologia turca presso l’Università L’Orientale di Napoli, dove si è laureato in Studi islamici (2008). Ha conseguito un Research Master in Turkish Studies all’Università di Leiden (2011) e il PhD in Storia contemporanea alla Freie Universitaet Berlin (2018). È autore di articoli accademici sulla teoria della traduzione, sulla storia tardo ottomana e sulla letteratura turca contemporanea. Per le sue traduzioni ha ricevuto il Premio Benno Geiger 2017 e il Premio nazionale di traduzione del Ministero dei Beni e delle attività culturali nel 2018.
Giuliano Regonesi (Bergamo, 1964) Dopo gli studi all’Università Bocconi di Milano, lavora nell’azienda di famiglia e inventa una tecnologia innovativa per produrre palancole a freddo. Oltre alla fabbrica in Italia, apre, quindi, stabilimenti in vari paesi del mondo. Oggi vive in Turchia, dove ha anche fondato la Noor Tecnologies, brevettando un sistema all’avanguardia per sanificare l’aria. Imprenditore cosmopolita, ha sempre promosso con grande convinzione i legami culturali tra l’Italia e i paesi in cui ha operato: la musica e la vita di Donizetti a Istanbul rappresentano un esempio straordinario della fecondità di questi rapporti. Per Sandro Teti Editore Regonesi ha già pubblicato Storia dell’industria metallurgica in Lombardia.
Paolo Fabbri (Ravenna, 1948) musicologo e accademico italiano. Noto soprattutto per gli studi su Gioachino Rossini e per gli studi sul libretto e il rapporto tra metrica e musica, è ordinario di Storia della Musica moderna e contemporanea all’Università di Ferrara ed è il direttore della Fondazione Donizetti di Bergamo. Ha collaborato all’edizione critica delle opere di Gioachino Rossini con Bruno Cagli, Philip Gossett, Alberto Zedda e Patricia B. Brauner e alla direzione dell’edizione nazionale delle opere di Gaetano Donizetti. Nel 1989 è stato premiato con la Dent Medal (Royal Musical Association) ed è socio onorario dell’American Musicological Society. Nel 2003 ha fondato Musicalia. Annuario internazionale di studi musicologici, di cui è direttore. Collabora con le principali riviste specialistiche italiane e internazionali del settore.
L’eterotopia, il significato del comunismo cinese e la visione di Mao, la Rivoluzione culturale, ... more L’eterotopia, il significato del comunismo cinese e la visione di Mao, la Rivoluzione culturale, l’avvento di Deng Xiaoping, i complessi e delicati rapporti di Xi Jinping con gli Stati Uniti. Lo sguardo di Bradanini abbraccia l’evolversi della Repubblica Popolare sin dalla sua nascita nel 1949.
IL LIBRO: La Cina, paese immenso e dalla storia plurimillenaria, è ancora poco conosciuta nella sua complessità. Questo libro, opera ambiziosa e non effimera, scava alle radici della civiltà cinese e aiuta a comprendere non solo politica ed economia del gigante orientale, ma anche il modo di pensare dei suoi abitanti e il loro rapportarsi con il mondo. La lunga esperienza dell’autore sul campo, come console generale a Hong Kong e ambasciatore d’Italia a Pechino, conferisce al testo particolare autorevolezza e spessore.
Il volume è arricchito dalle straordinarie fotografie di Andrea Cavazzuti.
Alberto Bradanini Laureato in Scienze Politiche all’Università La Sapienza di Roma, inizia la carriera diplomatica nel 1975. Tra i diversi incarichi ricoperti, dal 1996 al 1998 è stato console generale d’Italia a Hong Kong, dal 2008 al gennaio 2013 ambasciatore d’Italia in Iran, e dal 2013 al maggio 2015 ambasciatore d’Italia in Cina. È attualmente presidente del Centro Studi sulla Cina contemporanea. Oltre a numerosi articoli e saggi, è autore di Oltre la Grande Muraglia (2018) e Cina. Lo sguardo di Nenni e le sfide di oggi (2021).
Andrea Cavazzuti Per i cinesi Lao An, è un fotografo e artista italiano. Laureato in Lingua e letteratura cinese alla Ca’ Foscari di Venezia, nei primi anni Ottanta si recò in Cina per studio. Furono anni fondamentali per la sua vita, ragione del suo legame indissolubile con il Paese. Fu il più giovane autore della mostra, seminale per la fotografia europea, Viaggio in Italia (1982), ideata da Luigi Ghirri. Dagli anni Novanta si dedica a video e film. Ha partecipato a numerose produzioni, sia televisive che cinematografiche.
Dietro lo straordinario volo su Mosca di Margherita nel più celebre romanzo di Bulgakov, dietro l... more Dietro lo straordinario volo su Mosca di Margherita nel più celebre romanzo di Bulgakov, dietro la raffigurazione dell’amore come coppia volante nel blu intenso dei cieli di Marc Chagall che ci fa entrare in un mondo onirico dalle infinite soluzioni, dietro l’idea generale del volo come modo di abitare la storia secondo le dimensioni di un tempo fortemente spazializzato c’è un’intera cultura. La cultura russa, attraversata nella sua storia, nella sua filosofia, nella sua scienza e persino nella sua tecnologia dal motivo conduttore del volo. Il volo ha dato origine al cosmismo, autentica e originale pietra angolare di quella cultura, nato dalla propensione non solo a immaginare, ma a vedere uno spazio intermedio tra la terra e il cielo, tra il finito e l’infinito, tra il visibile e l’invisibile, e dal desiderio di solcarlo prima con la fantasia e con il pensiero, poi con i prodotti materiali della cosmonautica, tecnica della navigazione nello spazio extra-atmosferico, che è stata anche l’espressione di un’utopia spirituale.
Silvano Tagliagambe (Legnano, 1945) Filosofo, fisico, accademico, epistemologo. Allievo di Ludovico Geymonat, si laurea in Filosofia all’Unversità statale di Milano e prosegue gli studi specializzandosi in Fisica quantistica prima alla prestigiosa Università degli studi Lomonosov di Mosca, poi presso l’Accademia delle Scienze dell’Urss. La sua attività scientifica e didattica si sviluppa attraverso un variegato percorso universitario che lo porta a insegnare presso diversi atenei dal 1974 al 2008 e a collaborare con differenti centri di ricerca ed enti istituzionali come consulente scientifico. È autore di più di trecentocinquanta pubblicazioni.
Armando Torno (Milano, 1953) Giornalista, saggista e conduttore radiofonico. Laureato in Matematica e Filosofia, dopo essere stato ricercatore accademico, sceglie la strada del giornalismo. Fonda il supplemento “Domenica” de Il Sole 24 Ore di cui è responsabile ed editorialista dal 1985 al 2000. Dopo aver diretto diversi programmi in Rai, continua a condurre da oltre 15 anni su Radio 24 il programma “Musica Maestro”. È autore di molte opere letterarie e saggi di carattere filosofico e teologico che sono stati tradotti in francese, inglese, tedesco, russo e molte altre lingue.
Un ritrovo di esuli serbi a Salonicco, durante la Prima guerra mondiale: mentre si fa musica, si ... more Un ritrovo di esuli serbi a Salonicco, durante la Prima guerra mondiale: mentre si fa musica, si beve, si discute, ci si prepara alla riscossa contro l’occupazione austro-ungarica, si svolge la tragedia di una coppia di amanti-traditori. Sorprendente dramma in un atto di ispirazione patriottica e ambientazione balcanica, ricco di dotti riferimenti alla storia e cultura serba, opera dimenticata dell’autore della Canzone del Piave.
IL LIBRO: Il celebre paroliere napoletano Giovanni Gaeta ambientò questa, che è probabilmente la sua unica opera in prosa, nel contesto dell’esilio dei serbi durante la Prima guerra mondiale. L’esercito serbo era stato costretto dall’attacco asburgico a ritirarsi attraverso l’Albania, raggiungendo poi il fronte macedone (aprile 1916 – settembre 1918), da dove fu lanciato l’assalto verso Nord, per la liberazione della Madrepatria. Proprio in quel periodo l’autore, a contatto con ambienti triestini, deve avere raccolto le suggestioni epico-letterarie già fatte proprie da D’Annunzio (cfr. Ode alla Nazione Serba) ed elementi della cultura della Serbia anche di carattere etno-musicale, per tradurli in questa breve pièce teatrale pubblicata a Napoli nel 1918. Con il ritrovamento casuale di questo testo, da parte della traduttrice negli anni Novanta, e con la sua pubblicazione bilingue, per consentirne la conoscenza anche al pubblico di lingua serbocroata, si restituisce alla storia delle due letterature e alla Storia della fratellanza risorgimentale internazionale un documento straordinario e pieno di significati. L’ideale mazziniano e garibaldino, condiviso dall’autore, era fondato sulla solidarietà tra i popoli e, per quanto riguarda italiani e jugoslavi, come farà notare Sandro Pertini, la fratellanza si era instaurata non soltanto negli anni duri della Prima guerra mondiale, ma nel pieno del Risorgimento italiano, quando Giuseppe Mazzini nel 1857 pubblicò le sue Lettere slave e previde con estrema lucidità che il moto d’indipendenza degli slavi del Sud sarebbe stato il più importante, dopo l’italiano, per l’Europa futura.
Giovanni Ermete Gaeta (Napoli 1884-1961), di umili origini, mostrò giovanissimo talento musicale e poetico.
Nella sua lunga carriera scrisse i testi di oltre 2000 canzoni, per molte delle quali fu anche autore della melodia. È suo il testo di famose canzoni napoletane come A Mergellina, Santa Lucia luntana, Canzone napulitana, Io ‘na chitarra e ‘a luna, financo Tammurriata nera (1945, resa ancor più celebre dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare), nonché il testo di diverse canzoni di tema patriottico tra cui la celeberrima Canzone del Piave (1918). Dal 1904 in poi usò per tutte le sue opere lo pseudonimo di E.A. Mario, con cui divenne famoso e purtuttavia mai ricco, poiché per le esigenze di cura di una malattia della moglie dovette vendere presto i diritti delle sue principali opere.
A trent’anni dal “suicidio” dell’Unione Sovietica, l’autore ripercorre il Termidoro e la storia d... more A trent’anni dal “suicidio” dell’Unione Sovietica, l’autore ripercorre il Termidoro e la storia dell’Urss attraverso la raccolta di brevi saggi, scritti in presa diretta tra il 1987 e il 1992.
Dopo la morte di Brežnev nel 1982, seguita dai due brevi interregni di Andropov e Černenko, l’ascesa di Gorbačëv nel 1985 poneva fine alla gerontocrazia. Attraverso perestrojka e glasnost’ vennero subito introdotte radicali riforme politiche che, in assenza di un piano economico ben definito, condussero in breve tempo a una situazione di caos generale, a una grave penuria alimentare e al sorgere di pesanti conflitti interetnici da decenni sopiti.
Le enormi concessioni unilaterali, prive di contropartite, agli Usa e alla Nato, condussero in pochi anni allo scioglimento del Patto di Varsavia e alla riunificazione tedesca. Nonostante nel referendum del marzo 1991 il 77% degli elettori si fosse espresso per il mantenimento dell’Urss, sia pure sotto altra forma, il contro-colpo di stato di El’cin nell’agosto dello stesso anno portò alla disintegrazione dell’Unione Sovietica, che il 25 dicembre cessò di esistere.
Sergio Romano giornalista, saggista, accademico, storico e diplomatico. Ha lavorato a Parigi, a Vienna e alla sezione italiana della Bbc di Londra come giornalista. È stato direttore generale delle relazioni culturali, rappresentante permanente della Nato e Ambasciatore d’Italia a Mosca dal 1985 al 1989. Dopo le sue dimissioni, ha insegnato Storia delle relazioni internazionali alla Bocconi di Milano e alle università americane di Berkeley e Harvard. È dottore dell’Istituto di Storia universale dell’Accademia delle Scienze della Russia. Tra le molte pubblicazioni segnaliamo: Processo alla Russia (Longanesi, 2020), Atlante delle crisi mondiali (Rizzoli, 2018), Putin (Longanesi, 2016), Guida alla politica estera italiana (Bur, 2004).
L’incredibile vita di W.E.B. Du Bois, il più importante attivista per i diritti dei neri della pr... more L’incredibile vita di W.E.B. Du Bois, il più importante attivista per i diritti dei neri della prima metà del Novecento. Amico di Chruščëv e Mao, grande sociologo, storico, scrittore e pubblicista, primo afroamericano a laurearsi a Berlino e ad Harvard. Un uomo straordinario quanto sottovalutato in Occidente e negli Stati Uniti, dove fu perseguitato per le sue simpatie comuniste. Nella sua lunga e intensissima esistenza – morì a 95 anni in Africa nel pieno delle sue attività – ha creato diverse organizzazioni che gli sono sopravvissute. Da alcuni anni, soprattutto negli Usa, è in atto un meritorio lavoro di riscoperta e valorizzazione del suo pensiero e delle sue opere.
Marco Sioli professore associato di Storia e istituzioni delle Americhe presso il Dipartimento di Studi internazionali, giuridici e storico-politici dell’Università degli Studi di Milano. È stato vicepresidente del Réseau pour le Développement Européen de l’Histoire de l’Amérique (REDEHJA) con sede a Parigi che ha contribuito a fondare nel 2006, ed è stato membro dell’Organization of American Historians (OAH) e della Società italiana di studi internazionali (SISI). È autore del volume Abraham Lincoln. Le parole, le politiche e l’uso politico (Ibis, 2016).
Una serie di racconti che sono viaggi del pensiero attraverso geografie, storie, dimensioni sfuma... more Una serie di racconti che sono viaggi del pensiero attraverso geografie, storie, dimensioni sfumate e tempi di altre età. Il tono surreale, l’ironia e l’intreccio, combinati in una scrittura abile e cristallina, diventano il pretesto per un richiamo alla riflessione sulle realtà della vita. Nei racconti emerge la simbologia di immagini solo apparentemente criptiche e misteriose, che in realtà costituiscono il filo conduttore che guida al senso ultimo delle concretezze del quotidiano.
Vittorio Russo Per decenni capitano di lungo corso, è giornalista, viaggiatore e scrittore. Ha pubblicato ricerche e studi sulle origini delle religioni e del cristianesimo tra i quali Il Gesù storico (1978) e La porta degli esili sogni (2017). Dai suoi viaggi sono nati libri che intrecciano geografia, mito e storia, come India mistica e misteriosa (2008), Transiberiana (Sandro Teti Editore, 2017) e L’Uzbekistan di Alessandro Magno (Sandro Teti Editore, 2019).
Khan, principi, guerrieri popolano l’eroica epopea degli Oghuz, le tribù turche stanziatesi in As... more Khan, principi, guerrieri popolano l’eroica epopea degli Oghuz, le tribù turche stanziatesi in Asia Centrale tra il Medioevo e l’età moderna da cui discenderanno i Selgiuchidi e gli Ottomani. Le dodici storie in prosa raccolte in questo destan narrano le loro gesta contro gli “infedeli” per l’affermazione nelle terre del Caucaso e affondano le radici nella tradizione orale nel XIII secolo. A tenere insieme i racconti la figura di Dede Korkut, il saggio bardo che attraversa le vicende di diverse generazioni, dà consigli e detta principi morali.
Una pietra miliare nella cultura letteraria di paesi turcofoni come Azerbaigian, Kazakhstan, Turchia e Turkmenistan, un’opera fondamentale che immerge il lettore in un’atmosfera fiabesca, in un costante gioco di parallelismi con i miti occidentali.
Una biografia che permette finalmente al pubblico italiano di conoscere la figura di Nariman Nari... more Una biografia che permette finalmente al pubblico italiano di conoscere la figura di Nariman Narimanov, uno dei personaggi più importanti dell’Azerbaigian del XX secolo, conosciuto in Occidente soprattutto per la sua vicinanza a Lenin e l’importante ruolo svolto all’interno del Partito bolscevico. Narimanov diede, infatti, un contributo essenziale alla creazione di un’entità autonoma azerbaigiana all’interno dell’Urss. Se la narrazione sovietica metteva al centro della sua figura l’adesione all’ideale comunista, oggi, dietro la corteccia ideologica, viene fatto emergere il grande lavoro da lui svolto per salvaguardare l’identità azerbaigiana. Narimanov si battè, infatti, per mantenere e allargare la sfera di autonomia dello Stato federale azerbaigiano, per promuoverne la lingua e la cultura, non esitando, quando necessario, a entrare in contrasto con Mosca.
Hasan Hasanov Nasce a Tblisi nel 1940 in una famiglia operaia. Nel 1967 comincia la sua carriera all’interno del Partito comunista dell’Azerbaigian che culminerà, nel 1990, con la carica di Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica socialista sovietica di Azerbaigian. Nel 1991 diviene il primo Primo ministro della Repubblica indipendente di Azerbaigian, costituitasi dopo la caduta dell’Urss. Nel 1993 è Rappresentante permanente a New York presso le Nazioni Unite. Dal 1993 al 1998 è Ministro degli Esteri. Dal 2004 a 2010 è ambasciatore a Budapest.
Nato da un progetto di ricerca, il romanzo ricostruisce la storia di un clamoroso furto d’arte co... more Nato da un progetto di ricerca, il romanzo ricostruisce la storia di un clamoroso furto d’arte compiuto a Budapest nel 1983 da una banda di italiani di Reggio Emilia. La ferita inferta al regime totalitario e la temerarietà degli autori del furto hanno reso unica questa storia rocambolesca che mise in grave imbarazzo il presidente ungherese János Kádár. Attraverso la ricostruzione delle fasi investigative e le testimonianze dirette dei protagonisti si svelano le dinamiche che hanno spinto quei giovani criminali a compiere questa azione apparente- mente isolata. A distanza di quarant’anni, però, un incredibile intreccio di interessi diver- si, ma convergenti, apre uno scenario fino a oggi impensabile. Ne emerge un affresco del crimine internazionale permeato di politica, servizi e malaffare che andrà ad arricchire le pagine della storia italiana e internazionale.
Gilberto Martinelli (Roma, 1969) Si occupa di relazioni internazionali, in particolare tra l’Italia e l’Ungheria. Ha ricevuto vari riconoscimenti e nel 2014 è stato insignito del “Pro Cultura Hungarica” dalla Repubblica d’Ungheria per aver fatto luce nei rapporti storici tra le due nazioni. È considerato uno dei più qualificati tecnici del suono italiani, soprattutto in ambito cinematografico, dove è molto conosciuto.
Roberto Tempesta (Roma, 1953) Si arruola nei carabinieri in giovane età. Nel 1981, dopo una parentesi nei Reparti operativi speciali, si specializza e entra a far parte del Nucleo tutela patrimonio culturale, dove svolge un ruolo essenziale nei più importanti casi di recupero di opere d’arte sia in Italia che all’estero. È stato insignito di numerose onorificenze e ha ricevuto riconoscimenti internazionali.
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Books by Sandro Teti Editore
IL LIBRO: Bruxelles moderna e cosmopolita capitale d’Europa, Bruxelles grande “villaggio burocratizzato”. Bruxelles approdo, Bruxelles disincanto. Nelle sue molteplici sfaccettature la città belga fa da teatro a dieci storie, dieci frammenti, in cui ciascuno dei protagonisti, vittima o carnefice di un sistema sociale distante dalla realtà, tenta di ritagliarsi il proprio spazio in un mondo governato dall’interesse individuale.
In queste pagine Elena Basile tratteggia con pungente ironia il profilo di una città controversa, stemperando i conflitti umani con consapevole leggerezza.
Elena Basile scrittrice, giornalista ed ex diplomatica. È nata a Napoli ma ha vissuto per motivi di lavoro in Madagascar, Canada, Ungheria e Portogallo. È stata Ambasciatrice d’Italia in Svezia (dal 2013 al 2017) e in Belgio (dal 2017 al 2021), prima donna a guidare l’Ambasciata italiana a Bruxelles. Tra le sue pubblicazioni, Una vita altrove (2014), Miraggi (2018), raccolta di racconti tradotta in Belgio, In famiglia (2022), Un insolito trio (2023), L’Occidente e il nemico permanente (2024).
IL LIBRO: L’autore analizza il poema nazionale finlandese, compilato da Elias Lönnrot (1802-1884), soffermandosi sulla parte centrale, il Ciclo del Sampo, dove viene esaltata l’onnipresenza della magia. L’eroe principale, Väinämöinen, prima di essere un valente guerriero è un impareggiabile incantatore, un terrificante sciamano capace di costruire una nave con i suoi incantesimi e di fabbricare il kantele per stregare chiunque lo ascolti: un Orfeo finnico. Marino, con perizia filologica, non si limita agli influssi sciamanici presenti nei canti che compongono il poema, ma sottolinea che le forme orali più arcaiche fanno riferimento alla fertilità del mare, inteso come elemento più fecondo della terra, tema comune a una vasta area culturale. Gli eroi principali del Ciclo del Sampo, Väinämöinen e Ilmarinen, agiscono su due livelli: da un lato, come personaggi viventi nel presente, dall’altro, come divinità creatrici.
Un libro per riscoprire, anche in un’opera letteraria, gli elementi di una sapienza atavica in cui medicina, magia e mistica erano insolubilmente fuse.
Carlo Marino è scrittore, accademico, giornalista della stampa estera e traduttore. Si laurea a Napoli in Scienze politiche presso l’Università Federico II e in Lingue e letterature straniere moderne presso l’Università L’Orientale. Ottiene il Ph.D. in Philosophie politique all’Università Paris I – Panthéon-Sorbonne. Esperto in relazioni internazionali, ha lavorato per lunghi periodi all’estero. Dal 1989 è membro della Suomalaisen Kirjallisuuden Seura (Società della Letteratura finlandese), della SACU (Society for Anglo-Chinese Understanding) e vicepresidente dell’Associazione Italia-Azerbaigian di Milano. Collabora con diverse testate nazionali e internazionali e con il think tank cinese di Wenzhou (RPC).
Tra le sue pubblicazioni: Algunas notas sobre la arqueologia en Costa Rica l (2004), Guerra nel Nagorno-Karabak (2020), Remo Corteggiani a Roma tra surrealismo, dadaismo e nouveaux réalistes (2021), Il Cristianesimo e il pensiero filosofico cinese (2022).
IL LIBRO: Antonio Pigafetta fu il primo uomo a circumnavigare il globo. Dei 265 marinai che avevano lasciato la Spagna nel 1519, solo 18 vi fecero ritorno, dopo aver navigato per oltre 100 mila chilometri. Il vicentino ebbe lo straordinario merito di scrivere il dettagliato diario che fa di lui il primo autore della letteratura di viaggio e senza il quale le vicende di quell’avventura sarebbero solo una sfumata leggenda. Lo stesso Magellano, che non riuscì a portare a termine il viaggio, vide incrementare la sua fama grazie a quest’opera.
Attingendo a un gran numero di fonti, Vittorio Russo ricostruisce la figura di questo personaggio straordinario e poliedrico, uomo d’arme, cartografo, navigatore animato da una curiosità vorace per tutto ciò che cadesse sotto il suo sguardo, scrittore appassionato. Il testo è arricchito da carte storiche e biografie dei protagonisti della spedizione. E lo stupore di colui che andò alla scoperta del mondo ignoto diviene oggi lo stupore del lettore che scopre queste pagine di storia.
Vittorio Russo Per decenni capitano di lungo corso, è giornalista, viaggiatore e scrittore. Ha pubblicato ricerche e studi sulle origini delle religioni e del cristianesimo tra i quali Il Gesù storico (1978) e La porta degli esili sogni (2017). Dai suoi viaggi sono nati libri che intrecciano geografia, mito e storia, come India mistica e misteriosa (2008), Transiberiana (Sandro Teti Editore, 2017) e L’Uzbekistan di Alessandro Magno (Sandro Teti Editore, 2019).
interiorità.
IL LIBRO: 22 luglio 1984, Madrid: Susanna, che vive per strada ormai da molti mesi, viene sconvolta da un “bad trip” da Lsd. Un’esperienza spaventosa, uno spartiacque che segnerà un prima e un dopo nella sua vita, trasformandola in una continua ricerca di sé stessa.
Il libro affronta il disagio rifuggendo i luoghi comuni che rappresentano sempre l’“esperienza alterata” come degenerazione patologica di soggetti privi di volontà. Nelle pagine di questo moderno romanzo di formazione lo stato mentale modificato, la percezione dilatata sono considerati dall’autrice bisogni insopprimibili della psiche umana. Nel viaggio attraverso sé stessi, l’oppio è una tappa del percorso, lo è quando ancora altre vie non si conoscono: così l’eroina, così l’arte, così l’amore.
Susanna Polloni nasce a Venezia nel 1966. L’incontro con le droghe pesanti, oggetto di questo libro, avviene in piena adolescenza. A ventitré anni si sposa. Per sette anni dirige un’associazione culturale internazionale che si occupa di filosofia comparata. Dopo la laurea e il dottorato in Paleografia latina svolge attività di ricerca in ambito universitario, che lascerà per dedicarsi ai suoi cinque figli.
Fabio Cantelli Anibaldi nasce a Gorizia nel 1962. Tra il 1992 e il 1995 è stato capo ufficio stampa di San Patrignano. Approdato al Gruppo Abele, di cui è oggi vicepresidente, ha diretto il mensile Narcomafie e, dal 2005, cura la comunicazione di don Luigi Ciotti. Tra le sue pubblicazioni La verità è un’avventura – conversazioni sulla filosofia e la vita con Carlo Sini (Edizioni Gruppo Abele, 2012) e SanPa, madre amorosa e crudele (Giunti, 2021, riedizione del memoir La quiete sotto la pelle, Frassinelli, 1996).
IL LIBRO: La guerra in Ucraina spiegata, nei suoi molteplici aspetti, attraverso i contributi di autorevoli esperti e analisti, diversi per colore politico e formazione culturale. Uno strumento indispensabile per comprendere, senza pregiudizi o approcci ideologici, il drammatico conflitto in corso.
Come le tessere di un mosaico, i 14 interventi affrontano storia, media, geopolitica, religione, economia e strategia militare, delineando la complessità del quadro ucraino e della situazione internazionale.
con scritti di Alberto Bradanini, Elisabetta Burba, Paolo Calzini, Luciano Canfora, Toni Capuozzo, Franco Cardini, Maurizio Carta, Giacomo Gabellini, Gianandrea Gaiani, Gian Micalessin, Fabio Mini, Moni Ovadia, Umberto Vattani
IL LIBRO: Un viaggio negli eccessi di due giovani ventenni scapestrati che lasciano Venezia per trasferirsi nella caotica vita notturna di Milano, protagonisti di un’età caratterizzata dalle costanti fughe allucinogene per collezionare esperienze di vita estreme, urgente ricerca di istanti emozionanti di pura estasi. Dissoluti e guidati dalla frenesia di cogliere le infinite possibilità che la notte promette di offrire, i due cercano spasmodicamente di accumulare esperienze che in futuro si tramuteranno in ricordi indelebili, segnati da un flusso continuo di grosse sbornie che il giorno dopo lasciano solo l’amaro in bocca.
Il gusto abbacinante dell’eccesso consumato in droga, sesso, alcol e risse fa da sfondo a dissolute notti insonni passate al famigerato Plastic e in altri locali del centro, e caratterizza un’esistenza sregolata e libidinosa dedita a rifuggire la realtà meschina, paralizzante e asfittica per mezzo di nottate libere da pensieri e responsabilità, alla ricerca del vivo presente.
Attraverso profonde riflessioni interiori e continui pensieri rivolti alla donna amata e idealizzata, il protagonista giungerà alla consapevolezza della precarietà e caducità della vita, e a quanto la falsa sicurezza della borghesia e l’ostentazione economica dei benpensanti abbiano fallito innanzi a una generazione di eroi della classe media che vive intensamente la notte come rifugio per istinto e introspezione, passione e intimità.
Nicolò Michielin (Venezia, 1989) Consegue una laurea prima in Giurisprudenza e poi in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Milano, nel mentre lavora come modello. Dopo il trasferimento a Parigi e un master in Geopolitica all’Università La Sapienza di Roma, fonda il magazine the1989.it insieme allo schermidore Tobia Biondo. È attualmente dottorando in Diplomazia e cooperazione internazionale all’Università per Stranieri di Perugia, e parte del team di comunicazione del Venezia FC. Middle class heroes è il suo esordio letterario.
Daniil Charms, eccentrico dandy pietroburghese, che soleva recitare le sue poesie con l’immancabile pipa seduto su un armadio, è uno dei più grandi poeti e scrittori russi del Novecento, tra i fondatori del gruppo avanguardista Oberiu. Quando, a 37 anni, morì in carcere nella Leningrado assediata, erano stati stampati solo i suoi testi per l’infanzia. Bisognerà attendere quasi mezzo secolo perché il resto della sua vasta opera inizi a essere pubblicato.
Daniil Charms (San Pietroburgo 1905 – Leningrado 1942) pseudonimo di Daniil Ivanovic Juvačëv, scrittore, poeta e drammaturgo sovietico. Dopo una breve detenzione nel 1931, con l’accusa di produrre letteratura antisovietica, venne arrestato nel 1941 e rinchiuso nell’ospedale psichiatrico detentivo di Leningrado, dove morì di fame nel febbraio del 1942 durante l’assedio nazista alla città. Già tradotti in Italia sono le raccolte Casi (Adelphi, 1991), Disastri (Marcos y Marcos, 2011), L’uomo che sapeva fare miracoli (Il Saggiatore, 2014), il racconto Il professor Trombetti (Comma 22, 2015) e diversi libri per l’infanzia.
Simonetta De Bartolo (Roma, 1961) laureata in Lingua e letteratura russa all’Università di Roma La Sapienza nel 1987 con una tesi sul gruppo avanguardista Oberiu e in particolare sulla poetica di Daniil Charms. Vive e lavora da molti anni a Mosca.
Paolo Nori (Parma, 1963) Scrittore e traduttore. Laureato in letteratura russa, ha pubblicato romanzi e saggi, tra i quali Bassotuba non c’è (1999), I russi sono matti (2019) e Che dispiacere (2020). Ha tradotto e curato opere di autori russi, tra cui Puškin, Charms, Gogol’, Turgenev, Tolstòj, Čechov, Dostoevskij.
Valerij Sažin (Leningrado, 1946) Storico della letteratura, archivista, ricercatore di fonti. Autore di opere sulla storia della letteratura russa dei secoli XVIII-XX. Curatore della prima raccolta completa di opere di Daniil Charms in Russia, basata su materiali provenienti dall’archivio dello scrittore.
IL LIBRO: Sin dalla caduta dell’Unione Sovietica, Mosca ambisce a riaffermarsi come protagonista sullo scacchiere globale. In questo trentennio, tuttavia, le sue posizioni sono sempre state poco note e spesso distorte in Occidente. Il testo di Aleksej Puškov colma quindi un vuoto nel panorama editoriale italiano, consentendo al lettore di conoscere, senza mediazioni, il punto di vista russo su questioni cruciali come allargamento della Nato, Siria, questione ucraina, politiche commerciali e dossier energetico. Puškov è un testimone d’eccezione della politica russa, sin da quando, giovanissimo, iniziò a lavorare nello staff del presidente Gorbačëv. Politico influente, con molte legislature alle spalle nei due rami del Parlamento, è uno dei maggiori esperti russi di affari internazionali. Con un’analisi tanto chiara quanto profonda e rigorosa, l’autore offre uno spaccato dell’evoluzione della società e della classe politica del suo paese: dalla caduta dell’Urss ai drammatici anni Novanta di El’cin, dall’ascesa di Putin fino al recente deterioramento dei rapporti con l’Occidente, poi sfociato nella sanguinosa guerra in Ucraina.
Aleksej Puškov (Pechino, 1954) Importante politico russo, storico e pubblicista. Autore di numerosi saggi storici e politici, editorialista di diverse testate internazionali, è stato a lungo presidente della Commissione esteri della Duma (2011-16). Attualmente è senatore e presidente della Commissione comunicazione del Consiglio della Federazione Russa.
Paolo De Nardis Presidente dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”. Ordinario di Sociologia presso la Sapienza Università di Roma e direttore della Rivista trimestrale di Scienza dell’amministrazione. È stato Preside della Facoltà di Sociologia della Sapienza Università di Roma e cofondatore della Scuola Superiore dell’Interno.
IL LIBRO: Ci sono personalità complesse, estremamente affascinanti, che, con il proprio modo di essere, sono in grado di plasmare il mondo circostante, adattandolo ai propri desideri e obiettivi. Tra queste, un posto di assoluto rilievo spetta a Boris Berezovskij, il “re degli oligarchi”, l’uomo-simbolo della Russia degli anni Novanta. Pëtr Aven, che lo ha frequentato fin dai tempi dell’università, ne ripercorre la vicenda umana tramite interviste e colloqui con i suoi colleghi oligarchi e altre figure chiave di quel periodo, come Roman Abramovič, Michail Fridman e Anatolij Čubajs. Ricostruire la parabola di Berezovskij permette di affrontare, per la prima volta in una prospettiva diversa e per alcuni aspetti illuminante, il cruciale e torbido primo decennio postsovietico.
Pёtr Aven (Mosca, 1955) intellettuale, economista, matematico, imprenditore, mecenate e collezionista d’arte. Nel 1992 è ministro del Commercio con l’estero del primo governo della Russia postsovietica; in questa veste si occupa con successo della gestione del debito estero dell’Urss, della convertibilità del rublo e soprattutto della difficile liberalizzazione del commercio con l’estero. Nel 1994 diventa uno dei principali azionisti della più grande banca privata russa, Alfa Bank, di cui è presidente dal 1994 al 2011 e CEO dal 2011 al marzo 2022. Come mecenate, ha riunito la più grande collezione di arte russa al mondo e ha fondato e finanziato, inoltre, diverse iniziative e festival culturali in Lettonia, Russia e Israele. Possiede la cittadinanza russa e lettone.
IL LIBRO: Giuseppe Donizetti, fratello maggiore del più noto Gaetano, arrivò a Istanbul dalla natìa Bergamo nel 1828, per ricoprire il ruolo di “istruttore generale delle musiche imperiali ottomane”. Acquisì fama e prestigio organizzando stagioni operistiche e spettacoli musicali nel quartiere di Pera (oggi Beyoğlu), allora abitato da europei. La riscoperta di colui che Gaetano chiamava «il mio fratello turco» si deve al direttore d’orchestra e compositore Emre Araci, che in questo libro, corredato da un ricco apparato iconografico, ripercorre l’avventura umana e professionale di un musicista unico nel suo genere, cui toccò il privilegio, inaspettato per un occidentale, di divenire insegnante privato di musica del sultano. Giuseppe Donizetti compose anche i primi due inni nazionali dell’impero, la marcia Mahmudiye, dedicata nel 1829 a Mahmud II, e la Mecidiye, del 1839, commissionata dal successore sul trono imperiale Abdülmecid I. Lasciò un’impronta indelebile nella musica e nella cultura ottomana. Per i suoi meriti gli fu conferito inizialmente il grado di colonnello e il titolo di Bey; successivamente fu promosso maggior generale, ricevendo infine il titolo di pascià. Rimase in Turchia fino alla morte, avvenuta nel 1856. È sepolto nella cripta della cattedrale di Saint Esprit, a Istanbul. A lui, il celebre Franz Liszt dedicò la Grande Paraphrase de la marche de Donizetti composée pour Sa Majesté le Soultan Abdul Mejid-Khan.
Emre Aracı è il più noto compositore turco contemporaneo. Artista poliedrico che coniuga l’attività di studioso con quella di direttore d’orchestra, si è guadagnato fama internazionale riadattando le musiche del suo paese alla sensibilità europea. Ha svolto attività di docenza nelle più prestigiose università d’Europa e degli Stati Uniti. Particolarmente celebre è stato un suo concerto del 2007, durante il quale il maestro ha diretto l’esecuzione delle opere di “Donizetti pascià” al Teatro Donizetti di Bergamo.
Nicola Verderame (Campi Salentina, 1984) storico dell’Impero Ottomano e traduttore di narrativa turca contemporanea. Ha insegnato Lingua turca all’Università del Salento e Filologia turca presso l’Università L’Orientale di Napoli, dove si è laureato in Studi islamici (2008). Ha conseguito un Research Master in Turkish Studies all’Università di Leiden (2011) e il PhD in Storia contemporanea alla Freie Universitaet Berlin (2018). È autore di articoli accademici sulla teoria della traduzione, sulla storia tardo ottomana e sulla letteratura turca contemporanea. Per le sue traduzioni ha ricevuto il Premio Benno Geiger 2017 e il Premio nazionale di traduzione del Ministero dei Beni e delle attività culturali nel 2018.
Giuliano Regonesi (Bergamo, 1964) Dopo gli studi all’Università Bocconi di Milano, lavora nell’azienda di famiglia e inventa una tecnologia innovativa per produrre palancole a freddo. Oltre alla fabbrica in Italia, apre, quindi, stabilimenti in vari paesi del mondo. Oggi vive in Turchia, dove ha anche fondato la Noor Tecnologies, brevettando un sistema all’avanguardia per sanificare l’aria. Imprenditore cosmopolita, ha sempre promosso con grande convinzione i legami culturali tra l’Italia e i paesi in cui ha operato: la musica e la vita di Donizetti a Istanbul rappresentano un esempio straordinario della fecondità di questi rapporti. Per Sandro Teti Editore Regonesi ha già pubblicato Storia dell’industria metallurgica in Lombardia.
Paolo Fabbri (Ravenna, 1948) musicologo e accademico italiano. Noto soprattutto per gli studi su Gioachino Rossini e per gli studi sul libretto e il rapporto tra metrica e musica, è ordinario di Storia della Musica moderna e contemporanea all’Università di Ferrara ed è il direttore della Fondazione Donizetti di Bergamo. Ha collaborato all’edizione critica delle opere di Gioachino Rossini con Bruno Cagli, Philip Gossett, Alberto Zedda e Patricia B. Brauner e alla direzione dell’edizione nazionale delle opere di Gaetano Donizetti. Nel 1989 è stato premiato con la Dent Medal (Royal Musical Association) ed è socio onorario dell’American Musicological Society. Nel 2003 ha fondato Musicalia. Annuario internazionale di studi musicologici, di cui è direttore. Collabora con le principali riviste specialistiche italiane e internazionali del settore.
IL LIBRO: La Cina, paese immenso e dalla storia plurimillenaria, è ancora poco conosciuta nella sua complessità. Questo libro, opera ambiziosa e non effimera, scava alle radici della civiltà cinese e aiuta a comprendere non solo politica ed economia del gigante orientale, ma anche il modo di pensare dei suoi abitanti e il loro rapportarsi con il mondo. La lunga esperienza dell’autore sul campo, come console generale a Hong Kong e ambasciatore d’Italia a Pechino, conferisce al testo particolare autorevolezza e spessore.
Il volume è arricchito dalle straordinarie fotografie di Andrea Cavazzuti.
Alberto Bradanini Laureato in Scienze Politiche all’Università La Sapienza di Roma, inizia la carriera diplomatica nel 1975. Tra i diversi incarichi ricoperti, dal 1996 al 1998 è stato console generale d’Italia a Hong Kong, dal 2008 al gennaio 2013 ambasciatore d’Italia in Iran, e dal 2013 al maggio 2015 ambasciatore d’Italia in Cina. È attualmente presidente del Centro Studi sulla Cina contemporanea. Oltre a numerosi articoli e saggi, è autore di Oltre la Grande Muraglia (2018) e Cina. Lo sguardo di Nenni e le sfide di oggi (2021).
Andrea Cavazzuti Per i cinesi Lao An, è un fotografo e artista italiano. Laureato in Lingua e letteratura cinese alla Ca’ Foscari di Venezia, nei primi anni Ottanta si recò in Cina per studio. Furono anni fondamentali per la sua vita, ragione del suo legame indissolubile con il Paese. Fu il più giovane autore della mostra, seminale per la fotografia europea, Viaggio in Italia (1982), ideata da Luigi Ghirri. Dagli anni Novanta si dedica a video e film. Ha partecipato a numerose produzioni, sia televisive che cinematografiche.
Silvano Tagliagambe (Legnano, 1945) Filosofo, fisico, accademico, epistemologo. Allievo di Ludovico Geymonat, si laurea in Filosofia all’Unversità statale di Milano e prosegue gli studi specializzandosi in Fisica quantistica prima alla prestigiosa Università degli studi Lomonosov di Mosca, poi presso l’Accademia delle Scienze dell’Urss. La sua attività scientifica e didattica si sviluppa attraverso un variegato percorso universitario che lo porta a insegnare presso diversi atenei dal 1974 al 2008 e a collaborare con differenti centri di ricerca ed enti istituzionali come consulente scientifico. È autore di più di trecentocinquanta pubblicazioni.
Armando Torno (Milano, 1953) Giornalista, saggista e conduttore radiofonico. Laureato in Matematica e Filosofia, dopo essere stato ricercatore accademico, sceglie la strada del giornalismo. Fonda il supplemento “Domenica” de Il Sole 24 Ore di cui è responsabile ed editorialista dal 1985 al 2000. Dopo aver diretto diversi programmi in Rai, continua a condurre da oltre 15 anni su Radio 24 il programma “Musica Maestro”. È autore di molte opere letterarie e saggi di carattere filosofico e teologico che sono stati tradotti in francese, inglese, tedesco, russo e molte altre lingue.
IL LIBRO: Il celebre paroliere napoletano Giovanni Gaeta ambientò questa, che è probabilmente la sua unica opera in prosa, nel contesto dell’esilio dei serbi durante la Prima guerra mondiale. L’esercito serbo era stato costretto dall’attacco asburgico a ritirarsi attraverso l’Albania, raggiungendo poi il fronte macedone (aprile 1916 – settembre 1918), da dove fu lanciato l’assalto verso Nord, per la liberazione della Madrepatria. Proprio in quel periodo l’autore, a contatto con ambienti triestini, deve avere raccolto le suggestioni epico-letterarie già fatte proprie da D’Annunzio (cfr. Ode alla Nazione Serba) ed elementi della cultura della Serbia anche di carattere etno-musicale, per tradurli in questa breve pièce teatrale pubblicata a Napoli nel 1918. Con il ritrovamento casuale di questo testo, da parte della traduttrice negli anni Novanta, e con la sua pubblicazione bilingue, per consentirne la conoscenza anche al pubblico di lingua serbocroata, si restituisce alla storia delle due letterature e alla Storia della fratellanza risorgimentale internazionale un documento straordinario e pieno di significati. L’ideale mazziniano e garibaldino, condiviso dall’autore, era fondato sulla solidarietà tra i popoli e, per quanto riguarda italiani e jugoslavi, come farà notare Sandro Pertini, la fratellanza si era instaurata non soltanto negli anni duri della Prima guerra mondiale, ma nel pieno del Risorgimento italiano, quando Giuseppe Mazzini nel 1857 pubblicò le sue Lettere slave e previde con estrema lucidità che il moto d’indipendenza degli slavi del Sud sarebbe stato il più importante, dopo l’italiano, per l’Europa futura.
Giovanni Ermete Gaeta (Napoli 1884-1961), di umili origini, mostrò giovanissimo talento musicale e poetico.
Nella sua lunga carriera scrisse i testi di oltre 2000 canzoni, per molte delle quali fu anche autore della melodia. È suo il testo di famose canzoni napoletane come A Mergellina, Santa Lucia luntana, Canzone napulitana, Io ‘na chitarra e ‘a luna, financo Tammurriata nera (1945, resa ancor più celebre dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare), nonché il testo di diverse canzoni di tema patriottico tra cui la celeberrima Canzone del Piave (1918). Dal 1904 in poi usò per tutte le sue opere lo pseudonimo di E.A. Mario, con cui divenne famoso e purtuttavia mai ricco, poiché per le esigenze di cura di una malattia della moglie dovette vendere presto i diritti delle sue principali opere.
Dopo la morte di Brežnev nel 1982, seguita dai due brevi interregni di Andropov e Černenko, l’ascesa di Gorbačëv nel 1985 poneva fine alla gerontocrazia. Attraverso perestrojka e glasnost’ vennero subito introdotte radicali riforme politiche che, in assenza di un piano economico ben definito, condussero in breve tempo a una situazione di caos generale, a una grave penuria alimentare e al sorgere di pesanti conflitti interetnici da decenni sopiti.
Le enormi concessioni unilaterali, prive di contropartite, agli Usa e alla Nato, condussero in pochi anni allo scioglimento del Patto di Varsavia e alla riunificazione tedesca. Nonostante nel referendum del marzo 1991 il 77% degli elettori si fosse espresso per il mantenimento dell’Urss, sia pure sotto altra forma, il contro-colpo di stato di El’cin nell’agosto dello stesso anno portò alla disintegrazione dell’Unione Sovietica, che il 25 dicembre cessò di esistere.
Sergio Romano giornalista, saggista, accademico, storico e diplomatico. Ha lavorato a Parigi, a Vienna e alla sezione italiana della Bbc di Londra come giornalista. È stato direttore generale delle relazioni culturali, rappresentante permanente della Nato e Ambasciatore d’Italia a Mosca dal 1985 al 1989. Dopo le sue dimissioni, ha insegnato Storia delle relazioni internazionali alla Bocconi di Milano e alle università americane di Berkeley e Harvard. È dottore dell’Istituto di Storia universale dell’Accademia delle Scienze della Russia. Tra le molte pubblicazioni segnaliamo: Processo alla Russia (Longanesi, 2020), Atlante delle crisi mondiali (Rizzoli, 2018), Putin (Longanesi, 2016), Guida alla politica estera italiana (Bur, 2004).
Marco Sioli professore associato di Storia e istituzioni delle Americhe presso il Dipartimento di Studi internazionali, giuridici e storico-politici dell’Università degli Studi di Milano. È stato vicepresidente del Réseau pour le Développement Européen de l’Histoire de l’Amérique (REDEHJA) con sede a Parigi che ha contribuito a fondare nel 2006, ed è stato membro dell’Organization of American Historians (OAH) e della Società italiana di studi internazionali (SISI). È autore del volume Abraham Lincoln. Le parole, le politiche e l’uso politico (Ibis, 2016).
Vittorio Russo Per decenni capitano di lungo corso, è giornalista, viaggiatore e scrittore. Ha pubblicato ricerche e studi sulle origini delle religioni e del cristianesimo tra i quali Il Gesù storico (1978) e La porta degli esili sogni (2017). Dai suoi viaggi sono nati libri che intrecciano geografia, mito e storia, come India mistica e misteriosa (2008), Transiberiana (Sandro Teti Editore, 2017) e L’Uzbekistan di Alessandro Magno (Sandro Teti Editore, 2019).
Una pietra miliare nella cultura letteraria di paesi turcofoni come Azerbaigian, Kazakhstan, Turchia e Turkmenistan, un’opera fondamentale che immerge il lettore in un’atmosfera fiabesca, in un costante gioco di parallelismi con i miti occidentali.
Hasan Hasanov Nasce a Tblisi nel 1940 in una famiglia operaia. Nel 1967 comincia la sua carriera all’interno del Partito comunista dell’Azerbaigian che culminerà, nel 1990, con la carica di Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica socialista sovietica di Azerbaigian. Nel 1991 diviene il primo Primo ministro della Repubblica indipendente di Azerbaigian, costituitasi dopo la caduta dell’Urss. Nel 1993 è Rappresentante permanente a New York presso le Nazioni Unite. Dal 1993 al 1998 è Ministro degli Esteri. Dal 2004 a 2010 è ambasciatore a Budapest.
Gilberto Martinelli (Roma, 1969) Si occupa di relazioni internazionali, in particolare tra l’Italia e l’Ungheria. Ha ricevuto vari riconoscimenti e nel 2014 è stato insignito del “Pro Cultura Hungarica” dalla Repubblica d’Ungheria per aver fatto luce nei rapporti storici tra le due nazioni. È considerato uno dei più qualificati tecnici del suono italiani, soprattutto in ambito cinematografico, dove è molto conosciuto.
Roberto Tempesta (Roma, 1953) Si arruola nei carabinieri in giovane età. Nel 1981, dopo una parentesi nei Reparti operativi speciali, si specializza e entra a far parte del Nucleo tutela patrimonio culturale, dove svolge un ruolo essenziale nei più importanti casi di recupero di opere d’arte sia in Italia che all’estero. È stato insignito di numerose onorificenze e ha ricevuto riconoscimenti internazionali.
IL LIBRO: Bruxelles moderna e cosmopolita capitale d’Europa, Bruxelles grande “villaggio burocratizzato”. Bruxelles approdo, Bruxelles disincanto. Nelle sue molteplici sfaccettature la città belga fa da teatro a dieci storie, dieci frammenti, in cui ciascuno dei protagonisti, vittima o carnefice di un sistema sociale distante dalla realtà, tenta di ritagliarsi il proprio spazio in un mondo governato dall’interesse individuale.
In queste pagine Elena Basile tratteggia con pungente ironia il profilo di una città controversa, stemperando i conflitti umani con consapevole leggerezza.
Elena Basile scrittrice, giornalista ed ex diplomatica. È nata a Napoli ma ha vissuto per motivi di lavoro in Madagascar, Canada, Ungheria e Portogallo. È stata Ambasciatrice d’Italia in Svezia (dal 2013 al 2017) e in Belgio (dal 2017 al 2021), prima donna a guidare l’Ambasciata italiana a Bruxelles. Tra le sue pubblicazioni, Una vita altrove (2014), Miraggi (2018), raccolta di racconti tradotta in Belgio, In famiglia (2022), Un insolito trio (2023), L’Occidente e il nemico permanente (2024).
IL LIBRO: L’autore analizza il poema nazionale finlandese, compilato da Elias Lönnrot (1802-1884), soffermandosi sulla parte centrale, il Ciclo del Sampo, dove viene esaltata l’onnipresenza della magia. L’eroe principale, Väinämöinen, prima di essere un valente guerriero è un impareggiabile incantatore, un terrificante sciamano capace di costruire una nave con i suoi incantesimi e di fabbricare il kantele per stregare chiunque lo ascolti: un Orfeo finnico. Marino, con perizia filologica, non si limita agli influssi sciamanici presenti nei canti che compongono il poema, ma sottolinea che le forme orali più arcaiche fanno riferimento alla fertilità del mare, inteso come elemento più fecondo della terra, tema comune a una vasta area culturale. Gli eroi principali del Ciclo del Sampo, Väinämöinen e Ilmarinen, agiscono su due livelli: da un lato, come personaggi viventi nel presente, dall’altro, come divinità creatrici.
Un libro per riscoprire, anche in un’opera letteraria, gli elementi di una sapienza atavica in cui medicina, magia e mistica erano insolubilmente fuse.
Carlo Marino è scrittore, accademico, giornalista della stampa estera e traduttore. Si laurea a Napoli in Scienze politiche presso l’Università Federico II e in Lingue e letterature straniere moderne presso l’Università L’Orientale. Ottiene il Ph.D. in Philosophie politique all’Università Paris I – Panthéon-Sorbonne. Esperto in relazioni internazionali, ha lavorato per lunghi periodi all’estero. Dal 1989 è membro della Suomalaisen Kirjallisuuden Seura (Società della Letteratura finlandese), della SACU (Society for Anglo-Chinese Understanding) e vicepresidente dell’Associazione Italia-Azerbaigian di Milano. Collabora con diverse testate nazionali e internazionali e con il think tank cinese di Wenzhou (RPC).
Tra le sue pubblicazioni: Algunas notas sobre la arqueologia en Costa Rica l (2004), Guerra nel Nagorno-Karabak (2020), Remo Corteggiani a Roma tra surrealismo, dadaismo e nouveaux réalistes (2021), Il Cristianesimo e il pensiero filosofico cinese (2022).
IL LIBRO: Antonio Pigafetta fu il primo uomo a circumnavigare il globo. Dei 265 marinai che avevano lasciato la Spagna nel 1519, solo 18 vi fecero ritorno, dopo aver navigato per oltre 100 mila chilometri. Il vicentino ebbe lo straordinario merito di scrivere il dettagliato diario che fa di lui il primo autore della letteratura di viaggio e senza il quale le vicende di quell’avventura sarebbero solo una sfumata leggenda. Lo stesso Magellano, che non riuscì a portare a termine il viaggio, vide incrementare la sua fama grazie a quest’opera.
Attingendo a un gran numero di fonti, Vittorio Russo ricostruisce la figura di questo personaggio straordinario e poliedrico, uomo d’arme, cartografo, navigatore animato da una curiosità vorace per tutto ciò che cadesse sotto il suo sguardo, scrittore appassionato. Il testo è arricchito da carte storiche e biografie dei protagonisti della spedizione. E lo stupore di colui che andò alla scoperta del mondo ignoto diviene oggi lo stupore del lettore che scopre queste pagine di storia.
Vittorio Russo Per decenni capitano di lungo corso, è giornalista, viaggiatore e scrittore. Ha pubblicato ricerche e studi sulle origini delle religioni e del cristianesimo tra i quali Il Gesù storico (1978) e La porta degli esili sogni (2017). Dai suoi viaggi sono nati libri che intrecciano geografia, mito e storia, come India mistica e misteriosa (2008), Transiberiana (Sandro Teti Editore, 2017) e L’Uzbekistan di Alessandro Magno (Sandro Teti Editore, 2019).
interiorità.
IL LIBRO: 22 luglio 1984, Madrid: Susanna, che vive per strada ormai da molti mesi, viene sconvolta da un “bad trip” da Lsd. Un’esperienza spaventosa, uno spartiacque che segnerà un prima e un dopo nella sua vita, trasformandola in una continua ricerca di sé stessa.
Il libro affronta il disagio rifuggendo i luoghi comuni che rappresentano sempre l’“esperienza alterata” come degenerazione patologica di soggetti privi di volontà. Nelle pagine di questo moderno romanzo di formazione lo stato mentale modificato, la percezione dilatata sono considerati dall’autrice bisogni insopprimibili della psiche umana. Nel viaggio attraverso sé stessi, l’oppio è una tappa del percorso, lo è quando ancora altre vie non si conoscono: così l’eroina, così l’arte, così l’amore.
Susanna Polloni nasce a Venezia nel 1966. L’incontro con le droghe pesanti, oggetto di questo libro, avviene in piena adolescenza. A ventitré anni si sposa. Per sette anni dirige un’associazione culturale internazionale che si occupa di filosofia comparata. Dopo la laurea e il dottorato in Paleografia latina svolge attività di ricerca in ambito universitario, che lascerà per dedicarsi ai suoi cinque figli.
Fabio Cantelli Anibaldi nasce a Gorizia nel 1962. Tra il 1992 e il 1995 è stato capo ufficio stampa di San Patrignano. Approdato al Gruppo Abele, di cui è oggi vicepresidente, ha diretto il mensile Narcomafie e, dal 2005, cura la comunicazione di don Luigi Ciotti. Tra le sue pubblicazioni La verità è un’avventura – conversazioni sulla filosofia e la vita con Carlo Sini (Edizioni Gruppo Abele, 2012) e SanPa, madre amorosa e crudele (Giunti, 2021, riedizione del memoir La quiete sotto la pelle, Frassinelli, 1996).
IL LIBRO: La guerra in Ucraina spiegata, nei suoi molteplici aspetti, attraverso i contributi di autorevoli esperti e analisti, diversi per colore politico e formazione culturale. Uno strumento indispensabile per comprendere, senza pregiudizi o approcci ideologici, il drammatico conflitto in corso.
Come le tessere di un mosaico, i 14 interventi affrontano storia, media, geopolitica, religione, economia e strategia militare, delineando la complessità del quadro ucraino e della situazione internazionale.
con scritti di Alberto Bradanini, Elisabetta Burba, Paolo Calzini, Luciano Canfora, Toni Capuozzo, Franco Cardini, Maurizio Carta, Giacomo Gabellini, Gianandrea Gaiani, Gian Micalessin, Fabio Mini, Moni Ovadia, Umberto Vattani
IL LIBRO: Un viaggio negli eccessi di due giovani ventenni scapestrati che lasciano Venezia per trasferirsi nella caotica vita notturna di Milano, protagonisti di un’età caratterizzata dalle costanti fughe allucinogene per collezionare esperienze di vita estreme, urgente ricerca di istanti emozionanti di pura estasi. Dissoluti e guidati dalla frenesia di cogliere le infinite possibilità che la notte promette di offrire, i due cercano spasmodicamente di accumulare esperienze che in futuro si tramuteranno in ricordi indelebili, segnati da un flusso continuo di grosse sbornie che il giorno dopo lasciano solo l’amaro in bocca.
Il gusto abbacinante dell’eccesso consumato in droga, sesso, alcol e risse fa da sfondo a dissolute notti insonni passate al famigerato Plastic e in altri locali del centro, e caratterizza un’esistenza sregolata e libidinosa dedita a rifuggire la realtà meschina, paralizzante e asfittica per mezzo di nottate libere da pensieri e responsabilità, alla ricerca del vivo presente.
Attraverso profonde riflessioni interiori e continui pensieri rivolti alla donna amata e idealizzata, il protagonista giungerà alla consapevolezza della precarietà e caducità della vita, e a quanto la falsa sicurezza della borghesia e l’ostentazione economica dei benpensanti abbiano fallito innanzi a una generazione di eroi della classe media che vive intensamente la notte come rifugio per istinto e introspezione, passione e intimità.
Nicolò Michielin (Venezia, 1989) Consegue una laurea prima in Giurisprudenza e poi in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Milano, nel mentre lavora come modello. Dopo il trasferimento a Parigi e un master in Geopolitica all’Università La Sapienza di Roma, fonda il magazine the1989.it insieme allo schermidore Tobia Biondo. È attualmente dottorando in Diplomazia e cooperazione internazionale all’Università per Stranieri di Perugia, e parte del team di comunicazione del Venezia FC. Middle class heroes è il suo esordio letterario.
Daniil Charms, eccentrico dandy pietroburghese, che soleva recitare le sue poesie con l’immancabile pipa seduto su un armadio, è uno dei più grandi poeti e scrittori russi del Novecento, tra i fondatori del gruppo avanguardista Oberiu. Quando, a 37 anni, morì in carcere nella Leningrado assediata, erano stati stampati solo i suoi testi per l’infanzia. Bisognerà attendere quasi mezzo secolo perché il resto della sua vasta opera inizi a essere pubblicato.
Daniil Charms (San Pietroburgo 1905 – Leningrado 1942) pseudonimo di Daniil Ivanovic Juvačëv, scrittore, poeta e drammaturgo sovietico. Dopo una breve detenzione nel 1931, con l’accusa di produrre letteratura antisovietica, venne arrestato nel 1941 e rinchiuso nell’ospedale psichiatrico detentivo di Leningrado, dove morì di fame nel febbraio del 1942 durante l’assedio nazista alla città. Già tradotti in Italia sono le raccolte Casi (Adelphi, 1991), Disastri (Marcos y Marcos, 2011), L’uomo che sapeva fare miracoli (Il Saggiatore, 2014), il racconto Il professor Trombetti (Comma 22, 2015) e diversi libri per l’infanzia.
Simonetta De Bartolo (Roma, 1961) laureata in Lingua e letteratura russa all’Università di Roma La Sapienza nel 1987 con una tesi sul gruppo avanguardista Oberiu e in particolare sulla poetica di Daniil Charms. Vive e lavora da molti anni a Mosca.
Paolo Nori (Parma, 1963) Scrittore e traduttore. Laureato in letteratura russa, ha pubblicato romanzi e saggi, tra i quali Bassotuba non c’è (1999), I russi sono matti (2019) e Che dispiacere (2020). Ha tradotto e curato opere di autori russi, tra cui Puškin, Charms, Gogol’, Turgenev, Tolstòj, Čechov, Dostoevskij.
Valerij Sažin (Leningrado, 1946) Storico della letteratura, archivista, ricercatore di fonti. Autore di opere sulla storia della letteratura russa dei secoli XVIII-XX. Curatore della prima raccolta completa di opere di Daniil Charms in Russia, basata su materiali provenienti dall’archivio dello scrittore.
IL LIBRO: Sin dalla caduta dell’Unione Sovietica, Mosca ambisce a riaffermarsi come protagonista sullo scacchiere globale. In questo trentennio, tuttavia, le sue posizioni sono sempre state poco note e spesso distorte in Occidente. Il testo di Aleksej Puškov colma quindi un vuoto nel panorama editoriale italiano, consentendo al lettore di conoscere, senza mediazioni, il punto di vista russo su questioni cruciali come allargamento della Nato, Siria, questione ucraina, politiche commerciali e dossier energetico. Puškov è un testimone d’eccezione della politica russa, sin da quando, giovanissimo, iniziò a lavorare nello staff del presidente Gorbačëv. Politico influente, con molte legislature alle spalle nei due rami del Parlamento, è uno dei maggiori esperti russi di affari internazionali. Con un’analisi tanto chiara quanto profonda e rigorosa, l’autore offre uno spaccato dell’evoluzione della società e della classe politica del suo paese: dalla caduta dell’Urss ai drammatici anni Novanta di El’cin, dall’ascesa di Putin fino al recente deterioramento dei rapporti con l’Occidente, poi sfociato nella sanguinosa guerra in Ucraina.
Aleksej Puškov (Pechino, 1954) Importante politico russo, storico e pubblicista. Autore di numerosi saggi storici e politici, editorialista di diverse testate internazionali, è stato a lungo presidente della Commissione esteri della Duma (2011-16). Attualmente è senatore e presidente della Commissione comunicazione del Consiglio della Federazione Russa.
Paolo De Nardis Presidente dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”. Ordinario di Sociologia presso la Sapienza Università di Roma e direttore della Rivista trimestrale di Scienza dell’amministrazione. È stato Preside della Facoltà di Sociologia della Sapienza Università di Roma e cofondatore della Scuola Superiore dell’Interno.
IL LIBRO: Ci sono personalità complesse, estremamente affascinanti, che, con il proprio modo di essere, sono in grado di plasmare il mondo circostante, adattandolo ai propri desideri e obiettivi. Tra queste, un posto di assoluto rilievo spetta a Boris Berezovskij, il “re degli oligarchi”, l’uomo-simbolo della Russia degli anni Novanta. Pëtr Aven, che lo ha frequentato fin dai tempi dell’università, ne ripercorre la vicenda umana tramite interviste e colloqui con i suoi colleghi oligarchi e altre figure chiave di quel periodo, come Roman Abramovič, Michail Fridman e Anatolij Čubajs. Ricostruire la parabola di Berezovskij permette di affrontare, per la prima volta in una prospettiva diversa e per alcuni aspetti illuminante, il cruciale e torbido primo decennio postsovietico.
Pёtr Aven (Mosca, 1955) intellettuale, economista, matematico, imprenditore, mecenate e collezionista d’arte. Nel 1992 è ministro del Commercio con l’estero del primo governo della Russia postsovietica; in questa veste si occupa con successo della gestione del debito estero dell’Urss, della convertibilità del rublo e soprattutto della difficile liberalizzazione del commercio con l’estero. Nel 1994 diventa uno dei principali azionisti della più grande banca privata russa, Alfa Bank, di cui è presidente dal 1994 al 2011 e CEO dal 2011 al marzo 2022. Come mecenate, ha riunito la più grande collezione di arte russa al mondo e ha fondato e finanziato, inoltre, diverse iniziative e festival culturali in Lettonia, Russia e Israele. Possiede la cittadinanza russa e lettone.
IL LIBRO: Giuseppe Donizetti, fratello maggiore del più noto Gaetano, arrivò a Istanbul dalla natìa Bergamo nel 1828, per ricoprire il ruolo di “istruttore generale delle musiche imperiali ottomane”. Acquisì fama e prestigio organizzando stagioni operistiche e spettacoli musicali nel quartiere di Pera (oggi Beyoğlu), allora abitato da europei. La riscoperta di colui che Gaetano chiamava «il mio fratello turco» si deve al direttore d’orchestra e compositore Emre Araci, che in questo libro, corredato da un ricco apparato iconografico, ripercorre l’avventura umana e professionale di un musicista unico nel suo genere, cui toccò il privilegio, inaspettato per un occidentale, di divenire insegnante privato di musica del sultano. Giuseppe Donizetti compose anche i primi due inni nazionali dell’impero, la marcia Mahmudiye, dedicata nel 1829 a Mahmud II, e la Mecidiye, del 1839, commissionata dal successore sul trono imperiale Abdülmecid I. Lasciò un’impronta indelebile nella musica e nella cultura ottomana. Per i suoi meriti gli fu conferito inizialmente il grado di colonnello e il titolo di Bey; successivamente fu promosso maggior generale, ricevendo infine il titolo di pascià. Rimase in Turchia fino alla morte, avvenuta nel 1856. È sepolto nella cripta della cattedrale di Saint Esprit, a Istanbul. A lui, il celebre Franz Liszt dedicò la Grande Paraphrase de la marche de Donizetti composée pour Sa Majesté le Soultan Abdul Mejid-Khan.
Emre Aracı è il più noto compositore turco contemporaneo. Artista poliedrico che coniuga l’attività di studioso con quella di direttore d’orchestra, si è guadagnato fama internazionale riadattando le musiche del suo paese alla sensibilità europea. Ha svolto attività di docenza nelle più prestigiose università d’Europa e degli Stati Uniti. Particolarmente celebre è stato un suo concerto del 2007, durante il quale il maestro ha diretto l’esecuzione delle opere di “Donizetti pascià” al Teatro Donizetti di Bergamo.
Nicola Verderame (Campi Salentina, 1984) storico dell’Impero Ottomano e traduttore di narrativa turca contemporanea. Ha insegnato Lingua turca all’Università del Salento e Filologia turca presso l’Università L’Orientale di Napoli, dove si è laureato in Studi islamici (2008). Ha conseguito un Research Master in Turkish Studies all’Università di Leiden (2011) e il PhD in Storia contemporanea alla Freie Universitaet Berlin (2018). È autore di articoli accademici sulla teoria della traduzione, sulla storia tardo ottomana e sulla letteratura turca contemporanea. Per le sue traduzioni ha ricevuto il Premio Benno Geiger 2017 e il Premio nazionale di traduzione del Ministero dei Beni e delle attività culturali nel 2018.
Giuliano Regonesi (Bergamo, 1964) Dopo gli studi all’Università Bocconi di Milano, lavora nell’azienda di famiglia e inventa una tecnologia innovativa per produrre palancole a freddo. Oltre alla fabbrica in Italia, apre, quindi, stabilimenti in vari paesi del mondo. Oggi vive in Turchia, dove ha anche fondato la Noor Tecnologies, brevettando un sistema all’avanguardia per sanificare l’aria. Imprenditore cosmopolita, ha sempre promosso con grande convinzione i legami culturali tra l’Italia e i paesi in cui ha operato: la musica e la vita di Donizetti a Istanbul rappresentano un esempio straordinario della fecondità di questi rapporti. Per Sandro Teti Editore Regonesi ha già pubblicato Storia dell’industria metallurgica in Lombardia.
Paolo Fabbri (Ravenna, 1948) musicologo e accademico italiano. Noto soprattutto per gli studi su Gioachino Rossini e per gli studi sul libretto e il rapporto tra metrica e musica, è ordinario di Storia della Musica moderna e contemporanea all’Università di Ferrara ed è il direttore della Fondazione Donizetti di Bergamo. Ha collaborato all’edizione critica delle opere di Gioachino Rossini con Bruno Cagli, Philip Gossett, Alberto Zedda e Patricia B. Brauner e alla direzione dell’edizione nazionale delle opere di Gaetano Donizetti. Nel 1989 è stato premiato con la Dent Medal (Royal Musical Association) ed è socio onorario dell’American Musicological Society. Nel 2003 ha fondato Musicalia. Annuario internazionale di studi musicologici, di cui è direttore. Collabora con le principali riviste specialistiche italiane e internazionali del settore.
IL LIBRO: La Cina, paese immenso e dalla storia plurimillenaria, è ancora poco conosciuta nella sua complessità. Questo libro, opera ambiziosa e non effimera, scava alle radici della civiltà cinese e aiuta a comprendere non solo politica ed economia del gigante orientale, ma anche il modo di pensare dei suoi abitanti e il loro rapportarsi con il mondo. La lunga esperienza dell’autore sul campo, come console generale a Hong Kong e ambasciatore d’Italia a Pechino, conferisce al testo particolare autorevolezza e spessore.
Il volume è arricchito dalle straordinarie fotografie di Andrea Cavazzuti.
Alberto Bradanini Laureato in Scienze Politiche all’Università La Sapienza di Roma, inizia la carriera diplomatica nel 1975. Tra i diversi incarichi ricoperti, dal 1996 al 1998 è stato console generale d’Italia a Hong Kong, dal 2008 al gennaio 2013 ambasciatore d’Italia in Iran, e dal 2013 al maggio 2015 ambasciatore d’Italia in Cina. È attualmente presidente del Centro Studi sulla Cina contemporanea. Oltre a numerosi articoli e saggi, è autore di Oltre la Grande Muraglia (2018) e Cina. Lo sguardo di Nenni e le sfide di oggi (2021).
Andrea Cavazzuti Per i cinesi Lao An, è un fotografo e artista italiano. Laureato in Lingua e letteratura cinese alla Ca’ Foscari di Venezia, nei primi anni Ottanta si recò in Cina per studio. Furono anni fondamentali per la sua vita, ragione del suo legame indissolubile con il Paese. Fu il più giovane autore della mostra, seminale per la fotografia europea, Viaggio in Italia (1982), ideata da Luigi Ghirri. Dagli anni Novanta si dedica a video e film. Ha partecipato a numerose produzioni, sia televisive che cinematografiche.
Silvano Tagliagambe (Legnano, 1945) Filosofo, fisico, accademico, epistemologo. Allievo di Ludovico Geymonat, si laurea in Filosofia all’Unversità statale di Milano e prosegue gli studi specializzandosi in Fisica quantistica prima alla prestigiosa Università degli studi Lomonosov di Mosca, poi presso l’Accademia delle Scienze dell’Urss. La sua attività scientifica e didattica si sviluppa attraverso un variegato percorso universitario che lo porta a insegnare presso diversi atenei dal 1974 al 2008 e a collaborare con differenti centri di ricerca ed enti istituzionali come consulente scientifico. È autore di più di trecentocinquanta pubblicazioni.
Armando Torno (Milano, 1953) Giornalista, saggista e conduttore radiofonico. Laureato in Matematica e Filosofia, dopo essere stato ricercatore accademico, sceglie la strada del giornalismo. Fonda il supplemento “Domenica” de Il Sole 24 Ore di cui è responsabile ed editorialista dal 1985 al 2000. Dopo aver diretto diversi programmi in Rai, continua a condurre da oltre 15 anni su Radio 24 il programma “Musica Maestro”. È autore di molte opere letterarie e saggi di carattere filosofico e teologico che sono stati tradotti in francese, inglese, tedesco, russo e molte altre lingue.
IL LIBRO: Il celebre paroliere napoletano Giovanni Gaeta ambientò questa, che è probabilmente la sua unica opera in prosa, nel contesto dell’esilio dei serbi durante la Prima guerra mondiale. L’esercito serbo era stato costretto dall’attacco asburgico a ritirarsi attraverso l’Albania, raggiungendo poi il fronte macedone (aprile 1916 – settembre 1918), da dove fu lanciato l’assalto verso Nord, per la liberazione della Madrepatria. Proprio in quel periodo l’autore, a contatto con ambienti triestini, deve avere raccolto le suggestioni epico-letterarie già fatte proprie da D’Annunzio (cfr. Ode alla Nazione Serba) ed elementi della cultura della Serbia anche di carattere etno-musicale, per tradurli in questa breve pièce teatrale pubblicata a Napoli nel 1918. Con il ritrovamento casuale di questo testo, da parte della traduttrice negli anni Novanta, e con la sua pubblicazione bilingue, per consentirne la conoscenza anche al pubblico di lingua serbocroata, si restituisce alla storia delle due letterature e alla Storia della fratellanza risorgimentale internazionale un documento straordinario e pieno di significati. L’ideale mazziniano e garibaldino, condiviso dall’autore, era fondato sulla solidarietà tra i popoli e, per quanto riguarda italiani e jugoslavi, come farà notare Sandro Pertini, la fratellanza si era instaurata non soltanto negli anni duri della Prima guerra mondiale, ma nel pieno del Risorgimento italiano, quando Giuseppe Mazzini nel 1857 pubblicò le sue Lettere slave e previde con estrema lucidità che il moto d’indipendenza degli slavi del Sud sarebbe stato il più importante, dopo l’italiano, per l’Europa futura.
Giovanni Ermete Gaeta (Napoli 1884-1961), di umili origini, mostrò giovanissimo talento musicale e poetico.
Nella sua lunga carriera scrisse i testi di oltre 2000 canzoni, per molte delle quali fu anche autore della melodia. È suo il testo di famose canzoni napoletane come A Mergellina, Santa Lucia luntana, Canzone napulitana, Io ‘na chitarra e ‘a luna, financo Tammurriata nera (1945, resa ancor più celebre dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare), nonché il testo di diverse canzoni di tema patriottico tra cui la celeberrima Canzone del Piave (1918). Dal 1904 in poi usò per tutte le sue opere lo pseudonimo di E.A. Mario, con cui divenne famoso e purtuttavia mai ricco, poiché per le esigenze di cura di una malattia della moglie dovette vendere presto i diritti delle sue principali opere.
Dopo la morte di Brežnev nel 1982, seguita dai due brevi interregni di Andropov e Černenko, l’ascesa di Gorbačëv nel 1985 poneva fine alla gerontocrazia. Attraverso perestrojka e glasnost’ vennero subito introdotte radicali riforme politiche che, in assenza di un piano economico ben definito, condussero in breve tempo a una situazione di caos generale, a una grave penuria alimentare e al sorgere di pesanti conflitti interetnici da decenni sopiti.
Le enormi concessioni unilaterali, prive di contropartite, agli Usa e alla Nato, condussero in pochi anni allo scioglimento del Patto di Varsavia e alla riunificazione tedesca. Nonostante nel referendum del marzo 1991 il 77% degli elettori si fosse espresso per il mantenimento dell’Urss, sia pure sotto altra forma, il contro-colpo di stato di El’cin nell’agosto dello stesso anno portò alla disintegrazione dell’Unione Sovietica, che il 25 dicembre cessò di esistere.
Sergio Romano giornalista, saggista, accademico, storico e diplomatico. Ha lavorato a Parigi, a Vienna e alla sezione italiana della Bbc di Londra come giornalista. È stato direttore generale delle relazioni culturali, rappresentante permanente della Nato e Ambasciatore d’Italia a Mosca dal 1985 al 1989. Dopo le sue dimissioni, ha insegnato Storia delle relazioni internazionali alla Bocconi di Milano e alle università americane di Berkeley e Harvard. È dottore dell’Istituto di Storia universale dell’Accademia delle Scienze della Russia. Tra le molte pubblicazioni segnaliamo: Processo alla Russia (Longanesi, 2020), Atlante delle crisi mondiali (Rizzoli, 2018), Putin (Longanesi, 2016), Guida alla politica estera italiana (Bur, 2004).
Marco Sioli professore associato di Storia e istituzioni delle Americhe presso il Dipartimento di Studi internazionali, giuridici e storico-politici dell’Università degli Studi di Milano. È stato vicepresidente del Réseau pour le Développement Européen de l’Histoire de l’Amérique (REDEHJA) con sede a Parigi che ha contribuito a fondare nel 2006, ed è stato membro dell’Organization of American Historians (OAH) e della Società italiana di studi internazionali (SISI). È autore del volume Abraham Lincoln. Le parole, le politiche e l’uso politico (Ibis, 2016).
Vittorio Russo Per decenni capitano di lungo corso, è giornalista, viaggiatore e scrittore. Ha pubblicato ricerche e studi sulle origini delle religioni e del cristianesimo tra i quali Il Gesù storico (1978) e La porta degli esili sogni (2017). Dai suoi viaggi sono nati libri che intrecciano geografia, mito e storia, come India mistica e misteriosa (2008), Transiberiana (Sandro Teti Editore, 2017) e L’Uzbekistan di Alessandro Magno (Sandro Teti Editore, 2019).
Una pietra miliare nella cultura letteraria di paesi turcofoni come Azerbaigian, Kazakhstan, Turchia e Turkmenistan, un’opera fondamentale che immerge il lettore in un’atmosfera fiabesca, in un costante gioco di parallelismi con i miti occidentali.
Hasan Hasanov Nasce a Tblisi nel 1940 in una famiglia operaia. Nel 1967 comincia la sua carriera all’interno del Partito comunista dell’Azerbaigian che culminerà, nel 1990, con la carica di Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica socialista sovietica di Azerbaigian. Nel 1991 diviene il primo Primo ministro della Repubblica indipendente di Azerbaigian, costituitasi dopo la caduta dell’Urss. Nel 1993 è Rappresentante permanente a New York presso le Nazioni Unite. Dal 1993 al 1998 è Ministro degli Esteri. Dal 2004 a 2010 è ambasciatore a Budapest.
Gilberto Martinelli (Roma, 1969) Si occupa di relazioni internazionali, in particolare tra l’Italia e l’Ungheria. Ha ricevuto vari riconoscimenti e nel 2014 è stato insignito del “Pro Cultura Hungarica” dalla Repubblica d’Ungheria per aver fatto luce nei rapporti storici tra le due nazioni. È considerato uno dei più qualificati tecnici del suono italiani, soprattutto in ambito cinematografico, dove è molto conosciuto.
Roberto Tempesta (Roma, 1953) Si arruola nei carabinieri in giovane età. Nel 1981, dopo una parentesi nei Reparti operativi speciali, si specializza e entra a far parte del Nucleo tutela patrimonio culturale, dove svolge un ruolo essenziale nei più importanti casi di recupero di opere d’arte sia in Italia che all’estero. È stato insignito di numerose onorificenze e ha ricevuto riconoscimenti internazionali.